sabato 7 marzo 2015

La scelta di non scegliere





Mi sono chiesto tante volte perché oggi sono quello che sono e come ho fatto a diventare ciò che sono.
Credo sia una domanda più che legittima alla mia età, a pensarci anche ad altre età.
Il me stesso di oggi é la risultante di tante e tante scelte fatte nel corso della vita. Decisioni prese,  a volte avventatamente, altre volte in maniera accorta e prudente. Risultato di sofferte e lunghe meditazioni.
La nostra vita é una sequenza di "sliding doors" (chi ha visto il film?), ossia momenti chiave in cui, inconsapevoli, prendiamo una direzione precisa che ci porterà verso un destino modificato da quello che ci attendeva se avessimo preso una decisione diversa o inversa.
Se solo fossimo consapevoli di questi momenti, se ci accorgessimo di trovarci davanti un continuo bivio in cui una banale scelta, del tipo che prendiamo a decine durante la giornata, saremmo paralizzati dal terrore di compiere la mossa sbagliata. Saremmo incapaci di vivere sotto la cappa della paura di un terribile effetto farfalla che possa portarci verso conseguenze inimmaginabili.
Ma anche senza ricorrere al mistero della fantascienza o al fascino del cinema possiamo vedere benissimo, guardando indietro, alcuni momenti durante la nostra vita che sono stai veri e propri svincoli che ci hanno fatto deviare percorso portandoci alla fine a dove siamo oggi.

Come un leggero battito d'ali di una farfalla, abbiamo, da piccoli, scelto se stare al nostro posto silenziosi per fare contenta la maestra oppure se approfittare di una sua distrazione per lanciare palline di carta o gessetti verso i compagni di classe. Abbiamo scelto, una volta a casa se fare i compiti con diligenza, anche solo per timore delle conseguenze, oppure se passare il pomeriggio in un cortile polveroso per poi inventare una scusa il mattino dopo a scuola. Abbiamo preferito, una volta adolescenti, di frequentare un tipo di scuola perché scelta da un amico piuttosto che un'altra, oppure perché influenzati da un telefilm visto la sera prima della cena. Quante decisioni abbiamo preso perché influenzati dall'esterno, perché guidati da qualcuno, perché le regole e le convenzioni sociali del momento lo richiedevano o peggio, perché in famiglia si era sempre fatto così...

A volte le scelte non sono le proprie ma sono prese da altri come quando subiamo un furto o un'aggressione, o quando facciamo un colloquio di lavoro e restiamo ad aspettare giorni la risposta. O ancora quando siamo traditi o lasciati da qualcuno. Il nostro agire e il nostro essere non é forse condizionato fortemente da queste scelte?
Come disse una volta un mio simpatico cugino parlando di se: "sono single per scelta altrui", quante volte pensiamo di fare delle scelte ma in realtà sono fatte in conseguenza di quello che ha deciso qualcun'altro?

A volte, quando rivedo le foto della mia infanzia mi chiedo che fine abbia fatto quel bambino e così tutti i bambini che conoscevo. Forse siamo come gli alberi, crescendo, scegliendo, facciamo crescere mano a mano strati esterni e se ci potessero tagliare come un tronco si vedrebbero tanti anelli concentrici e al centro quel bambino che si pensava perso per sempre.

Mi sono chiesto tante volte perché oggi sono quello che sono e come ho fatto a diventare ciò che sono.
Solo una conseguenza di piccole o grandi scelte, di banali o coraggiose decisioni?
Oppure il frutto della scelta di non scegliere e lasciare che la vita decidesse al posto mio?

Forse tanti piccoli fremiti come lo sbattere d'ali di una farfalla.



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