giovedì 29 agosto 2019
luoghi insoliti: Desideri
luoghi insoliti: Desideri: Desideri. Ecco qualcosa che abbonda in ogni dove. Chi può dire di non averne? Desideri grandi, irrealizzabili, desideri seg...
Desideri
Desideri.
Ecco qualcosa che
abbonda in ogni dove.
Chi può dire di non
averne?
Desideri grandi,
irrealizzabili, desideri segreti, dorati, desideri modesti, inutili, desideri
pericolosi, letali.
I desideri nascono da
fame e ambizione, da necessità e da egoismi, da invidia e edonismo. Dalle cose
che ci mancano, indipendentemente da quello che abbiamo. Da ciò che vorremmo raggiungere,
ma non potremo mai avere.
Insomma, dal bicchiere
mezzo vuoto…
E quanto può essere
amaro bere in un calice che è sempre mezzo vuoto…
Ennio
guarda il sole che nasce. Ogni mattino, d’estate, i raggi attraversano i vetri
e le inferriate e sbattono sulla sua fronte. La luce lo sveglia e gli ferisce
gli occhi. Per questo ha imparato negli anni a dormire sul fianco sinistro,
quello che guarda verso la parete.
Ennio
ne ha abbastanza di vedere ogni giorno di ogni estate, il sole nascente, anche
se molti vorrebbero avere questa possibilità, lui desidererebbe da morire
vederne anche il tramonto.
Vorrebbe
potersi svegliare nel cuore della notte e uscire a guardare la luna. E invece
non può, un po’ perché la sua cella è orientata a est e anche perché sulla sua
scheda è stato scritto: fine pena mai!
Ennio
non conta più i minuti, neppure i giorni o i mesi. Sa che non avrebbe senso.
Ennio conta le estati, perché quella è la stagione in cui il sole lo sveglierà
puntuale ogni mattino prima delle sei.
Non
desidera più uscire, a questo punto non cambierebbe nulla. Il suo desiderio
nascosto sarebbe quello di cancellare l’estate.
Ma
anche cambiare cella gli andrebbe bene.
Renzo
passa la mattina in auto.
Possiede
tre hotel e non fa che spostarsi tra uno e l’altro e tra questi e la banca. Si
fida dei suoi dipendenti, anche perché li ha scelti tra i familiari più
stretti, ma allo spostamento di capitali preferisce pensarci in proprio.
Tanti
clienti hanno ancora l’abitudine di pagare con assegno e il direttore della
filiale lascia la porta del suo ufficio sempre aperta per i clienti come Renzo.
Fermo
al semaforo, con un occhio sulla valigetta, gli viene improvvisamente alla
memoria il vecchio progetto, campato in aria, pensato col suo inseparabile
amico del liceo, di aprire un bar sulla spiaggia di qualche baia lontana,
magari in Brasile oppure su un’isola tropicale.
Sogni
e progetti strampalati sono spariti tra le pieghe del passato, come il suo
amico del resto, e ora deve tornare alla realtà. Tanto più che è scattato il
verde.
Sposare
sua moglie, che ha portato in dote gli alberghi del babbo, è stata di certo una
buona mossa ma non ha cancellato il suo sogno e ora, che sta parcheggiando
davanti alla banca, il suo più grande desiderio sarebbe di poter tornare
indietro nel tempo e partire col suo amico verso spiagge lontane.
Ogni
volta che sente qualcuno suonare uno strumento dal vivo, Gabriele s’incanta.
Sente
le note scorrere sulla pelle, entrare attraverso i pori e viaggiare veloci nel
flusso del sangue. Le corde di una chitarra lo sollevano da terra e lo fanno
volare spinto al ritmo dei riff. Le percussioni lo scuotono e mettono benzina
nel motore, tutto il suo essere acquista un'energia che nessun’altra cosa è
capace di infondergli.
Gabriele
vive con la radio accesa, possiede una collezione incredibile di dischi e non
si perde un concerto nella sua città.
Non
passa giorno che non ricordi quando un compagno delle superiori gli insegnò il
suo primo giro armonico su una chitarra di terza mano.
Nella
vita ha fatto tutt’altro e non ha mai avuto il tempo per studiare seriamente la
musica, così la sola cosa che gli riesce di suonare è quel giro armonico
imparato da ragazzo.
Quanto
desidererebbe provarci, quanto gli piacerebbe prendere la chitarra in mano
ancora una volta.
Sandra
ha una vita perfetta. La sua casa è un capolavoro di buongusto, ordine e
pulizia. Ha un lavoro che le prende solo la mattina e molto tempo libero per
shopping e palestra. Le amiche la invidiano e parlano di lei continuamente.
Sandra ha un marito perfetto. Galante, puntuale e ordinato. Non dimentica mai
un compleanno né ogni anniversario.
Sandra
dovrebbe essere una donna felice ma non è così.
Anni
prima era stata un attivista in un’organizzazione no profit che portava aiuti
umanitari all’estero. Con la sua laurea in medicina avrebbe potuto essere molto
utile.
Non
riesce a guardare un telegiornale senza pensare: è lì che dovrei essere,
lontano da questa casa sicura, da questa vita sicura, da mio marito così sicuro
di tutto.
Sandra
sa che cosa desidera.
E
sa che presto lo avrà.
Che cosa sono i
desideri?
Dove ci possono
condurre?
A volte possiamo
prevederlo ma non sempre. Come ho scritto poco fa, tutti abbiamo dei desideri,
che siano evidenti o nascosti, e, spesso questi fanno da traino sulle nostre
vite. Spesso condizionano le nostre scelte e decisioni. A volte no, e ci rimane
il cattivo, amaro gusto del calice mezzo vuoto.
