mercoledì 27 settembre 2017

La bellezza del falso








Sono bravo nel mio mestiere.
So miscelare i colori come pochi altri. Riesco a dosare chiaroscuri, do forza e anima ai volti e ai personaggi che dipingo.
Sono bravo nella mia arte.
Qualcuno, invidioso, mi ha denunciato. Dice che mi manderà in galera ma io non mi preoccupo.
Tutto ciò che m’interessa e che mi lascino dei carboncini e dei fogli bianchi.
Molti fogli.
Eppure sono bravo nel mio mestiere.
Metto sulla tela storia viva, tanto quanto un romanziere lascia vivere i suoi personaggi fintanto che dura il suo romanzo.
I volti virginali delle mie madonne ispirano purezza, la luce negli occhi dei santi rivela grazia ed energia e i paesaggi, vogliamo parlare dei paesaggi?
Centinaia di persone si sono affollate davanti alle mie opere. Nessuno o quasi ha mai sospettato, nessuno si è lamentato della fattura, della qualità delle mie pennellate.
Unico delitto di cui sono responsabile è apparire chi non sono.
Passare per un pittore del secolo passato, che maggior gloria e miglior fama ebbe del sottoscritto. Ma i miei lavori non sono da meno, tanto che fanno bella mostra nelle gallerie e nelle collezioni, con la firma dell’altro.
Peggiore sarebbe, per me, ingannarvi con gli occhi e con la bocca.
Diffidate delle persone che vi sorridono troppo, che vi guardano con brama. Abbiate paura di chi vi parla con gentilezza, di chi vi cerca con insistenza e chiede costantemente il vostro parere.
Abbiate timore di chi è capace di sorridervi e un attimo dopo indurisce lo sguardo. Di chi vi tratta con estrema gentilezza e appena non ci siete vi descrive agli altri con dovizia di particolari, come neanche voi vi conoscete.
Io sono un falsario d’arte, ma vi regalo la bellezza dei miei quadri, la brillantezza dei colori, la soavità della mia ispirazione.
Osservate con gusto quei dipinti, godete della tecnica, gustate il bello che emana.
Al contrario fuggite dalle persone che vi ho descritto, lasciatele alle vostre spalle, quello che guadagnerete sarà maggiore di ciò che perderete!


Perdonate quindi il mio crimine, che non può farvi del male, almeno non tanto quanto una persona.



giovedì 21 settembre 2017

Ansia da terrorismo o propensione all’allarmismo?








“Buon giorno, agente.
Come dice scusi?
Non posso passare? Ma ho letto di un divieto ai veicoli e come vede sono a piedi…
No, non faccio lo spiritoso.
Va bene, mi scusi.
Come dice? Perché vado così di fretta? Non saprei, è il mio passo…
Certo che le faccio vedere la borsa.
Ecco, barattolo di piselli, biscotti, carta igienica, tortellini al parmigiano… sì certo che c’è anche lo scontrino. Esco ora dal minimarket!
No, non mi sto scaldando. Era tanto per dire.
È la sporta settimanale per mia madre che è invalida e non può uscire.
Sì, certo che le faccio vedere anche lo zainetto. Non ci avevo pensato!
No, non ho niente da nascondere agente!
Ora si che mi scaldo, ma come si permette!
Guardi pure.
Il tablet?  Me lo porto sempre dietro.
Mi serve per scrivere!
Ma certo che ho una connessione internet!
Come a che mi serve?
A stare in contatto con gli amici, Twitter, Facebook sa, quelle robe lì…
Ma no che non la prendo in giro.
Ecco i documenti!
Lo so che non sono residente, io vivo da un’altra parte!
Ma come porto la spesa a mia madre se non posso raggiungerla?
No agente, non ho intenzioni criminose ma perché, si aspetta che chi le abbia le venga a dire a lei?
Sì, ho capito. Alla prossima battuta la seguo in centrale ma prima mi faccia consegnare la spesa.
Come sarebbe che non ho comprato prosciutto o carne di maiale, che vuole dire?
No, le assicuro che la religione non c’entra. Solo che alla mia mamma non piace…
Guardi agente, non sono un terrorista ma chissà quanti ne saranno passati mentre lei perdeva tempo con me...
Ok, ok. Ho capito. La seguo.
Però dopo mi lascia portare la spesa a mia mamma?”

