La temperatura è mite.
Ci sono sere, in
primavera, che restare a letto è uno spreco.
Meglio sedersi in
balcone, magari a fumare un po’.
Gianni ha la pipa in
bocca ma non l’ha accesa perché sente che non è il momento giusto. Si sofferma
a osservare il cielo stellato che si fa via via più buio e limpido. Osservare
le stelle gli è sempre piaciuto e gli mette addosso un senso di pienezza
accompagnato da una dolce malinconia che non si è mai saputo spiegare.
Il silenzio è quasi
completo e finalmente Gianni avverte il rumore che sperava di sentire e che gli
ha impedito di fumare.
Ciak…ciak…ciak… piccoli
piedini scalzi in avvicinamento.
Il cigolio della porta
socchiusa che si muove. Una piccola ombra che appare sul balcone e corre a
stringere la gamba dell’uomo.
-Flora, cosa ci fai
ancora sveglia?
-Non riuscivo a dormire
e volevo stare con te sul balcone, nonno.
-Solo cinque minuti. Se
i tuoi sapessero che ti permetto di restare alzata a quest’ora non ti
lascerebbero più dormire a casa mia.
Flora sorride birichina,
con la consapevolezza dei suoi cinque anni e mezzo e di chi sente già di avere
il mondo in tasca.
-Come mai non prendi
sonno?
Flora si accomoda sulla
poltroncina libera, mostrando tutta l’intenzione di non rispettare il
limite dei cinque minuti.
-Pensavo alla nonna.
Nella foto in salotto sorride. Ma io non la posso vedere perché non c’è più…
Gianni avverte la
veloce stilettata nel suo cuore, fredda e dolorosa, passa in un istante e per
fortuna la bimba non se ne avvede. La carezza con la mano sulla testolina, così
piena di capelli che i genitori sono costretti a tenere corti.
-Tu le somigli molto,
un giorno, quando sarai adulta, riderai come lei.
-Davvero nonno? La
bimba sorride e nel buio del balcone quel sorriso lo abbaglia.
Come farei senza di te,
pensa Gianni mentre Flora dondola avanti e in dietro i piedini.
-E poi la nonna non è
sparita, no, lei c’è sempre, solo che non la vediamo tutta intera.
-Che significa nonno? E’
stata divisa in pezzetti?
-Ma no, certo che no.
Non la vediamo tutta intera come quando era in vita ma se cerchiamo bene, la
possiamo vedere quando meno ce lo aspettiamo, come stavo facendo io poco fa
guardando una stella, come posso vederla ora nel tuo sorriso e nel tuo cuore.
Flora mette un dito
nell’angolo della bocca, come fa sempre quando il concetto da assimilare è
complesso.
Poi annuisce come chi ha
capito. –Certo, io ho visto la nonna quando ho usato la coperta che ha fatto
lei con le sue mani, e qualche volta sento anche il suo odore.
Questa volta è Gianni a
essere perplesso. –Mi spieghi meglio?
-Ma certo, nonno.
Quando cucini qualcosa che cucinava lei, si sente l’odore di quando era lei a preparare,
oppure quando hai comprato un mazzo di fiori e mi è sembrato che ci fosse la
nonna dentro una rosa…
Gianni non si sente di
insistere. Anche a lui sembra qualche
volta di percepire l’odore della moglie ma non vuole essere preso per matto e
si guarda bene dal dirlo.
-Sai perché sei stata
chiamata Flora? Gianni prova a cambiare discorso…
-Si certo. Perché
quando sono nata, ero bella come un fiore. Risponde lei divertita.
Questo era evidente,
quello che non sapevano i tuoi genitori era quanto saresti diventata
intelligente, pensa Gianni, guardando la piccola.
-Ma nonno, perché vedevi
la nonna guardando una stella?
Gianni sa di non avere
scampo.
–Vedi, quando la vita
finisce e lo spirito esce dal nostro corpo, questo non scompare ma gli atomi
che lo compongono si separano per andare a costituire qualcosa d’altro nell’universo,
per esempio gli atomi del corpo della nonna possono essere diventati una
nuvola, il petalo di un fiore, perfino una stella, quindi quando osservo il
cielo io cerco la nonna.
Flora pone il dito
sulla bocca. Poi riparte. –Non so cosa sono gli atomi…
-Sono i componenti più
piccoli della materia, una specie di mattoncini Lego dell’universo. Li studierai a scuola,
non avere fretta.
Flora sorride furbetta perché
sa che la prossima è la domanda cruciale.
-Nonno, tu hai detto
che lo spirito è uscito dal corpo di nonna ma cos’è lo spirito e dov’è andato?
Ora Gianni sa di non
avere possibilità. Come si fa a spiegare una cosa così grande a una bimba di
cinque anni, che a quest’ora dovrebbe già essere a letto, quando lui non l’ha
capito in settanta?
-Vedi Flora, lo spirito
è quella forza che ci fa andare avanti nonostante le difficoltà, quella cosa
che ci fa essere felici, ciò che ci avvicina alle persone e che ci fa cercare,
sempre. Lo spirito è l’amore. Per questo ti posso dire che l’amore di tua
nonna, che mi ha cercato e trovato ha permesso che nascesse la tua mamma e che
ha continuato a essere presente quando sei nata tu e anche ora che la nonna non
è qui il suo amore continua a esserci e non ci lascerà mai. Non ti lascerà mai
bambina mia.
-Nonno, io questo lo sapevo
già. Non devi essere triste.
-Ma io non sono triste,
Flora, quella era una lacrima di gioia. Perché è questo che hai portato tu.
Gioia pura.
Flora prende la mano di
suo nonno e resta in silenzio a guardare le stelle.
Lui non ha il coraggio
di mandarla a dormire e resta immobile a gioire della presenza della nipotina.
Le stelle rimangono
immote a illuminare col loro spirito il balcone.
Poi la piccola lascia
la mano del nonno.
–Ho sonno. Si è fatto
tardi, buonanotte nonnino.
-Buonanotte Flora. Io
resto qui ancora per un po’ a fumare. Domani mamma e papà passeranno alle nove
e andrete al mare. Non fare i capricci quando ti chiamo.
-Non li farò, nonno.
Poi Flora alza lo
sguardo verso il cielo.
-Buonanotte, nonnina.