Nulla mi tange.
Nulla mi può scalfire.
Né colpire.
Né distruggere.
Non uno sguardo ostile. Non un’insinuazione maligna.
Non una situazione avversa.
Sono più forte.
Vado avanti.
Sono un salmone che nuota contro la corrente. Arriverò alla meta, alla fine
del viaggio.
Davanti alle difficoltà del lavoro aumento lo sforzo, alle contrarietà
della giornata rispondo col sorriso, verso gli ostacoli e le fatiche allungo la
falcata e vado loro incontro a testa alta.
Quando sento di non farcela prendo fiato con una breve pausa e non appena
rinfrancato ricomincio a lottare più forte di prima.
Se il sentiero diventa stretto e si fa in salita allora è il momento di
aguzzare la vista e di abbassare il baricentro ma mai mostro passo incerto.
Guardo lontano e mi accorgo del bivio prima che questo arrivi e prima che
arrivi il bivio ho già deciso che direzione prendere.
Ma...
Ma quando arriva la sera e il cielo si fa buio, cambia qualcosa.
Giunge la stanchezza, sopraggiunge l'incertezza.
Arriva la paura.
Paura di non avere fatto tutto bene. Di non riuscire a capire tutto, di non
essere così forte.
Di non essere così invulnerabile.
La sera diventa il tempo del dubbio.
Ma il dubbio è un aspetto della forza.
Il dubbio è ciò che ci permette di rallentare, di fermarci quando abbiamo
un piede nel vuoto, un attimo prima di precipitare nel baratro.
Così, nel tempo del dubbio, ci concediamo una preghiera per le cose che non
possiamo controllare e una lacrima per le cose che non possiamo recuperare.
Nessun commento:
Posta un commento