sabato 10 giugno 2017

La mia vita sull'isola







Immaginate un’isola.
Un’isola verde a poche miglia dalla terraferma, visibile dalla costa nelle giornate di tempo sereno.
Una piccola isola rigogliosa con un solo centro abitato sull’altura e tante case, sparse su entrambi i versanti.
Un’isola raggiungibile in tempi rispettabili con il traghetto di linea o magari più velocemente con l’elicottero se siete facoltosi, tempo e mare permettendo.
Un’isola con tanto di vecchio faro, con annesse antiche leggende.
Vi garba il posto?
Immagino di sì. A me piace e ci torno ogni volta che posso.
Ho iniziato a visitarla e a viverci molti, molti anni fa. Più di tre decenni.
Tanti ricordi sono vividi e luminosi, altri hanno cominciato a sbiadire, perdendo colore e virando al grigio, proprio come i miei capelli.









Comprai L’OMBRA DELLO SCORPIONE nel 1985.
Avevo letto CARRIE ed ero rimasto impressionato dalla bravura di questo sconosciuto scrittore. All’epoca il nome di King non significava nulla per me ma tendevo a ricordare i nomi degli autori dei libri letti, per una sorta di rispetto verso il loro lavoro.
Dicevo, comprai questo romanzo di settecento pagine e lo portai per un week end al mare con i genitori. Mi ero appena diplomato e non disponevo di reddito né di auto propria, quindi al mare con mamma e papà o restare a casa.
Per tre giorni il mio naso si allontanò dalle pagine di quello scrigno, solo per mangiare o dormire (più altre cosine che non specifico) e quando terminò il soggiorno al mare, anche il libro era finito!
Con sole ottomila lire mi ero portato dietro l’universo.
All’epoca compravo i libri, pochi per la verità, al supermercato. Capirete, erano scontati. Quando trovai A VOLTE RITORNANO e poco dopo LE NOTTI DI SALEM fu un acquisto sicuro.
Sono sempre stato molto indeciso tra gli scaffali ma a quel punto ero giunto a una conclusione. Quello Stephen Edwin King sarebbe diventato il MIO autore!
Oggi quei vecchi tascabili riposano nella libreria dell’ingresso, con le pagine color seppia a testimoniare il tempo trascorso.
In pochi anni recupero tutto quello che c’è tra le edizioni economiche, possiedo ancora una copia de L’INCENDIARIA, con la dedica appassionata della fidanzata (che oggi è mia moglie) e che mi ha tenuto compagnia durante i quindici lunghi giorni di richiamo alla leva nel maggio 1988.
Gli anni ottanta si sono chiusi alla grande con le uscite di IT e poi di MISERY.
Edizioni rilegate stavolta, alla soglia delle venticinquemila lire, ma ormai avevo un impiego stabile e quello era un vero investimento!

