sabato 8 settembre 2018

Cosa me ne faccio di un detto africano?




Il giovane corre veloce ma il vecchio conosce la strada.
Questo recita un detto africano.
Per quanto mi riguarda, ho rallentato l'andatura tentando di aprire una mappa controvento.

Ho rallentato perché non sono più di primo pelo.
Ma non solo.
Ho rallentato perché è più prudente e la prudenza è una cosa saggia. Ho rallentato perché andare piano mi rende più facile fermarmi o deviare se mi accorgo di essere sulla strada sbagliata.
Quanto alla mappa… è già difficile aprirla senza causare strappi. È già complicato dispiegarla  dalla parte giusta e non leggerla al contrario.
Spesso siamo concentrati su un nome scritto in caratteri minuscoli mentre sarebbe meglio fare un passo indietro per osservare e studiare tutto il territorio.
Fare un passo indietro.
Che frase semplice da scrivere e difficile da attuare.
Che sia un giovane a correre o un vecchio a camminare lento quanto è difficile oggi fare un passo indietro.
Questione di educazione, questione di cultura, questione di presunzione o di senso di superiorità non ha importanza. Oggi chiunque ha la possibilità di parlare di ogni argomento senza avere bisogno di studiare. Lo scibile a portata di click. Non è più nemmeno importante possedere una discreta competenza informatica se anche chi non ha mai acceso un computer in vita sua accede al mondo di internet col telefono cellulare immancabile in ogni tasca.
Perché studiare quindi?
L'elettronica ci ha tolto prima la capacità di contare, poi la memoria.
Oggi non abbiamo bisogno di utilizzare troppo la materia grigia. Basta avere i giga.

Quanto alla strada di cui si parlava?
A che serve conoscere la geografia del territorio, se si dispone del GPS e di un navigatore con cui si può dialogare?

Oggi tutti possono correre e tutti possono conoscere la strada.

Questo ha provocato un aumento medio dell'arroganza di tutti e un senso reciproco di fastidio e sospetto. Non abbiamo bisogno dell'altro per orientarci e raggiungere le nostre mete.
Ma si può vivere così?
Si può vivere così?

Certo. Lo stiamo facendo. Ma a che prezzo…
Mi piace pensare che posso ancora rallentare sebbene riesca a correre.
Mi piace pensare che posso fare un passo indietro.
Poter chiedere quando ne ho bisogno e poter spiegare quando il bisogno è d’altri.

Poter crescere i bambini in un mondo dove, come recita il detto africano, il giovane corre veloce ma il vecchio conosce la strada.


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