giovedì 1 giugno 2017

Ho fatto la gara con una farfalla







Mi piace correre.
Nonostante il dolore al ginocchio. Nonostante il poco tempo libero.
Stamattina non fa ancora troppo caldo, anche se il sole promette battaglia. Il profumo dei tigli invade l’aria e la notte è stata fresca.
Nessun dubbio, indosso i pantaloncini, infilo le cuffie e si parte.
Quando corri, devi venire a patti con una serie di realtà, il caldo, la stanchezza, la sete… e la fauna.
Lungo il percorso incontri allegri cani che saltano e vogliono correre con te, proprietari di cani, poco o per nulla simpatici che ti guardano accigliati e non vedono l’ora che tu scompaia alla vista per smettere di tenere stretto il guinzaglio, nugoli di moscerini che ti costringono a correre con la bocca serrata, lucertole che scappano disperate per evitare di essere calpestate, letali calabroni che ti ronzano a pochi centimetri dalle orecchie.
E’ bellissimo correre nel verde ma ci sono delle condizioni.
Stamattina è stato diverso. Ho fatto un incontro inatteso.
Una farfalla, una comunissima farfallina bianca.
Una rapaiola, perché chiamarla cavolaia minore, mi sembra brutto.
Questo esserino esile, leggero come l’aria, dal movimento all’apparenza incerto e mutevole mi affianca per una decina di metri e sembra voler gareggiare in velocità, io su piedi sicuri e gambe allenate, lei svolazzando, come controvento, su ali sottili.
Quei pochi metri bastano a farmi capire che abbiamo la stessa velocità.
Poi, all’improvviso la piccola farfallina bianca scarta di lato e scompare alla mia vista, mimetizzata tra i cespugli.
Chissà quella manciata di secondi, quei metri percorsi in parallelo, quanto sono durati per quella vita così breve.
Eppure ho immaginato che l’essere sapesse perfettamente quale strana e tortuosa linea volesse percorrere. Quanta strada voler svolazzare accanto l’umano, dove dirigersi e su quale foglia posarsi.
Mi è parso che quell’esserino non avesse tutti i miei problemi esistenziali, che non avesse bisogno di distinguere il male e il bene, il giusto e l’errato. Ho avuto la certezza che la farfalla possedesse in se tutte le informazioni necessarie per condurre un’esistenza congrua.
Abbiamo fatto a gara di velocità, io con passo deciso e lei seguendo una traiettoria irregolare ma tra i due quello con i dubbi ero io.
Mi piace correre, certo. A volte sono anche competitivo ma oggi no.
Ho fatto la gara con una farfalla, sorrido al pensiero.

E ha vinto lei.



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