Questo resoconto è opera di fantasia ma prepariamoci a vivere bizzarre situazioni durante la settimana del G7.
Si sa, la realtà spesso è più grottesca della fantasia!


N.d.A. Nella versione riveduta e corretta ho tagliato espressioni come esplosivo, fondina, manganello, idioti e manette per evitare di far salire il livello di attenzione e di ansia nei ricercatori occulti della rete.



martedì 12 settembre 2017

luoghi insoliti: Non è un paese per vecchi

luoghi insoliti: Non è un paese per vecchi: Questo non è un paese per vecchi. Tanto per citare il cinema. Non è un paese per deboli. Questo non è un paese per fragili....

Non è un paese per vecchi







Questo non è un paese per vecchi.
Tanto per citare il cinema.
Non è un paese per deboli.

Questo non è un paese per fragili.

Un posto dove si sgomita per guadagnare una posizione, dove si spinge per ottenere un vantaggio, non è fatto per chi non sa sgomitare e spingere.
Non è un paese per chi non sa gridare, un luogo dove solo chi alza volume e toni è ascoltato e soddisfatto, un posto dove chi parla sottovoce non è considerato.
Un paese in cui è sufficiente vivere nel posto sbagliato, per esempio nelle vicinanze di un corso d’acqua, e nel momento sbagliato, come durante un imprevisto e improvviso, violento rovescio per morire!
Un posto dove si è in pericolo anche solo a camminare nel quartiere di un boss, dove il proprio negozio o la propria attività possono improvvisamente prendere fuoco se non si è voluto pagare il pizzo a un mafioso da quattro soldi.
Un posto dove chi lavora bene, con scrupolo, passa la vita senza l’ombra di un riconoscimento né di una promozione mentre chi si barcamena tra sotterfugi e menefreghismo si vede tutelare in nome di una giustizia sociale che è tutto tranne che giustizia.

Non è un paese per onesti.

Un posto dove non c'è un concorso per trovare lavoro e se c’è partecipano ventimila persone e tutto è svolto al di fuori di qualsiasi controllo.
Un paese dove ti crollano case e ponti sulla testa perché costruiti senza i materiali adeguati e autorizzati da persone senza scrupoli.
Un paese dove invece di onorare una divisa e utilizzarla per difendere e garantire la sicurezza la si sfrutta per abusare e per imporre il potere su stolti e sprovveduti.

Non è un paese per ingenui.

Un posto in cui s’impara a essere furbo dal primo giorno di scuola, dove sono per primi i genitori a trasgredire le regole e a insegnarlo ai figli, per ottenere un vantaggio nei confronti degli altri.
Un posto dove la comunità conta poco o niente al confronto del singolo e ciò che importa davvero è essere belli, eleganti, famosi e invidiati.

Non è un paese per perdenti.

Un posto dove è diventato impossibile imbarcare su un aereo una forma di cacio da far assaggiare ai parenti lontani ma è sufficiente rubare un camion per prendere di mira una folla e far saltare persone come birilli su una pista, dove non è più possibile radunarsi in massa per godersi uno spettacolo e non avvertire di essere al centro di un mirino!

Non è un paese per sani di mente, un posto, dove non riesco a far convivere il killer e il diplomatico che esistono in me, senza sentirmi confuso e disperato!

Ma basta poco, davvero poco per sapere che questo è un paese nel quale vale la pena vivere.

Basta nascondere il viso nei capelli della donna amata.
Basta osservare due giovani sposi guardarsi con speranza.
Basta osservare un bimbo piccolo tendere la manina verso la madre, con fiducia.

Speranza e fiducia.

