domenica 26 febbraio 2017

luoghi insoliti: La vita è un film

luoghi insoliti: La vita è un film: Si avvicina la notte degli Oscar. Anche da noi, popolo Italico, quest’evento riveste un carattere d’importanza e fascino tali...

La vita è un film







Si avvicina la notte degli Oscar.

Anche da noi, popolo Italico, quest’evento riveste un carattere d’importanza e fascino tali da suscitare nel pubblico attenzione e attesa.

È innegabile che il cinema rientri tra le attività ludiche preferite dagli adulti.

Storie meravigliose, a volte strepitose, commoventi, a disposizione del grande pubblico, accompagnate da musiche da sogno, interpretate da attrici e attori bellissimi spesso anche talentuosi.
Storie che si dipanano nell’arco di un paio d’ore in modo che anche chi avesse un deficit dell’attenzione abbia la possibilità di arrivare alla fine!
Colpi di scena, effetti speciali, luoghi esotici, catastrofi, magia, altre dimensioni, viaggi nel tempo. Il tutto fruibile in piena comodità sprofondati in una poltrona e senza nemmeno dover fare la fatica di leggere, come con un libro.

Ora poi il grande cinema è entrato nelle case.
Prime visioni tutte le sere, schermi cinquanta pollici ultra definiti, tecnologia tridimensionale.
Oggi sembra di essere dentro la scena che si sta guardando anzi di più, sembra che la scena si stia realizzando nel nostro soggiorno!

Capite perché la sera, dopo cena, non vediamo l’ora di metterci in ciabatte, sprofondare sul divano e goderci un bel film!

Certo, quello che si vede sullo schermo è molto diverso da quello che si osserva nella vita reale.
E ciò che sentiamo recitare non sempre corrisponde a ciò che noi diciamo tutti i giorni…

Cito: “Quando ti accorgi che vuoi passare il resto della vita con qualcuno, vuoi che il resto della vita cominci il più presto possibile!” da Harry ti presento Sally.

Nella realtà: dove hai detto che vuoi passare le vacanze? Ma se non sappiamo neanche cosa si farà domani!

“Ormai ci sono troppo dentro… salti tu, salto anch’io.” da Titanic.

Nella vita: ma siamo sul traghetto Messina-Reggio Calabria, che ci fai col salvagente? Toglitelo che mi pari l’omino Michelin…

“Fare il viaggio e non innamorarsi profondamente equivale a non vivere. Ma devi tentare, perché se non hai tentato non hai mai vissuto.” da Vi presento Joe Black.

Nella vita: “Vabbè che hai voluto il posto vicino al finestrino ma potresti evitare di dormire sulla mia spalla, mi stai sbavando tutta la camicia?”

“È soltanto nelle misteriose equazioni dell’amore che si può trovare ogni ragione logica. Io sono qui grazie a te. Tu sei la ragione per cui io esisto. Tu sei tutte le mie ragioni.” da A beautiful mind.

Nella vita: “Certo che se vivessi da solo sai che spasso!”

“Credi davvero che le persone che abbiamo amato ci lascino mai del tutto?” da Harry Potter.

Nella vita: “Quell’idiota del mio ex si è di nuovo dimenticato di pagare gli alimenti…”.

“Non importa quello che trovi alla fine della corsa, l’importante è quello che provi mentre corri!” da Notte prima degli esami.

Nella vita: “Non ho studiato, non mi ricordo niente, questa volta mi sega, io non mi presento!”


Ecco perché è di gran lunga preferibile guardare un bel film piuttosto che vivere la vita reale.
A noi non è fornito un copione con battute memorabili e frasi che farebbero arrossire Shakespeare, noi sappiamo sempre dire la cosa sbagliata al momento sbagliato!
A pochi è concesso sognare e difficilmente arriverà l’eroe a tirarci fuori dai pasticci o almeno a pagare le nostre bollette.
Quindi, quando possiamo almeno, godiamoci un buon film.


Buona visione a tutti!






sabato 18 febbraio 2017

luoghi insoliti: Dieci frasi da dire...

luoghi insoliti: Dieci frasi da dire...: Immaginate. Immaginate di poter scegliere una frase da dire. Immaginate di poter scegliere ORA, una frase da pronunciare un ista...

Dieci frasi da dire...






Immaginate.
Immaginate di poter scegliere una frase da dire.
Immaginate di poter scegliere ORA, una frase da pronunciare un istante prima di morire…

E’ il momento di salutare i superstiziosi, per tutti gli altri possiamo proseguire…

No, seriamente, avete mai pensato che forse, alla fine, ci toccherà lasciare questo posto ambivalente e promiscuo che si chiama terra? Fra cento anni, questo è scontato, ma ci toccherà. Ora che siamo d’accordo su questo fatto, andiamo avanti.