Non ho molto altro da dire.
Ma una cosa posso
dirla, stiamo molto attenti a desiderare qualcosa.
A volte, i desideri si
avverano.
domenica 11 agosto 2019
luoghi insoliti: Whiskey, fumo e Jazz
luoghi insoliti: Whiskey, fumo e Jazz: Col gesto navigato del pollice, apro il vecchio zippo e mi accendo la quarta sigaretta della serata. Il fumo brucia un po’ in gola e...
Whiskey, fumo e Jazz
Col gesto navigato del pollice, apro il vecchio zippo e mi accendo la quarta sigaretta della serata.
Il fumo brucia un po’ in gola e mi fa lacrimare gli occhi.
Questo in cui mi trovo è l’unico locale della città dove sia permesso fumare, inoltre suonano buona musica e servono ottimi whisky, così ci vengo ogni volta che posso.
Certo che ho provato a smettere, niente di più facile. Smetto quando voglio. Lo faccio innumerevoli volte al giorno.
Sì, lo so che non è mia la battuta, ho citato Mark Twain, lo scrittore delle avventure di Tom Sawyer, chi non lo conosce?
E poi quando sono nervoso, fumo di più.
Sul palco il sassofonista si sente John Coltrane e devo dire che gli somiglia pure. Ho alcuni vinili nella mia collezione, certo, non sono un esperto di musica jazz né posso affermare di saper suonare qualche strumento ma le orecchie funzionano perfettamente e so riconoscere il bello quando l’incontro.
E il jazz mi piace, lo trovo un genere che mi calza.
Il bello, dicevo, la bellezza.
Chi è quel pover’uomo che non la riconosce quando ci si trova davanti? Meglio sarebbe non essere mai nati, ma come vi anticipavo, non è un mio problema.
Anche perché sto aspettando una bellezza di quelle che s’incontrano una o due volte nella vita.
Un’autentica madre natura, pelle bianca come la porcellana, occhi verde mare, un incendio di capelli ramati e selvaggi e il profumo dei Caraibi sulla pelle.
Una donna che è il paradiso sulla terra.
Lei, consapevole della sua bellezza, ovviamente ritarda ed è per questo che sto vuotando il pacchetto di bionde.
Sono seduto a un tavolo vicino al palco, distante dall’ingresso del club, non voglio passare per quello che aspetta qualcuno, disperato, in piedi, davanti alla porta, guardando ossessivo l'orologio. Me ne sto seduto, in direzione dei musicisti, tranquillo a fumare e a sorseggiare il mio secondo Talisker con ghiaccio. A dire la verità servivano anche un ottimo Glenmorangie ma è un po’ troppo caro e la serata potrebbe durare a lungo.
La stupenda donna che aspetto ancora non si vede. Devo confessare che ho scelto un tavolo strategico, di lato ho uno specchio da cui, senza fatica, posso vedere il piccolo atrio del locale, senza passare per quello che si gira continuamente verso la porta.
Il bicchiere è vuoto e anche il ghiaccio si è sciolto.
Certo che lo sa proprio di essere bella, questa tipa. Forse non viene più e farei bene a uscire e a passare il resto della notte a gettare briciole ai pesci giù dal ponte.
Ma c'è il tempo di darle ancora una possibilità.
Alzo il braccio col dito indice a puntare il soffitto e dopo un minuto il cameriere mi porta un altro bicchiere di single Malt con ghiaccio.
Tanto vale trattarsi bene.
La porta si spalanca appena le mie labbra sfiorano il vetro. Entra una donna con una gonna cortissima e due gambe chilometriche seguita da un tipo che potrebbe essere suo padre, o suo nonno! Coppia volgare che tutti seguono con lo sguardo, chi condannando lei chi invidiando lui.
Io controllo il pacchetto, ancora quattro sigarette, meglio rallentare. Anche il whisky è centellinato, anche perché non ho cenato e ho solo una manciata di noccioline nello stomaco.
Avevamo appuntamento alle dieci, ora sono le undici e venti. Mi dico che la splendida creatura ha scelto altri lidi e comincio a pensare che abbia fatto bene, quando la porta del locale si apre e lo sento da un momento magico di silenzio che si tratta di lei. È come se tutti avessero trattenuto il respiro a quella sublime apparizione.
Non resisto e mi giro, lei m’individua e il suo viso si apre in un sorriso che ucciderebbe un adolescente.
Io le sorrido a mia volta e mi alzo, da perfetto gentiluomo, per farla sedere.
Sei arrivata.
A parte l’ovvietà, nella mia voce non c'è rimprovero o ostilità, solo gratitudine per la sua presenza.
So riconoscere la bellezza, come vi dicevo.
Ma non è forse l’attesa del bello, il brivido dell’aspettativa di qualcosa di magnifico, l’essenza stessa della bellezza?
Come si dice di un viaggio, non è la meta ma il viaggio stesso a essere importante?
Diciamo che questa attesa me la sono goduta, i minuti trascorsi circondato dal jazz, dal fumo e conditi dal liquore e inebriato da uno stato di sospensione e ora lei è qui, davanti a me.
Ascoltiamo ancora un brano, il sassofonista è davvero bravo, poi ci alziamo e usciamo dal locale.
Dimentico il pacchetto di sigarette sul tavolino.
Fuori fa caldo.
La donna mi sorride di nuovo, poi si volta.
La seguo.
La notte è ancora lunga.
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