sabato 24 settembre 2022

Roma

 





Cinque settembre.


La ragazza dagli occhiali dorati sopra la mascherina, capelli in ordine e trucco preciso da universitaria, non stacca lo sguardo dal proprio cellulare. Mi ricorda mia figlia. L’anziano al suo fianco,  sembra irrequieto, ha appena cambiato il suo posto a sedere per la terza volta. Il giovane in completo blu e tablet, su cui legge articoli di finanza, è sceso a Milano, dove se no?

Alla mia destra, oltre il corridoio, una coppia di sudamericani e un nordafricano scambiano saluti cortesi in inglese scolastico. Alle mie spalle due voci femminili e giovanissime discutono di programmazione scolastica e di interrogazioni.

Di fronte, la bella donna con i capelli freschi di tinta rosso mogano, sonnecchia con la testa che ciondola di lato. 

Compagna di una vita e compagna dell'ennesimo viaggio.

Il verde tra Milano e Reggio Emilia è infinito e piatto. Più avanti, in Toscana, ci attendono terreni più arrotondati.

Al termine del viaggio, appena dopo mezzogiorno, ci attende Roma, lì da sempre, prima e dopo di noi.


Maremma maiala, neanche a Firenze e ho già terminato il libro di Lucarelli. Pensare che lo avevo iniziato da due giorni e pensavo di leggerlo in vacanza...


Primo giorno:  Amatriciana e Coda


Un turbinio di emozioni, ecco quello che si prova visitando una città per la prima volta. La frenesia di non vedere tutte le cose importanti, l'ansia di trovare velocemente l'orientamento e non perdersi... Il calore di amici che si prendono cura di te e la loro utilità pratica nello stabilire una scaletta di priorità.

Entriamo nelle mura di Città del Vaticano e siamo per la prima volta davanti alla basilica di San Pietro. Non sappiamo cosa dire e ci guardiamo sorridere.

Scoprire che si è capaci di piangere anche per la troppa bellezza, sopraffatti dalla grandezza di una scultura che ti toglie letteralmente il fiato.

Restare a corto di questo per i troppi scalini e per il panorama.

E la sera scaldarsi nell'accoglienza di una casa nuova, all'ombra del cupolone!


Secondo giorno: Cacio e pepe o Gricia


Quanto è bello fare i turisti in casa propria. Vestirsi con sneakers e cappellino, come un americano, fotografare tutto ma proprio tutto come un giapponese. Castel Sant'Angelo al di là del ponte, piazza di Spagna a bocca aperta, sudati sulla scala di Trinità dei monti, stanchi e accaldati e con il batticuore per la felicità. Camminare mette appetito e menomale perché nel pomeriggio ci attende la Cappella Sistina e quell'immenso capolavoro fa venire un nodo alla gola che non passa nemmeno un olivetta... appena le gambe  reggono, decidiamo di fare una capatina alla fontana di Trevi per gettare la nostra moneta, incapaci di aspettare anche solo un altro giorno!


Terzo giorno: Trippa


Il mattino ha l'oro in bocca, si esce pieni di energia e voglia di camminare.Via del Tritone, largo Chigi, via del Corso, non ci ferma più nessuno tranne l'Altare della Patria! Quello si, grande e maestoso sul suo colle capitolino. Da quel momento entrare nella Roma antica è cosa semplice.
Mettere la salsa barbeque al posto della crema idratante... penso di essere spiritoso ma qui c'è poco da scherzare. Sarebbe opportuno invece, mostrare rispetto, qui la gente moriva davvero. A mia discolpa cito il colpo sole e il caldo di un estate che non vuole mollare... Maestoso, enorme, colossale, appunto! Il Colosseo è un opera incredibile, inutile apprezzarla nei video o sulle foto. Occorre percorrerlo in lungo e in largo, salire e scendere i suoi ripidi scaloni interni e lasciarsi portare in dietro nel tempo. Appena le gambe lo permettono, dopo un attesa interminabile alla fermata di un bus che sembra non comparire mai, ci aspetta un lungo chilometro che termina direttamente con la mano infilata nella fessura della bocca della verità. Speriamo di essere stati (quasi) sempre sinceri...
Prima di rientrare attraversiamo in Tevere e siamo sull'isola Tiberina davanti alla trattoria storica "Sora Lella" che è chiusa ma la gelateria di fianco invece no.