Non so se tutti avremo la possibilità, il tempo, la facoltà, le forze per un uscita di scena di classe, che lasci il segno!
Con qualcosa che poni l’accento sulla classe e la grande personalità che ci hanno da sempre contraddistinto. Insomma con una frase che rimanga impressa nella mente dei superstiti, scritta a lettere di fuoco nella loro mente che si erga a memoria perenne della nostra grandezza.
Beh forse sto esagerando, ma andiamo, quanti ci hanno pensato?
I più colti e dotati di grande erudizione penseranno a una citazione, che so, Shakespeare, Oscar Wilde o qualcun altro di moda.

Io nel mio piccolo ho pensato a una diecina di frasi.
Metà delle quali sarebbe piacevole pronunciare prima di spirare ma un’altra metà che davvero preferirei non fosse la mia ultima frase.

Cominciamo dalle frasi negative:
“ Dove va ‘sto cretino, contromano?! ”
“ Taglio il cavo rosso o quello blu? ”
“ Secondo mia moglie, per un lavoro così, dovrei pagare un elettricista… ”
“ Andiamo, si vede benissimo che questo ponte tibetano è saldo e robustoooooooo! “
“ Mai trovato porcini così belli… “

Ora passiamo alle frasi positive che mi augurerei di pronunciare:

“ Dove le avranno trovate quelle novantanove candeline? “
“ E’ stato il miglior sesso da quarant’anni a questa parte! “
“ Che mangiata, ho bisogno solo di un buon digestivo! “
“ Ma ora, dove lo metto questo Nobel? “
“ Gran concerto, come canta bene la nipote di nostra figlia! “
Bene, si è scherzato ovviamente ma se avete buone idee, rimango a disposizione.
Per quanto riguarda quale sarà la mia frase, per ora scelgo di tacere.
Chi vivrà vedrà!





mercoledì 15 febbraio 2017

Gelo





Freddo.
Buio.
Il buio mi circonda.
Il freddo è tutto quello che cerco.

Il mio cuore, inquieto per tanto, troppo tempo, ora è calmo e batte regolare.
Tutto quello che conta sono le righe bianche dell’autostrada che la mia vecchia auto divora veloce.
Avrei voluto poterle contare, per avere una prova, essere certo dello spazio percorso, della strada messa alle spalle ma ciò che conta è che il contachilometri gira veloce e ogni minuto la cifra aumenta! In poche ore sono già in terra straniera.
La strada percorsa aumenta e getta terra nella fossa del passato. Perché quello che è successo solo ieri è già passato remoto. Non esiste più.
Almeno per me.

La giustizia italiana, quante opinioni, quanti luoghi comuni.
È una casta, la manifestazione di un potere arrogante che si permette di essere al di sopra della legge, di cambiare le norme con opportune interpretazioni, e così via…
Non m’interessano queste speculazioni di chi non sa niente di più di quanto gli viene messo nella testa dal politicante di turno.
So solo che la giustizia è lenta.
Questo è un dato oggettivo.
Non potevo più aspettare.

Non potevo più sopportare la situazione che si era creata!
Mio figlio al cimitero e il suo assassino in giro a fare la bella vita.

Lo avevo già incontrato, dopo il primo grado, era accompagnato dal suo avvocato, una vecchia volpe delle aule.
Mi avevano intimato di girare al largo, se fosse successo qualcosa al suo assistito, avrei passato dei guai!

Ero consapevole di questo e mi sono tenuto alla larga.

Mio figlio aveva preso una brutta china, girava con gentaglia, chissà cosa si era messo in testa. Credeva di cambiare il mondo e aveva iniziato a partecipare a cortei, manifestazioni, occupazioni. Si sentiva un moderno Che Guevara, armato di liberi pensieri e della sua giovane età. E, come tutti i giovani, si credeva immortale.
La gente che aveva preso a frequentare lo aveva iniziato al fumo, niente di speciale, qualche tiro per darsi un tono.
Lui lo aveva anche ammesso, non c'è niente di male, diceva.

Poi a una festa lo avevano convinto a tirare di coca, e così quella maledetta sera aveva preso la sua ultima disgraziata decisione.
Era collassato sulle scale, il padrone di casa aveva buttato tutti fuori e aveva cercato lo spacciatore che aveva venduto loro quella porcheria.
Questo era arrivato sulla sua Porche, lo aveva preso a calci e assieme avevano lasciato agonizzare il mio ragazzo su una panchina di una squallida piazza, di uno squallido paesino di periferia.

Quando lo avevano lasciato era vivo e in discrete condizioni e questa cosa era stata certificata dall’autopsia e verificata in sede processuale.
Ma il mio ragazzo aveva un problema valvolare cardiaco e non poteva sopravvivere a quel collasso.
Due passanti lo avevano visto e disgustati avevano chiamato l’ambulanza ma né l’equipaggio né il personale del pronto soccorso erano riusciti a salvargli la vita.

