venerdì 30 giugno 2023

Urania, figlia delle stelle

 





 


Urania ha quindici anni, una memoria prodigiosa e una fame insaziabile di libri.

Certo che a scuola tutte queste caratteristiche non la rendono la più popolare delle ragazze.

Lei non veste seguendo le mode del momento, non le interessa indossare collane e bracciali, gli occhiali non sono un orpello ma una necessità, non si fa decorare le unghie, non guarda certi programmi televisivi, dove giovani e anziani cercano di fidanzarsi, anzi guarda pochissimo la televisione...

Non ha niente in contrario, per carità, non ci trova nulla di male a seguire le mode o a farsi dipingere le unghie, alcune mani delle sue compagne le trova molto belle, gli altri possono benissimo passare il tempo come credono, semplicemente il tempo è limitato e lei ha altre priorità.

È stata sempre abituata a fare di testa sua, a non dare importanza a quello che dicono gli altri, immaginiamo quello che ha dovuto passare con un nome come il suo.

Suo padre e sua madre sono appassionati di fantascienza, lettori accaniti e per anni hanno fatto a meno di acquistare un televisore e l’hanno preso solo per vedere i film di genere.

Urania legge di tutto, oltre ai libri consigliati dagli insegnanti.

Legge manuali e saggi scientifici e ha letto tutti i libri di Hawking sull’universo.

Le piace Bradbury, trova alcuni racconti struggenti come poesie d’amore.

Ha provato Asimov che ha uno stile scientifico anche quando scienza non è, ha scoperto John Wyndham e Jack Finney ma le sembra che sfocino a volte nel genere horror.

Così ha anche iniziato a leggere un certo Stephen King.

Inutile dire che porta con orgoglio il proprio nome e non vorrebbe chiamarsi in nessun altro modo.

Questa estate ha già pronta una pila di tascabili sul comodino e ora che la scuola è finita, ha già l’acquolina in bocca.

A proposito di scuola.

Quest’anno hanno parlato di una donna vissuta ad Alessandria d’Egitto al termine del quarto secolo. Una donna di nome Ipazia.

Ipazia è stata una delle prime donne a imporsi nell’allora comunità scientifica. La professoressa ha affermato che se fosse nata nel ventunesimo secolo sarebbe senza dubbio diventata una star mondiale con milioni di follower…

Ipazia studiava in continuazione e univa il metodo scientifico alla filosofia diventando così una delle voci più autorevoli della comunità culturale e, poiché donna, destando invidia, scalpore e scandalo.

Molti la ammiravano e arrivò a condurre la scuola neoplatonica della città ma fu presto, da parte di alcuni, accusata di essere un’incantatrice, una specie di fattucchiera e durante i tumulti le fu teso un agguato e fu uccisa dai suoi detrattori.

Ipazia era solo una donna che guardava le stelle e cercava, attraverso la matematica, di capirne i segreti. Fu probabilmente la prima grande scienziata donna mai esistita.

Quella lezione restò impressa nella mente di Urania e le stimolò la fantasia.

Le sarebbe piaciuto diventare come Ipazia, avere la sua intelligenza, la sua curiosità e soprattutto il suo coraggio.

Lei stessa in passato era stata dileggiata e chiamata “strega” ma grazie allo studio di quel personaggio, aveva compreso che chi ti ostacola e t’insulta forse lo fa solo perché non riesce a capire quello che dici, non comprende quello che comprendi tu, e forse ha solo paura di te.

Urania aveva anche studiato l’origine del suo nome.

Nella mitologia greca Urania era figlia di Zeus e di Mnemosine. Urania è una delle Muse, protettrice di astronomia, geometria e matematica.

Urania non avrebbe potuto essere più felice perché poteva così identificarsi completamente col suo nome.

Corse da sua madre, con la quale ultimamente i rapporti erano diventati tesi e conflittuali e la abbracciò dicendole quanto fosse grata che i genitori avessero scelto per lei proprio quel nome.

Quella mattina aveva deciso che sarebbe stata in biblioteca e avrebbe fatto due chiacchiere col ragazzo gentile che c’era al bancone. Le piaceva un poco ma questo non l’avrebbe mai confessato a nessuno.

Quella giornata sarebbe stata dedicata alla ricerca e allo studio ma quando sarebbe arrivata la sera, aveva sempre la sua pila di libri ad aspettarla sul suo comodino.

Urania finì la sua colazione e uscì ridendo.

Non era una strega e studiare non era mai stato così bello.

 

 

 




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