martedì 10 marzo 2015

Wild Trip




Oggi, correndo, ascoltavo la radio. 
La musica è un ottimo incentivo quando le gambe sono stanche e il fiato diventa corto.
Così, sudando e faticando sono arrivato al ponte sulla tangenziale.

La vista della tangenziale dal ponte, quel flusso quasi continuo di mezzi nelle due direzioni, ha
sempre evocato in me un senso di fuga. Ci vedo la via d'uscita dalla città e mi sovviene un
brivido uguale a quello che si sente in fondo alla pancia prima di partire per un lungo viaggio.
Il momento migliore per guardare la tangenziale attraverso il parabrezza dell'auto è la notte o al mattino ma molto presto.
Ma sto divagando.
Il programma alla radio va avanti e si sta parlando di viaggi. Dei viaggi in coppia per la
precisione. La conduttrice intervista al telefono una coppia di toscani dalla parlata facile e
solare. Sono partiti più di un anno fa dall'Italia con un tandem, una tenda e poche cose per
sopravvivere. Tanta voglia di pedalare, conoscere genti e paesi, culture e costumi. E un
obiettivo, raggiungere prima o poi l'Australia. Sembrano non avere fretta, accettano passaggi su
camion per accelerare l'avvicinarsi delle città e ospitalità per non passare tutte le notti sotto la
tenda. Tengono un blog di sicuro più avventuroso e interessante del mio e scrivono articoli ovviamente di viaggio su siti internet. Decido di seguirli.
Dicono di essersi conosciuti sotto un ulivo, di essersi annusati e di avere capito di essere fatti
per viaggiare assieme. Raccontano che talvolta ci sono momenti di attrito in cui uno vorrebbe
quasi scaricare l'altro ma sanno superare le crisi e darsi coraggio e forza per andare avanti e
continuare a pedalare. Sono attualmente in Iran dopo avere attraversato la Turchia.
Una storia molto bella e romantica che varrebbe la pena conoscere.

Nel frattempo ho ricominciato a correre e mi sono lasciato alle spalle il ponte sulla tangenziale.
Mi sto avvicinando alla ferrovia, la vecchia Torino-Ceres, che una volta abbiamo preso per far
provare alle, allora bimbe, il brivido del trenino.
Mi accorgo di sorridere.
La trasmissione prosegue piacevolmente e i brani musicali danno il ritmo ai miei stanchi passi.
Ora la telefonata coinvolge una coppia di non so quale regione. Marito e moglie, due cuochi che
sono partiti da alcuni mesi viaggiando attraverso la Russia, la Siberia, attraversando la Mongolia fino alla Cina.
Si dicono alla ricerca di nuovi gusti, nuove spezie, nuovi piatti da mettere sotto i denti e nel
bagaglio d'esperienza. Lei racconta che hanno progettato un viaggio minimalista, dandosi un budget giornaliero molto basso e il marito conferma di riuscire quasi sempre a rispettarlo approfittando della generosità della gente e dell'ospitalità dei popoli nomadi.

Tutti concordano che viaggiare in questo modo estremo sia l'essenza del conoscere il mondo, che se si vuole davvero comprendere una terra occorre viverla in modo essenziale, senza fronzoli e senza lussi.

Viaggiare con poche risorse, senza bagagli, con pochi soldi, uno zaino, una cartina, solo con un compagno o compagna di vita che condivida amore, ideali, sogni e speranze.
Ho già scritto cosa penso dell'argomento del viaggiare leggeri ma dei viaggi estremi?
Sinceramente non ho esperienza, non mi sono mai trovato nel cuore di una foresta a nutrirmi di insetti, non mi sono mai perso su mulattiere montane nel mezzo del nulla oppure su sentieri desertici a cavallo di una bicicletta arrugginita e senza camera d'aria di scorta...
Al massimo ho divorato un panino sul muretto di una piazza, il momento più avventuroso è stato chiedere quale fosse il "gate" giusto del nostro volo in un aeroporto Parigino, parlando in inglese!

Si può conoscere il mondo senza viaggiare wild stile? Non lo so, ma di sicuro si può viaggiare.
Soprattutto se si è accompagnati. Con mia moglie siamo stati in molti posti, magari non selvatici, magari non estremi. Forse non abbiamo sperimentato l'autentico brivido dell'avventura ma vi assicuro che i brividi non ci sono mai mancati.
Prima ho sorriso pensando al vecchio trenino, certo non è una Ferrari ma ci si muove e a volte andare piano serve a non perdere tanti particolari.

Molte volte a viaggiare in due ci si accorge di avere due velocità diverse, a volte viene la tentazione di non aspettarsi ma quando ce n'è bisogno, quando qualcuno dei due ha un problema e zoppica non manca mai il braccio al quale aggrapparsi.
La vita è il viaggio più estremo, il più pericoloso, molti si perdono, molti si arrendono.
Noi stiamo viaggiando insieme da venticinque anni e sono tanti i luoghi che non abbiamo ancora visitato.
Non vedo l'ora di andarci.





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