domenica 20 ottobre 2019
luoghi insoliti: Another one bites the dust
luoghi insoliti: Another one bites the dust: Non sempre le cose vanno come speriamo. Questo era il mantra preferito da Betty. Non perdeva occasione per ripeterl...
Another one bites the dust
Non sempre le cose vanno come speriamo.
Questo era il mantra preferito da Betty.
Non perdeva occasione per ripeterlo.
Dopotutto lei era un’inguaribile pessimista.
Non sempre le cose vanno come vorremmo, anzi quasi mai.
Nel suo caso era così. Lo era sempre stato e lei non aveva molti dubbi sul futuro. Gli eventi avevano la particolare tendenza a prendere la piega che meno avrebbe desiderato, o peggio, che più temeva.
Quando solo una settimana prima, Nico l'aveva piantata in asso, adducendo puerili banalità, quali: non è ancora il tempo per noi di impegnarci in una vita di coppia, non è colpa tua, lei lo aveva accettato passiva e aveva inghiottito il calice molto amaro come qualcosa d’inevitabile.
Betty aveva sempre saputo che era solo questione di tempo.
Questa volta però era accaduto un imprevisto. Clara si era avvicinata per sussurrarle in un orecchio, che aveva sentito da Lucas, il miglior amico di Nico, che questi si era pentito di averla piantata ed era sul punto di implorare la ragazza di riprenderlo con sé come si farebbe con un cucciolo intirizzito trovato sotto la pioggia.
Betty non poteva credere alle sue orecchie ma allo stesso tempo aveva bisogno di fidarsi.
E quella sera, sulla spiaggia, lei ci sarebbe stata. Sarebbe stata ad aspettare il suo Nico. Lo avrebbe visto apparire come una visione angelica, le spalle larghe da nuotatore, lo sguardo limpido tipico dei vent'anni, la mascella forte e l'andatura baldanzosa e spavalda che sempre le faceva battere forte il cuore.
Lo avrebbe visto e gli sarebbe andata incontro accogliendo la sua calda voce e le sue parole d'amore.
E la sera arriva e col tramonto le compagnie di giovani, cariche di bellezza, risate, ormoni e gioia di vivere.
Tra i tanti ragazzi che scendono in spiaggia per cantare, ballare e amoreggiare c'è anche Nico.
Betty lo individua e parte con passo insicuro che si fa via via più veloce e ansioso. Lui, che non l’ha vista, cinge d'improvviso, col braccio muscoloso, una biondina bellissima con il fisico da miss universo e la bionda emette un risolino squillante che si sente da lontano e affonda il suo sorriso nel collo del ragazzo in un bacio molto intimo.
Le cose non vanno mai come vorremmo, questo lo sa bene Betty.
Ma la scena la coglie comunque di sorpresa e lo sgomento le annoda i piedi, così senza capire come, si ritrova a mordere la sabbia, come nella vecchia canzone dei Queen!
Un altro che morde la polvere.
Betty sa che non è la prima né l'ultima a farlo, sa bene che le cose non vanno sempre come vogliamo e lei si è anche abituata a questo ma non per questo fa meno male.
E mentre sputacchia la sabbia e si scuote la polvere dalla camicetta sente una voce incerta e cauta che le rivolge la parola.
- Stai bene, ragazza? Posso aiutarti?
Il ragazzino è magro come un chiodo e porta occhiali dalla montatura antiquata, l'aspetto è quello del nerd, bruttino e senza speranza ma la mano che le offre e il sorriso, sono sinceri.
E poi Betty deve rialzarsi perché tutti la guardano e un aiuto le fa piacere.
In fondo quel ragazzino è lì per lei e le cose non vanno sempre come avevamo pensato.
Ma possono anche andare meglio, a volte, si dice Betty con un lieve sorriso.
lunedì 7 ottobre 2019
luoghi insoliti: Chicco in pigiama
luoghi insoliti: Chicco in pigiama: Chicco non riesce a trovare il bandolo della matassa. Né a sciogliere il nodo delle lenzuola. Quelle in cui ha arrotolato le...
Chicco in pigiama
Chicco non riesce a
trovare il bandolo della matassa.
Né a sciogliere il nodo
delle lenzuola.
Quelle in cui ha
arrotolato le gambe secche, da vecchio, durante la notte agitata e insonne.
Ora è stanco dal tanto
lottare, le lenzuola sembrano una piovra bianca che lo avvolge con le sue spire,
sempre più strette a ogni movimento. Alla fine la piovra l'ha vinta su di lui.
Chicco si sente meglio
ma non ricorda chi né quando l’hanno portato in quel letto.
Chicco sta meglio ma
non sa a chi dirlo.
Le persone in divisa
bianca lo chiedono in continuazione ma quasi nessuno di loro ha il tempo di
fermarsi ad ascoltare la sua risposta. Diciamo che il "Come sta oggi" è diventato una specie di saluto, un codice.
Non si sta male in quel
posto, danno da mangiare, tengono in ordine, assicurano l'igiene.
Peccato che Chicco sia
costretto a mangiare quando vorrebbe dormire, deve dormire quando vorrebbe
andare in bagno, è costretto ad andare in bagno quando vorrebbe mangiare.
Ora, da fare ce n'è
anche in una corsia piccola come questa. Ogni momento qualcuno gli infila un
termometro in un orecchio, oppure un ago in un braccio, o peggio, una sonda nel
sedere.
Non un gran bel modo di
passare il tempo.
Quando va bene e tutto
funziona, Chicco può contare. Conta i campanelli che suonano in un'ora, conta
le sirene delle ambulanze che giungono dalla strada, le gocce che scendono
dalla flebo. Quest’ultima è l'attività che preferisce, perché lo rilassa e
quando la pratica finisce inevitabilmente per addormentarsi.
Chicco non ricorda
quando è stato ricoverato, nei suoi ricordi annebbiati c'è il suo cane che gli
lecca la faccia e abbaia preoccupato, per svegliarlo e perché non l'ha mai
visto supino sul pavimento.
Ieri è passato a
trovarlo il suo vicino, quell'antipatico che non lo saluta mai, Chicco non si
sarebbe mai aspettato di vederlo in ospedale.
È passato a dirgli che
Jack, il cane, sta bene, pensa lui a portarlo a passeggio e a preparare pappa e
acqua. Chicco è rimasto sorpreso da quell'uomo e non si sarebbe aspettato un
gesto gentile, tanto meno gratuito. Mai fidarsi dei giudizi affrettati, pensa,
tanto meno del proprio.
Chicco veste un pigiama
a righe che sarebbe stato vetusto già nell'altro secolo. Sembra di due taglie
troppo grande ma lui sa di avere perso molti chili ultimamente.
Non gli piace vedersi
in pigiama, vorrebbe vestirsi, radersi, prendere al guinzaglio il suo Jacky e
andare al bar per fare due chiacchiere con gli amici.
Vorrebbe uscire da quel
posto.
Per questo stamattina
aspetta.
Aspetta di respirare
meglio.
Aspetta che qualcuno
gli tolga la farfallina azzurra incerottata sul suo braccio.
Aspetta che passi il
dottorino, quello giovane e gentile, perché così gli chiederà di firmare le
dimissioni.
È questo che aspetta,
così potrà togliere quel pigiama antipatico che lo fa apparire tanto magro.
E malato.
Iscriviti a:
Post (Atom)