sabato 1 settembre 2018

Il mondo del 2000






Il cielo, almeno la fetta di cielo che posso vedere dal finestrino è attraversata da una scia bianca come fosse un vettore messo lì a indicare la strada.

Le poche auto sull'autostrada rimangono indietro una dietro l'altra non potendo competere con l'alta velocità ferroviaria.

Come sono lontani i tempi in cui sul treno ci  trascorrevi lunghe, scomode notti fatte di sonno sudato e spezzettato oppure giornate intere trascorse a condividere noia, panini e odori.
Come è lontano il tempo in cui occorreva recarsi alla  biglietteria della stazione per comperare il biglietto.
Come sono lontani i tempi dello scompartimento “abitato” dalla famiglia che si spostava verso il sud del paese, nonno e nonna, zii e cognati, ragazzini e infanti piangenti al seguito.
Quando, se eri previdente arrivavi mezz'ora prima della partenza, salivi in carrozza e ti facevi passare le valigie dal finestrino.
Tempi da tradotta militare… e chi ha qualche capello bianco capirà.

Oggi viaggio a duecentocinquanta chilometri all'ora, fresco di aria condizionata e immerso in un leggero ronzio ovattato che ci suggerisce di colloquiare tramite sussurri, i miei dispositivi sono collegati alla corrente e connessi al wifi.
Ho scelto e prenotato i posti e poi pagato tramite lo smartphone e il controllore appena passato ha verificato il mio biglietto allo stesso modo.

Mi ricordo che da piccoli, in seconda elementare, inizio anni settanta giusto per capirci, immaginavamo il futuro, il mondo dopo il 2000, come un posto fantascientifico, pieno di auto volanti ad affollare i cieli delle città…
Ma eravamo bimbi ingenui.

Oggi il futuro è qui, tante cose sono cambiate e non tutte in meglio.
Quanto al domani?
Chissà.
Magari torno a guardare in aria, forse ci sarà un vettore a indicarci la via.


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