domenica 18 giugno 2023

Le paure di Querida

 





Mamma, non riesco a dormire.

La cameretta è invasa da giocattoli e vestiti in ogni dove e l’aria è satura di paura.

Querida ha gli occhi arrossati come chi ha pianto da poco e il respiro affannato come se avesse fatto una corsa. Il suo letto è un turbine intricato di lenzuola.

Vieni, piccola mia, lasciati abbracciare.

Susanna è accorsa appena il pianto della piccola l’ha richiamata dal mondo dei sogni.

Avrai fatto un brutto incubo, ora passa tutto.

La bimba non smette di singhiozzare.

No, mamma, non è stato un incubo, non riesco a dormire…

Querida mia, vorresti venire nel lettone?

No, mamma. Preferisco restare nella mia cameretta, solo lascia la luce accesa perché sono le ombre a farmi paura.

Susanna ci rimane un po’ male, le piace quando la sua cucciola va a riparare nel suo letto, quando si lascia stringere e consolare in un caldo abbraccio che serve in realtà ad ambedue. Ma ultimamente Querida non cerca più il contatto fisico come quando era più piccola.

La stringe a sé e dondola leggera ascoltando il respiro della bambina che rallenta e diventa più silenzioso.

Mamma?

Cosa c’è piccola mia?

Perché papà ci ha lasciate?

Susanna accusa il colpo, sente una lama di ghiaccio ficcarsi nell’anima e per un momento non riesce a parlare, poi si riscuote.

Papà non ti ha lasciata, ha lasciato solo me.

La bambina tira su col naso, non è soddisfatta e insiste.

Sì ma, perché l’ha fatto?

Perché non ci amavamo più, non voleva più vivere con me, ma non per questo ha smesso di volerti bene, anzi, te ne vuole tanto.

Ma se mi vuole tanto bene, perché non viene la notte, quando le ombre mi fanno più paura?

Susanna vorrebbe parlarne, liberarsi, sfogarsi ma la sua bimba ha solo tre anni e domani dovrà andare all’asilo. Non può permettersi che una notte insonne la tenga a casa.

Non ci pensare ora, Querida, vieni a dormire con me, nel lettone di mamma c’è tanto posto.

Susanna sa che la bimba la seguirà e che si addormenterà presto, come fa sempre. Ma pensa con amarezza che tutto quel vuoto pesa a entrambe e che le ombre che nella cameretta hanno spaventato Querida, in camera da letto sono solo più grandi e spaventano anche lei.

Solo che lei è un’adulta e come tale si deve comportare. Deve pensare in maniera razionale, deve consolare sua figlia e non può lasciarsi andare a pianto e singhiozzi come se fosse una bambina di tre anni.

Vorrebbe dire a sua figlia che anche lei è terrorizzata da ombre che le scorrono tutta la notte ma anche tutto il giorno davanti e infestano le sue giornate. Vorrebbe chiedere di avere qualcuno cui aggrapparsi, da cui rintanarsi quando la notte si fa più buia.

Ma lei è una madre e le madri sconfiggono le ombre.

Quindi si porta sua figlia nel lettone e lascia la lampada accesa.

Mamma?

Dimmi Querida.

Un giorno papà tornerà?

Di nuovo la sensazione di quella lama gelata.

Non lo so se tornerà da me. Non credo. Ma di sicuro tornerà da te e non ti lascerà mai.

Ne sei sicura?

Si Querida, e vuoi sapere perché io lo so? Perché anche papà, proprio come me, ha bisogno di te e non può fare a meno di abbracciarti.

Al momento le ombre sono scomparse, dissolte. Fantasmi e mostri non esistono quando c’è una madre che ti tiene tra le sue braccia.

Querida si addormenta con un’espressione serena sul faccino e osservandola, anche Susanna torna ad addormentarsi.

Nella camera nessuna ombra osa affacciarsi.

 

 





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