La vita.
Quanto è fragile questo concetto.
E come è facile cancellarla.
Non ho provato molto quando ho guardato lo spacciatore morire, nemmeno quando ho visto nei suoi occhi la folle consapevolezza che sarebbe morto.
Non mi sono sentito esaltato, non mi sento meglio ora ma nemmeno peggio.
Non provo sensi di colpa.
Semplicemente era una cosa che andava fatta.
Come mettere in ordine le cose sparpagliate della vita.

Anche ora, non è una fuga la mia. Non cerco di scappare.
Sto solo cercando di mettere le cose in ordine.

La mia auto è vecchia, non è veloce come la Porche dello spacciatore ma non ho nessuna fretta e non mi andava di usare l’auto che un morto ha comprato con i soldi delle sue vittime.

Guido verso nord, ho contante sufficiente per pedaggi e carburante.
Andrò avanti senza fermarmi finché ci saranno strade. Fino al mare.
E quando il mare arresterà la mia auto, prenderò una nave che mi porti ancora più a nord fino a che il ghiaccio non renderà impossibile la mia avanzata.
Cosa mi aspetto non lo so.

Solo riposo, e pace.
Il gelo si prenderà cura di ogni mio dolore.






sabato 11 febbraio 2017

luoghi insoliti: La ricerca della qualità

luoghi insoliti: La ricerca della qualità: Stamattina sono partito per il consueto giro di corsa. Il circuito traccia una specie di triangolo, cominciando da casa mia, che...

La ricerca della qualità






Stamattina sono partito per il consueto giro di corsa.

Il circuito traccia una specie di triangolo, cominciando da casa mia, che costituisce il primo vertice, fino all’inizio di una pista ciclabile, che costituisce il secondo vertice, per concludersi all'estremità della suddetta pista che poi essendo un triangolo, è il terzo vertice, da cui torno affranto e ansimante verso casa, chiudendo così il cerchio anzi il triangolo.
Oggi ho fatto molta fatica a tenere il ritmo, anche solo a respirare per la verità, poiché non correvo da tempo e anche perché durante la settimana ho fatto l’imbianchino.
Un mestiere difficilissimo e durissimo soprattutto per chi, come me, non lo sa fare.
E per chi è sottoposto a una supervisione attenta e continua da parte di congiunti e affini che magari ricorrono agli occhiali per le quotidiane attività ma riescono a individuare, quello si, il pelo di un pennello appiccicato su una parete a dodici metri di distanza. Anche al buio.
Detto questo immaginerete quanto penosa sia stata la mia settimana.

Nell'adempimento di questa incombenza ho dovuto frequentare un grande centro commerciale, fornitore del materiale per il lavoro che mi ero proposto di eseguire, e non essendo un grande esperto di colori e vernici, rulli e pennelli mi sono fatto consigliare dal personale e ho provveduto agli acquisti necessari.
All’uscita una gentile signora ci ha chiesto la disponibilità a compilare un questionario di gradimento, cosa che ha richiesto una manciata di minuti.
Le domande poste riguardavano la presenza o meno di personale a disposizione dei clienti, i tempi di attesa, la competenza mostrata, la gentilezza offerta, il decoro nell’abbigliamento, la pulizia dei locali, la chiarezza espositiva intesa come ordine e visibilità del prezzo.
Compilarlo è stato veloce e piacevole, le risposte non sono state forzate e non erano nascosti fini commerciali.
Alla mia richiesta è stato risposto che tale inchiesta è proposta ai clienti con una cadenza trimestrale.

Bene, ho pensato.
La ricerca della qualità non è solo una teoria, se qualcuno si prenderà la briga di leggere e analizzare i dati derivanti dal questionario tutta l'attività commerciale non potrà che migliorare!

Il pensiero ha immediatamente fatto un collegamento con il post scritto in precedenza, sulla ricerca del consenso e sui vari tipi di leadership.
Non sarebbe difficile applicare un questionario simile nei diversi ambiti lavorativi.
Il problema sarebbe piuttosto, una volta analizzate le risposte, attuare le modifiche agli aspetti di criticità che senza dubbio appariranno e magari potenziare e riconoscere i punti di forza che ogni organizzazione avrà!

Su questo permettetemi di avanzare qualche dubbio.
Quanti manager, dirigenti, coordinatori, avranno la voglia, la forza, il coraggio di agire, cosa che tra l’altro sono pagati per fare, sulle persone?
O quanti preferiranno un più sicuro atteggiamento di attesa, o peggio, attivare un rimpasto nelle funzioni, realizzando così un classico italiano: cambiare molto per non cambiare niente!
Mi piace pensare che qualcuno lo farà.


