Urania ha quindici
anni, una memoria prodigiosa e una fame insaziabile di libri.
Certo che a scuola
tutte queste caratteristiche non la rendono la più popolare delle ragazze.
Lei non veste seguendo
le mode del momento, non le interessa indossare collane e bracciali, gli
occhiali non sono un orpello ma una necessità, non si fa decorare le unghie,
non guarda certi programmi televisivi, dove giovani e anziani cercano di
fidanzarsi, anzi guarda pochissimo la televisione...
Non ha niente in
contrario, per carità, non ci trova nulla di male a seguire le mode o a farsi
dipingere le unghie, alcune mani delle sue compagne le trova molto belle, gli
altri possono benissimo passare il tempo come credono, semplicemente il tempo è
limitato e lei ha altre priorità.
È stata sempre abituata
a fare di testa sua, a non dare importanza a quello che dicono gli altri, immaginiamo
quello che ha dovuto passare con un nome come il suo.
Suo padre e sua madre
sono appassionati di fantascienza, lettori accaniti e per anni hanno fatto a
meno di acquistare un televisore e l’hanno preso solo per vedere i film di
genere.
Urania legge di tutto,
oltre ai libri consigliati dagli insegnanti.
Legge manuali e saggi
scientifici e ha letto tutti i libri di Hawking sull’universo.
Le piace Bradbury,
trova alcuni racconti struggenti come poesie d’amore.
Ha provato Asimov che
ha uno stile scientifico anche quando scienza non è, ha scoperto John Wyndham e
Jack Finney ma le sembra che sfocino a volte nel genere horror.
Così ha anche iniziato
a leggere un certo Stephen King.
Inutile dire che porta
con orgoglio il proprio nome e non vorrebbe chiamarsi in nessun altro modo.
Questa estate ha già
pronta una pila di tascabili sul comodino e ora che la scuola è finita, ha già
l’acquolina in bocca.
A proposito di scuola.
Quest’anno hanno
parlato di una donna vissuta ad Alessandria d’Egitto al termine del quarto secolo.
Una donna di nome Ipazia.
Ipazia è stata una
delle prime donne a imporsi nell’allora comunità scientifica. La professoressa
ha affermato che se fosse nata nel ventunesimo secolo sarebbe senza dubbio
diventata una star mondiale con milioni di follower…
Ipazia studiava in
continuazione e univa il metodo scientifico alla filosofia diventando così una
delle voci più autorevoli della comunità culturale e, poiché donna, destando
invidia, scalpore e scandalo.
Molti la ammiravano e
arrivò a condurre la scuola neoplatonica della città ma fu presto, da parte di
alcuni, accusata di essere un’incantatrice, una specie di fattucchiera e durante
i tumulti le fu teso un agguato e fu uccisa dai suoi detrattori.
Ipazia era solo una
donna che guardava le stelle e cercava, attraverso la matematica, di capirne i
segreti. Fu probabilmente la prima grande scienziata donna mai esistita.
Quella lezione restò
impressa nella mente di Urania e le stimolò la fantasia.
Le sarebbe piaciuto
diventare come Ipazia, avere la sua intelligenza, la sua curiosità e
soprattutto il suo coraggio.
Lei stessa in passato
era stata dileggiata e chiamata “strega” ma grazie allo studio di quel
personaggio, aveva compreso che chi ti ostacola e t’insulta forse lo fa solo perché
non riesce a capire quello che dici, non comprende quello che comprendi tu, e
forse ha solo paura di te.
Urania aveva anche
studiato l’origine del suo nome.
Nella mitologia greca
Urania era figlia di Zeus e di Mnemosine. Urania è una delle Muse, protettrice
di astronomia, geometria e matematica.
Urania non avrebbe
potuto essere più felice perché poteva così identificarsi completamente col suo
nome.
Corse da sua madre, con
la quale ultimamente i rapporti erano diventati tesi e conflittuali e la
abbracciò dicendole quanto fosse grata che i genitori avessero scelto per lei
proprio quel nome.
Quella mattina aveva
deciso che sarebbe stata in biblioteca e avrebbe fatto due chiacchiere col
ragazzo gentile che c’era al bancone. Le piaceva un poco ma questo non l’avrebbe
mai confessato a nessuno.
Quella giornata sarebbe
stata dedicata alla ricerca e allo studio ma quando sarebbe arrivata la sera,
aveva sempre la sua pila di libri ad aspettarla sul suo comodino.
Urania finì la sua
colazione e uscì ridendo.
Non era una strega e
studiare non era mai stato così bello.