mercoledì 23 agosto 2017

I veri uomini non piangono








La spiaggia è affollata da individui di tutte le gradazioni.

Intendo di colore, ma anche di età, di lignaggio, di sensibilità.

Passa lo sportivo con le sue scarpe tecniche, perfette per il running. Mascella volitiva, volto contratto dalla fatica, quello che si spezza ma non si piega. Non certo un mollaccione incline alle lacrime.

Passa un uomo abbronzato, completamente unto d'olio solare, che sfoggia muscoli impressionanti. Volto fiero, occhi penetranti, condotti lacrimali secchi.
Dietro ogni grande uomo palestrato c’è una grande donna con un fisico da miss e unghie e labbra decorate da vernici fluorescenti.

Passa un ceffo enorme, con una pancia a mongolfiera e la faccia da killer. Mette paura tanto che tutti i presenti distolgono lo sguardo. Questo non ha pianto nemmeno al funerale di sua madre.
Subito dietro lo seguono una moglie sottomessa e una marea arrogante di figli di tutte le età e i sessi.

Passa un individuo macilento anzi cachettico e pallido da far paura. Guarda in giro cinico e sprezzante, anche del sole. E’ talmente pallido che pochi minuti dopo lo vediamo tornare con un vistoso eritema solare che lo fa sembrare un evidenziatore fucsia.

Passano tre ragazze, giovani e belle, richiamando sguardi da ogni lato della spiaggia come una calamita attirerebbe limatura di ferro! Ridono felici ad alta voce, perché non dovrebbero?
Dietro le ragazze, un gruppo di adolescenti che sbavano senza speranza, palleggiando un pallone da volley.
Ripassano le ragazze in direzione opposta, portandosi dietro gli adolescenti sempre senza speranza, col solito pallone.

Passa un tipo in canotta e sembra molto deciso. Guardo meglio: è il bagnino.

Passano dei bambini giocosi, armati di secchielli e palette e quasi travolgono una vecchia ossuta che lancia verso loro dei titoli poco simpatici.

Passa di nuovo il tipo con la faccia da killer e la pancia a mongolfiera e la vecchia ossuta si scosta lasciando strada senza dire parola.

Quanto è diversa la gente che passa.

Sentiamo alla radio della tragedia accaduta.
Sentiamo che morte, dolore e sofferenza sono apparsi all’improvviso, squarciando il soggiorno spensierato e le vacanze di altre persone.
Forse uguali a quelle che vedo qui.

Vedo che continua il viavai sulla spiaggia.
Qualcuno ha versato sangue.
Molti avranno versato lacrime.
Mi viene da piangere a sentire questa notizia.

A qualcuno no.

Gli uomini veri non piangono.



martedì 22 agosto 2017

Hai messo la crema solare?








Estate.
Stessa spiaggia, stesso mare e non è solo il titolo di un celeberrimo brano.
Ci svegliamo, si scende, ci si mette a tavola. La colazione è un momento importante, farla tutti insieme poi, contraddistingue le vacanze.
Passami la marmellata, oggi prendo il cornetto al cioccolato, vuoi un cappuccino?
Magari assaggio lo yogurt e ci metto dentro i cereali, così vediamo come stanno…
Si va? No, aspetta un secondo che assaggio la crostata, prendo anche una spremuta fresca per mandarla giù, vuoi arance rosse o ace?
Che fretta c’è? La spiaggia non scappa!
Hai messo la crema solare? Certo, protezione trenta!

Bar sulla spiaggia.
Caffè? Io ci sto, magari assaggiamo un bombolone, sembrano così buoni.
Dopo il bagno ci sta un aperitivo, guarda hanno messo la piada col crudo come stuzzichino…
Sfida a beach volley? Magari dopo, ora sono un po’ appesantito…
Si va a pranzo.
Il buffet è una sfida a chi mangia di più. Carpaccio di tonno, alici all’aceto, verdure grigliate, pomodori e peperoni gratinati, pasticcini salati, mozzarelline, olive, sottaceti, barchette di sfoglia ripiene di ricotta, zeppole fritte avvolte con speck, verdurine in pastella, insalata russa, insalata verde, e altre cose varie.
Tagliatelle con il ragù, tortelloni, lasagnette, risotti alla pescatora, e altri primi.
Zuppe di pesce, medaglioni di manzo, seppie con piselli, orate al forno, braciole con l’osso, e altri secondi circondati principalmente da patatine fritte…
Vini rossi e bianchi, a volte acqua!
Il pomeriggio è invariabilmente sonnolento e confuso, nascosto da una nebbia digestiva.
Dai, non si passa la giornata a dormire.
Andiamo in spiaggia, prendi la crema solare!
Ci spalmiamo reciprocamente la crema, non temiamo il sole. Si va a fare una passeggiata? Magari più tardi, ora mi sento pesante…
Si rientra, doccia, cambio e arriva l’ora di cena. Lo spettacolo si ripete.
Al via, tutti assiepati come allo start della maratona di New York, al buffè tutti accaniti come una mischia di rugby, famelici come piranha, disposti a calpestare i propri bambini per accaparrarsi un piatto da riempire.
La sera quattro passi per mitigare il senso di colpa e incoraggiare una peristalsi che non ne vuole sapere di mettersi in moto.
E il giorno successivo si riprende, pronti a riprendere il lavorio delle mandibole e dei denti.
Unica attività fisica oltre allo spalmarsi reciprocamente di crema solare profumata al cocco o alla vaniglia, cosa che non fa che peggiorare le cose…

Al termine della vacanza, chiederei solo un favore: Non cercate di misurare il mio divertimento dal grado cromatico della pelle, sapete con tutta quella crema solare, al massimo fatelo dalla circonferenza addominale!



  

sabato 5 agosto 2017

Sleeping Beauty












Camminiamo in punta di piedi.




Stiamo bene attenti a non fare troppo rumore.

Immaginiamo di passeggiare su di un tappeto di uova, di avere la stazza e la leggiadria di un pachiderma in un negozio di cristalli.




Sappiamo che ogni nostro gesto, ogni movimento, ogni parola pronunciata, persino ogni mimica facciale possono avere conseguenze catastrofiche.

Non si tratta solo di non far cadere una pila di piatti in cucina. Non si tratta di non rompere una bomboniera o di evitare di sbattere una porta.

Il problema è che fa molto caldo e quando fa caldo non si sopportano i vestiti addosso e nemmeno i nostri cari.

Figurarsi quelli che cari non sono.




Dunque andiamoci piano, camminiamo in punta di piedi.

Non sono tempi per avere ragione a tutti i costi, non sono tempi per intasare le vite altrui con la nostra faccia ovunque, magari con le labbra a culo di gallina con cui crediamo di apparire così sexy. Non è il momento per imporre a tutti i costi la nostra opinione.

Al contrario pronunciamo “permesso”, “grazie” e “scusa”. Sempre, quando entriamo in un luogo ma anche quando entriamo in contatto con un’altra vita.

Facciamolo con prudenza, con cautela, con gentilezza.

Non sono tempi per le entrate in scivolata.




In un periodo in cui le risorse morali sembrano scemare, nel quale sembrano normali le discriminazioni, in cui succede quello che succede e nessuno si preoccupa se non del proprio orticello, è bene muoversi in silenzio.




Immaginiamo di entrare nel castello fatato e di trovare la fatidica principessa addormentata su un giaciglio di rose.




Ebbene, non facciamo rumore.

La principessa potrebbe svegliarsi.

E potrebbe avere un caratteraccio.




E poi, chi lo dice che siamo proprio noi il principe che stava aspettando?