Ora attendo frotte di dirigenti, che tanto per vendetta, verranno a casa mia e valuteranno puntigliosamente la qualità del bianco dato sulle pareti!







lunedì 6 febbraio 2017

luoghi insoliti: Come foss'antani

luoghi insoliti: Come foss'antani: Blinda la supercazzola brematurata con controsoffittatura a destra. Tarapia tapioca non bisogna allupare come foss’inerziale. I...

Come foss'antani





Blinda la supercazzola brematurata con controsoffittatura a destra. Tarapia tapioca non bisogna allupare come foss’inerziale.

Il problema andirivieni come antiritorna sempre se si spiegasse l’artificio in riquadro alzato.
Ma se ribassa allora il dottore anticipa e meraviglia la sassaiola mobile. E       spesso immobile a sinistra la civetta gorgheggia come anticipato!

Dunque s’immagini come foss’antani velocemente ai dritti e ai rovesci e s’avviti lo strogolo alla volta.

Purtroppo il vicino arranca di passo corto e si apparta cortesia all’evento. Il sale brematura ma con goniometro stenta all’uopo.

Non fosse che alcuni aleppi con filicuda sia gassoso che solido ma sempre supera la cazzola alla fine.

Sbiriguda il mister e come fosse antani tarapia tapioca anche in fuorigioco.
Quindi ritengo umido pro benessere guidata dal sito fin’alto verso sabbia scelta.


Non v’è dubbio come foss’ antani che sia la Cazzola che la supercazzola brematurata con scappellamento a destra sia preferibile coi miei amici. 

......


domenica 5 febbraio 2017

luoghi insoliti: La ricerca del consenso

luoghi insoliti: La ricerca del consenso: Fin da piccoli, molto piccoli, appena nati, sappiamo per istinto di essere dipendenti da qualcuno. Devono nutrirci, vestirci, cam...

La ricerca del consenso







Fin da piccoli, molto piccoli, appena nati, sappiamo per istinto di essere dipendenti da qualcuno.
Devono nutrirci, vestirci, cambiarci. Tutte cose che per mesi, per anni non sappiamo fare da soli!
In principio richiamiamo l’attenzione con pianto straziante e urla sguaiate.
Diciamolo, non siamo esserini tanto simpatici.

Nel giro di qualche mese, addestrando i muscoli facciali, impariamo a mostrare una cosa abbastanza semplice, un magnifico sorriso che pure sfoggiando rosee gengive, riesce a sedurre la stragrande maggioranza degli adulti senza distinzione di genere.
Questa disperata ricerca di consenso, indispensabile alla nascita per garantirci di crescere accuditi, talvolta ci accompagna, in maniera drammatica e spesso surreale, per tutta la vita.

I neonati lo fanno per sopravvivere.
Gli adolescenti per bisogno d’inclusione.
I giovani adulti per non sentire un dolente senso di fallimento.
I più anziani per tenere stretti i legami e non patire la solitudine.

E non è tutto!
Si cerca consenso per scopi commerciali, per incrementare vendite di un bene.
Si chiede il consenso per aumentare il potere.

Un politico per esempio, chiederà il consenso al popolo per raggiungere una poltrona, un ruolo importante e una volta raggiunto questo molto probabilmente s’impegnerà a scrivere una legge che avrà unico fine non quello di cambiare le cose bensì raccogliere altro consenso in chi quella legge la desiderava!

Anche chi ricopre incarichi di potere, ha bisogno di cercare il consenso.
Un dirigente, un direttore, un manager ricercherà successo e consenso tramite una gestione attenta delle risorse umane, la distribuzione precisa degli incarichi, un’onesta attribuzione di premi e una giusta assegnazione di penalità.
Tutti strumenti tipici di un management di tipo anglosassone.
Certo sono necessarie molte risorse per adottare questo stile. In caso di carenza di risorse si può ricorrere a uno stile di management più di tipo “algerino” in cui o fai come dico io o sei fuori!
Si può mediare adottando un comportamento paternalistico, e vi annuncio che molti si sentiranno bene e vi seguiranno ovunque. Infine se si dispone di un bel fisico e di un viso fuori dal comune oppure di occhi blu mare allora si potranno adottare semplici tecniche seduttive, classico il caso della manager in minigonna, che disponendo di gambe chilometriche non aveva bisogno di chiedere nessun consenso al proprio sbavante personale.
In caso di fisico e costituzione normali, se siete anche poco carismatici allora non vi resta guadagnarvi il consenso attraverso minacce e intimidazioni!

Ma vi avverto, questo stile potrebbe non funzionare con tutti e potreste un triste giorno ritrovarvi a cercare il consenso attraverso il sorriso come facevate da neonati:

con le gengive!


Devono