sabato 29 luglio 2017

Sulla scrittura











Qualcuno la chiama ispirazione.

Qualche visionario, mostrando così il proprio disturbo, riversa la responsabilità a fantasmi o spiriti che impossessandosi del corpo obbligano questo a vergare pagine e pagine restando peraltro inconsapevole di ciò che scrive.

Per molti, i più fortunati, si tratta di talento.

I più pragmatici sanno di avere avuto semplicemente una buona idea.




In tutti i casi il bisogno di scrivere è paragonabile a quello di sonno, sappiamo che è inutile resistergli, prima o dopo gli occhi vi si chiuderanno da soli!




A volte è un'immagine, una canzone, una frase sentita a far partire tutto.

Qualunque cosa sia a dare il via all’idea, che forse stava già nascosta dentro di noi in attesa di una buona occasione per uscire, questa deve essere messa su carta, non possiamo farne a meno.

Perché le buone idee sono rare farfalle e come le farfalle sono leggere e volano via con un colpo di vento, oltre ad avere vita breve.

Una volta volate via, non le vediamo più.




L’intuizione, l’ispirazione sono una cellula uovo fecondata che si aggrappa alle pareti del nostro utero mentale, che se sarà nutrita e curata crescerà e diventerà del peso giusto per venire al mondo come testo, racconto, poesia, romanzo, insomma qualunque cosa abbiate fecondata.

E al pari di un neonato, avrà bisogno di essere seguito e curato.

Un testo che vede la luce avrà bisogno di revisioni, tagli, correzioni, insomma le cure che lo renderanno in grado di crescere sano e camminare sulle proprie gambe e al pari di un bambino sarà bello vederlo prendere la sua strada.




Sulla scrittura è già stato scritto di tutto, contrari compresi, spesso da autori importanti, autorevoli, se perdonate il gioco di parole.




Se anche io provo a cimentarmi con l’argomento è perché nel mio cuore covo la speranza che rimanga ancora qualche parola da dire, anzi da scrivere…






Nessun commento:

Posta un commento