Cade la neve.
Cade in silenzio.
Come in silenzio si resta
nei luoghi solenni.
In silenzio, così come
spesso, in silenzio, sono progettati i cambiamenti più importanti.
Come in silenzio opera
chi è capace delle cose migliori, tra tanti che urlano.
Cade la neve e non fa
rumore.
E ogni rumore è in
grado di azzerare.
Cade la neve e ricopre
lenta tutte le cose.
Nasconde la neve, le
strade imperfette, le buche, cela le crepe e le storture.
Copre i sacchetti dei
rifiuti, abbandonati sui marciapiedi. Copre le macchie di olio motore e le
foglie ammuffite. Rende pulita l'aria che prima era satura di polvere,
inquinata e appestata da troppi vizi e poche virtù, che solo a respirarla ci
rendeva più cattivi e più stupidi.
Cade piano la neve.
Non ha fretta, è un
lavoratore ostinato e tranquillo, che niente e nessuno può fermare. Scende lenta e inesorabile, un mare d'acqua
congelata, cristallizzata, leggera come piume e pesante come cemento, che
sembra galleggiare nell'attesa di impolverare la superficie delle cose.
Una pagina bianca,
perfetta, come ci piacerebbe tante volte avere a disposizione, quando le cose
non vanno come vorremmo e farebbe comodo ricominciare da zero.
Cade la neve e tutto
sembra purificare.
Quello che ieri ci
sembrava anonimo e scontato, brutto e sporco, oggi ci appare puro, poetico e
artistico.
Un'infinità di bianche
opere, di fredda bellezza.
Cade la neve su di noi.
E ci rende puliti e
perfetti, o a volte
solo bagnati e
intirizziti.
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