Due cose con cui è più facile vivere anche in questo paese.




domenica 3 settembre 2017

luoghi insoliti: Tipi diversi...

luoghi insoliti: Tipi diversi...: Il tipo “tecnologico” Avevo messo la sveglia alle cinque e mezza del pomeriggio di un giorno speciale. Non ha suonato! S...

Tipi diversi...







Il tipo “tecnologico”

Avevo messo la sveglia alle cinque e mezza del pomeriggio di un giorno speciale.
Non ha suonato!
Sono in ritardo. Il turno di notte all’autogrill mi distrugge.
Questa sera è la mia occasione per cambiare vita, lavoro, tutto…
Un mio amico ha fissato un incontro con un importante agente, al termine di un meeting di lavoro nella sua azienda.
Incontrare il dottor Guido Frescobaldi di Rovetta della Mosca non è cosa semplice ma questo nobile decaduto sembra avere un carisma e un potere fuori dal comune nell’ambiente.
E non tollera due cose, il proprio nome storpiato e i ritardatari.

Manca la corrente, ecco perché la sveglia è rimasta muta. Devo fare presto, il vestito va un po’ stretto e non ho il tempo di stirarlo, tanto non c'è corrente, il tablet è nella borsa, il portatile sul tavolo ancora collegato alla rete. Per sicurezza ho salvato il progetto anche nella chiavetta USB. Ma dove l’ho messa? Cerco in tutta la casa, rovisto nei cassetti, rovescio il resto della biancheria sul pavimento. Niente. Allora cerco nelle tasche di tutti i pantaloni usati nelle ultime settimane. Niente.
Improvvisa illuminazione!
Vado al portatile, ecco la chiave ancora inserita nella sua porta USB. Ma cos’è questo puzzo di bruciato? Guardo in basso, la presa di corrente è completamente annerita e così anche il cavo!
Accidenti, speriamo che il pc non abbia subito danni!
È tardissimo, avevo programmato di noleggiare un auto col car sharing, prendo lo smartphone, lampeggia l’ultima tacca! Per forza, senza corrente non si è ricaricato! Il portatile non si accende, andiamo bene, poi non ho nemmeno il segnale wifi, allora busso disperato al mio vicino, un simpatico ottantenne che passa le giornate a riempire parole crociate. Mi fa usare il suo telefono fisso, un apparecchio a disco, anni ottanta, ma che funziona perfettamente.
Chiamo un taxi ma prima di mezz’ora non potrà arrivare nessuno.
Lo smartphone muore un minuto dopo essere entrato nella vettura!
Non riesco ad avvertire l’amico del ritardo.
Appena scendo lui mi sta aspettando nel parcheggio con lo sguardo torvo e mi sibila che ha dovuto offrire una bottiglia di champagne al dottore per convincerlo ad aspettarmi, comprata al carissimo bar aziendale, che gli dovrò rimborsare con gli interessi!
Entro, mi scuso e resto in attesa.
Mi invitano a mostrare il mio interessante progetto di ricerca. Imploro un computer funzionante, mi guardano molto male e mi aprono un portatile di ultima generazione sotto il naso.
Al dottor Guido Frescobaldi di Rovetta della Mosca sembra che abbiano versato polvere pruriginosa nei calzoni. Di sicuro non vede l’ora di andarsene.
Cosa che accade immediatamente appena inserisco la chiavetta nel portatile, dal momento che non esiste alcun file in memoria. Provo ad accedere al Cloud ma il black out deve essere avvenuto mentre il mio computer stava salvando la cartella e l’operazione non è andata a buon fine! Il dottore sta uscendo dalla stanza quando cerco di giocare l’ultima carta. Bruciandola!
Dottor Fresco Guidobaldo del Moscone della Rovina, aspetti…
Il mio amico si porta le mani al volto.
Il suo boss scuote il capo.
Il dottore si ferma sulla porta e lo si sente mormorare: “La rovino io…”

Vengo abbandonato nel parcheggio senza nemmeno un cellulare per chiamare un taxi!
Da stanotte solo parole crociate.
E domani faccio montare un telefono fisso!