Poi, come capita a molte persone, mi sono sposato.
Mi ero comprato poco prima del matrimonio L’ULTIMO CAVALIERE e non lo avevo letto, conservandolo per il viaggio di nozze. La dicitura in copertina: “Primo volume della serie LA TORRE NERA” mi stava facendo desistere. Non mi sentivo attirato da una saga a puntate, non mi andava di essere vincolato da future uscite ma non seppi resistere, il nome di King era una garanzia ormai e non volevo perdermi l’occasione di un altro giro sull’isola.
Fu strano, un bel western ma troppo diverso da altri romanzi. Non lo capii.
Nel febbraio 1991 uscì QUATTRO DOPO MEZZANOTTE, io ero felice, il viaggio continuava ma ancora non sapevo che ad agosto, durante la mia prima vacanza negli USA, avrei stretto tra le mani FOUR PAST MIDNIGHT, edizione cartonata della Viking, enorme e pesante più di un chilo con una bellissima dedica della cugina di mia moglie che viveva in New Jersey.
Sempre nel 1991, potei gongolarmi con la bellissima e pesantissima edizione integrale edita da Sonzogno, de L’OMBRA DELLO SCORPIONE che si fissò così nella mia memoria come uno dei romanzi preferiti.
Nel gennaio 1995 fu pubblicato INSOMNIA e fu un titolo profetico. Una notte, ero intorno al centinaio di pagine, mi chiamarono dall’ospedale, mia moglie era entrata in travaglio. La mia primogenita aveva deciso che era ora di farsi sentire. Passammo la notte a camminare e quando Ilaria nacque e tornò con la mamma a casa, le notti non furono più le stesse.
Nel 1996 uscì a puntate, una ogni quindici, venti giorni se ricordo bene, IL MIGLIO VERDE.
Sei puntate in tutto. Arrivammo a luglio leggendo la quinta. Quell’anno eravamo riusciti a programmare il secondo viaggio negli Stati Uniti e lì ebbi occasione di trovare la sesta puntata che lessi e compresi col mio inglese maccheronico-elementare.
Rileggere il sottile volumetto uscito a settembre nelle edicole italiane, mi confermò che avevo capito il senso ma non m’impedì di commuovermi per il finale.
Ovviamente ho comprato anche l’edizione integrale del 1998 e sfogliandone le pagine mi cade tra i piedi un biglietto del cinema della mia città datato 13/3/2000, titolo del film: Il miglio verde!
Su MUCCHIO D’OSSA ho appuntato: 11/02/99, per i sei mesi di mia figlia Marika, questo è il mio regalo! Dubito che lei potesse leggerlo, così lo lessi io.
Riguardo al 2000, ho un libro datato settembre con una frase scritta da me a matita: “alla fine di un incubo reale, un incubo fittizio”. La mia secondogenita era stata da poco dimessa da un breve ricovero ospedaliero e potevamo rilassarci. Per me era di nuovo tempo di attraversare il braccio di mare e sbarcare su Little Tall Island. Il libro in questione è LA TEMPESTA DEL SECOLO.
Ci sono anche libri di cui non ricordo quasi nulla, i primi firmati Bachman, perché sono passati tanti anni, oppure BUICK 8 che leggevo nel febbraio del 2003 mentre purtroppo mio padre ci stava lasciando e che credo di avere terminato su un materassino (il mio giaciglio di fortuna) sul pavimento del soggiorno di casa dei miei. Si può dimenticare il contenuto di un romanzo, non il volto di tuo padre, giusto?
Seguì un decennio e oltre di magnifiche letture, romanzi, saggi, raccolte di racconti brevi (che prediligo) e non ultima La Saga!
LA TORRE NERA.
Comprai l’ultimo volume nel dicembre 2004, ho amato quelle 1100 e più pagine dalla prima all’ultima e l’anno seguente ricevetti in regalo l’edizione americana con le illustrazioni di Michael Whelan!
La serie mi aveva tenuto compagnia per quattordici anni, durante i quali rilessi ogni volume almeno due volte, ma nel novembre 2012 ci trovammo tra le mani un capitolo inatteso, LA LEGGENDA DEL VENTO.
Ogni anno a diventare un anno più adulti ma sempre aspettando l’ultimo King, come un bambino aspetta l’ultimo giorno di scuola, come a scandire il cambio delle stagioni, come un evento astronomico…
Certo, durante questi lunghi anni non c’è stato solo lo scrittore del Maine, ho avuto molti altri autori a tenermi compagnia, italiani come Camilleri, Eco, Lucarelli, De Giovanni, Carlotto, Benni, Faletti e molti altri e non cito i classici. Stranieri come Grisham, Crichton, Koontz, Kundera, Pennac, Murakami e altri che in questo momento sfuggono.
Ho provato anch’io e mi sono cimentato con un romanzo, ho voluto capire cosa significhi diventare autore. Creare personaggi, luoghi, trame ed emozioni.
Ma mi accorgo di una cosa.
Tutti sono stati traghettatori.
Ogni volta qualcuno mi ha intrattenuto per permettermi di salire sul traghetto e navigare quel braccio di mare per tornare alla mia isola.
Quante volte è successo e quante volte ci tornerò ancora.
Su questa piccola isola, davanti alle coste del Maine, emersa dall’immaginazione del Re ed esistente nelle menti di tutti noi, Fedeli Lettori, che ne affolliamo le spiagge ogni volta che abbiamo l’occasione.







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