Quarto giorno:  Carciofi alla romana


Sotto un cielo carico di nuvole scure, si parte freschi per visitare  la basilica di San Giovanni in Laterano, ennesimo luogo da ammirare in silenzio e con la bocca spalancata. la pace del chiostro interno è incantevole e rapisce l'anima. Conclusa la visita si riparte per una lunga camminata, bagnati da una pioggia mai invadente, da piazza Barberini, costeggiando la magnifica fontana di Trevi, per una volta non soffocata dai turisti a causa della pioggia, per un dedalo di vie strette arricchite da negozietti e ristorantini, fino a sbucare nella piazza che ospita il Panteon, dove una lunga fila ci suggerisce di proseguire. Passiamo davanti palazzo Madama e arriviamo bagnati dalla pioggia a piazza Navona, stupenda e lucida d'acqua, visitiamo la chiesa di Sant'Agnese, per poi proseguire fino a piazza Campo dei Fiori dove la severa statua di Giordano Bruno scruta il caratteristico mercato. Finalmente, dopo aver pranzato, riusciamo a visitare il Panteon, ennesimo bellissimo monumento in una città ricca all'esagerazione di storia e fascino. Non soddisfatti e mai domi, camminiamo in salita fino al colle del Quirinale per vedere i palazzi della politica. Anche se il presidente Mattarella non è in casa... Al rientro non posso resistere a una capatina alla libreria Feltrinelli!

La sera, con gli amici, ceniamo da Toni e Dino, una trattoria rustica che più romana non si può, dove non sei tu che scegli il cibo ma è il cibo che viene da te e il vino freddo scorre veloce e ci si perde tra i flutti. 


Quinto giorno:  Bonus, seppie e piselli


Dal momento che è stato cancellato il treno che ci avrebbe riportato a casa (e abbiamo già lasciato la stanza), dopo un momento di disperazione si ritrova la razionalità e riusciamo a comprare dei biglietti per il giorno successivo e gli amici ci lanciano un salvagente offrendoci riparo e ristoro a casa loro. Dovendo restare in città un giorno in più approfittiamo per visitare il quartiere di Trastevere che diversamente ci saremmo persi. E' stata una fortuna come può capire chi lo conosce, vagare tra i vicoli colorati e rumorosi di giovani ai tavolini, anche in pieno pomeriggio. Attraversiamo il ponte Garibaldi e rivediamo l'altro lato dell'isola Tiberina, ci troviamo sotto la sinagoga e il quartiere ebraico, ricco di storia. 

La sera ci vede stanchi e storditi dall'abbuffata di reperti antichi, monumenti, religione e mangiate. La cena con i nostri amici e calda e accogliente e ristoratrice. Quello che ci voleva per chiudere la vacanza perfetta.

Scoprire, anche grazie a loro, angoli nascosti e poco conosciuti, bere alla fontanella degli innamorati, posare davanti la fontana delle tartarughe, ballare per strada al suono di una vecchia fisarmonica, è stato emozionante e appagante. C'è chi cerca emozioni intense scalando alte vette, cercando di scoprire i limiti del proprio fisico, chi esplora gli abissi del mare, con immersioni estreme, noi ci siamo estasiati qui, salendo e scendendo scalinate tra i sette colli, in un tripudio di arte e gastronomia, storia e spiritualità e sempre tanta emozione!

Domani si torna a casa, non senza il giusto piacere. 

Ma come dice la celeberrima  canzone: 

Arrivederci Roma!