martedì 30 aprile 2019

la donna del destino











Il bambino si ritrae spaventato.

L’anziana donna non capisce, aveva sollevato la mano a mezz’aria, per carezzarlo dolcemente sulla testa.

Dopo un momento l’espressione del bimbo si rilassa e lei sa che può offrire la carezza.



Il piccolo ha sei anni, è un ometto, va a scuola accompagnato dal padre.

Il padre del bimbo è un omone, scorbutico e litigioso. Tutte le mattine cammina con la minuscola mano del figlio che scompare nella sua. Ha lo sguardo torvo e minaccioso di chi è pronto a fare la guerra col mondo.

Un giorno, una mamma alla guida, distratta dal telefono, ha frenato con violenza per evitare i pedoni che attraversavano all’incrocio e lui, con un pugno, ha ammaccato il cofano dell’auto come fosse stato di stagnola. Tanta palestra avrà pure il suo peso nelle questioni stradali, no?

Col bimbo non ci parla molto, non ha tempo, preso com’è nelle discussioni e nei litigi con gli automobilisti.

Lasciato suo figlio a scuola, torna a prendere l’auto e passa dall’altra parte della barricata a insultare i pedoni…

La mamma del bimbo è sempre indaffarata.

La spesa, le amiche, il pomeriggio televisivo sempre pieno di cose interessanti e bella gente… Poi prepara merende, pranzi e cene, la sera si sente uno straccio. Certo che si occupa di suo figlio, che domande, lo va a prendere a scuola, lo porta al parco, ogni tre giorni lo accompagna in piscina, dove tra l’altro c’è un bagnino da paura, con due spalle così… altro che suo marito, che non fa che mangiare, fumare e lamentarsi.

Insomma, il piccolo ha una famiglia regolare, mica di quelle che vanno di moda oggi, che non si capisce chi è la mamma e chi il papà… è un bimbo normale, sano, ha fatto anche le vaccinazioni, che la scuola ha preteso, perché i genitori non erano tanto convinti.

Certo, ogni tanto si litiga, come in tutte le famiglie normali, a volte si alza la voce, anzi spesso ultimamente ma la sera, sul tardi, quando il piccolo è a letto nella sua cameretta.

Il bimbo fa sempre più fatica ad addormentarsi. Gli concedono di giocare col telefonino di papà, e lui è contento, la sera, di passare due ore con tutti i giochini che ci sono nel cellulare, almeno non deve guardare i film che piacciono al papà dove c’è gente che uccide altra gente infilando coltelli nelle pance, sparando proiettili nelle teste, facendo uscire tutto quel sangue. Sì, i genitori gli hanno spiegato che si tratta di sangue finto e che può vederlo perché non c’è pericolo, ma a lui continua a sembrare tutto così vero. 
Sua mamma invece sta sul divano a chattare con le sue amiche. Ogni tanto ride da sola.

E poi è difficile addormentarsi se nell’altra stanza le voci sono forti e cattive e dicono tutte quelle parole che a lui è vietato dire.

Insomma, a volte a scuola gli viene da piangere, una volta gli è scappata la pipì ed è tornato a casa con un quaderno a nascondere il davanti dei pantaloni, temendo una punizione ma la mamma non si è nemmeno accorta…

A parte questo, le cose vanno bene ma è difficile capire, quando un adulto alza una mano verso la tua faccia, che non vuole farti del male…



La donna è una vicina di casa, pensionata, che cura le piante e le rose del giardino.

Il bimbo è sceso a giocare col suo camion di plastica e si è avvicinato a guardare.

Lei osserva un attimo l’espressione seria e un po’ malinconica del piccolo, allora con le forbici recide una rosa, la porge al bimbo e gli dice con voce calma:

-porta questa rosa alla mamma.

Il bambino sgrana gli occhi, capisce che non deve pagare il fiore ma maggiormente è colpito dalla voce serena e gentile della signora.

Per la prima volta, dopo tanto, il bimbo si apre in un sorriso.

Poi corre su, felice, dimenticando il giocattolo in cortile.

Ora sa che i gesti buoni non costano nulla e non ci si stanca a farli e sa anche perché i genitori sono sempre così stanchi e nervosi.

Ora può dirlo.



L’anziana torna alle sue rose, senza sapere che in quel momento un destino è cambiato per sempre.














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