sabato 14 ottobre 2023

fantasmi

 





Le storie di fantasmi spaventano tanta gente.

Mettono paura a grandi e piccoli.

Chi non ha passato ore insonni, nel buio della camera, a fissate l’ombra dietro alla tenda con l’intenzione di confermare il movimento impercettibile visto con la coda dell’occhio?

I fantasmi sono intorno a noi.

Camminano per le strade, come se niente fosse, ignari e incuranti del traffico delle auto che non si fermano agli incroci, delle persone sui monopattini che sfrecciano rapide tra i pedoni urlanti. Inconsapevoli dell’inquinamento elettromagnetico causato dai cellulari che imbrigliano la gente in una fitta rete di solitudine.

Fantasmi di persone vissute secoli prima tra queste strade, tra le case circondate dai campi e dall’erba che nessuno dei viventi sembra ricordare più.

Cammino anch’io, lento, con un libro nella mano, come doveva aver camminato mio nonno, forse stringendo un quotidiano, mentre con l’altra mano sollevava il cappello per salutare i passanti.

Provo anche a salutare qualcuno, ma al buongiorno rispondono pochi, alcuni ignorano il saluto e tirano dritto, i più mi squadrano come uno che è appena uscito da un centro di salute mentale.

Passo davanti alla casa in cui sono cresciuto.

È un condominio appena ristrutturato, che ha perso i suoi colori originari e sfoggia una terribile facciata grigio topo. Fisso la parete e la perversa e cattiva magia, che i comuni mortali chiamano memoria, trasforma il muro d’intonaco, lo scioglie e distrugge la materia in una vorticante insalata di atomi che prende la forma esatta delle mattonelle esistenti prima del rifacimento. Vecchie mattonelle color ardesia, dalle forme bizzarre, in rilievo su una malta tinta fumo. Ci passavo il dito su quelle mattonelle, un dito minuscolo di bambino e immaginavo isole misteriose dalle forme intriganti, pericolosi percorsi montani e cime inarrivabili.

Poi anche il fantasma della casa che fu, com’è giusto che facciano tutti i fantasmi, si dissolve, la magia finisce e riappare il condominio ristrutturato, a norma, dal terribile colore grigio topo.

Passeggio ancora un poco, gustando il contatto delle suole che mi ancora e mi radica alla cittadina che mi ha visto crescere e mi vedrà invecchiare e osservo.

Le persone a un primo sguardo non sembrano felici, passa una donna alla guida di un’utilitaria, sembra arrabbiata ma forse è solo concentrata. Alcuni hanno un’espressione da gladiatore pronto a uccidere chiunque si metta a ostacolare il proprio cammino, altri hanno lo sguardo perso del vuoto. Forse stanno vedendo dei fantasmi.

Prestando attenzione mi accorgo che ci sono anche persone che chiacchierano e sembrano spensierate, qualcuno sorride, qualcuno contorna i discorsi con ampi e rotondi gesti delle braccia neanche fosse un direttore d’orchestra.

Alla fine molti rispondono al mio saluto e a volte ricambiano il sorriso.

Mi sento bene, ci sono ancora speranze per noi.

Poi mi chiedo se ho davvero capito.

Ho visto persone vive o fantasmi del passato?