mercoledì 5 ottobre 2016

La scatola magica









Tutto è cominciato un anno fa.

Mi è capitato un fatto assai strano.
Un giovedì mattina ho aperto gli occhi e ho scoperto di non aver sentito la sveglia.
Allora ho chiamato il capo per avvisare del ritardo e lui sbraita come un ossesso.
Ma come, faccio io, solo per mezz'ora!
Mezz'ora? Ribatte lui arrabbiatissimo, e ieri? Come giustifichi ieri?
Non era giovedì, era venerdì!

Come è successo non lo so ma a quanto pare avevo dormito ventiquattro ore.
Ne ho parlato col medico ma non ha riscontrato problemi neurologici, poi mi ha consigliato uno psicologo ma per quel che ne capisce quello...
Avevo strani segni sul corpo, tipo lividi, e li ho fatti vedere al mio vicino, siamo in confidenza, o meglio lo eravamo, e lui ha avuto la certezza che io sia stato vittima di un rapimento alieno.
Bisogna dire che lui guarda, anzi guardava, tutte le trasmissioni sull'argomento, la sua preferita era quella sul caso Roswell.
Comunque non gli ho creduto, almeno in principio.

Poi è accaduto un altro fatto.
Qualche mese fa ho fatto le pulizie in cantina.
Ho buttato tanta di quella mercanzia che non avete idea.
La solita roba vecchia, materassi, mobiletti marci, damigiane rotte, libri e quaderni umidi e illeggibili.
Un lavoro ingrato.

In un angolo ho trovato un oggetto che non ho riconosciuto. Una specie di scatoletta metallica, di forma rettangolare, grigio opaco, fredda al tatto. L'ho portata su in casa e alla luce del giorno aveva un colore cangiante. Poi dava una strana sensazione sulla pelle, come una vibrazione, un piacevole pizzicorino. Ho provato ad aprirla con un cacciavite ma mi ha dato una spiacevole scossa che mi ha ghiacciato il braccio per mezz'ora.
Così non ho più provato ad aprirla.
Avrei voluto portarla in aeroporto per farla passare sotto quel l'apparecchio a raggi x per vedere cosa c'era dentro.

Mi rendo conto che fino a qui non c'è molto di strano.
Fino al giorno in cui espressi il primo desiderio.

Avevo cominciato a rigirare la scatoletta nelle mani, mi piaceva la sensazione che dava.
Mi chiama il mio collega e mi chiede se sia interessato ad acquistare la sua auto quasi nuova a meno del prezzo di costo, quasi regalata, perché la figlia aveva vinto un’auto di lusso, partecipando a un gioco a premi, e la passava a lui.
Io resto senza parole. Potete non credermi ma stavo pensando in quel preciso istante a quanto mi sarebbe piaciuto avere un'auto come quella del mio collega, la mia è un rottame che quasi non va avanti!
Lui sentendo il mio silenzio quasi si scusa, non voleva offendere con la sua offerta ma per fortuna riesco a convincerlo che non sono offeso e l'affare si farà.
La sera stessa firmiamo il passaggio di proprietà.
Il mattino dopo scendo in strada e scopro che un piromane ha appiccato il fuoco all’auto vecchia.
Completamente bruciata assieme ad altre due parcheggiate vicino la mia.
Mi spiace per gli altri ma mentre compilo i moduli dell’assicurazione, non riesco a trattenere le risate.
Rigirando la scatola tra le mani vado al lavoro.

Dopo qualche tempo, non pensavo nemmeno più all'accaduto, mi capita di passare davanti a due villette a schiera appena acquisite dal comune. L'impresa costruttrice era fallita poco prima di chiudere il cantiere.
Mentre vado al lavoro, penso a quanto mi piacerebbe vivere in una casa del genere.
La giornata si svolge nella norma fino di pomeriggio quando mi telefona mia moglie. È andata a prendere il piccolo a scuola e in quel momento siamo stati chiamati dai vigili del fuoco. Per farla breve, c'è stato un incidente, una fuga di gas dai nostri vicini. Lo scoppio si è sentito in tutto il quartiere. Della palazzina è rimasto poco.
Tra colleghi e genitori della scuola c'è stata una gara di solidarietà per recuperare vestiti e beni materiali, il comune ci ospita in albergo ma già qualcuno ha ventilato l'assegnazione della villetta in affitto agevolato.
Purtroppo il mio vicino era in casa al momento dello scoppio e non è sopravvissuto.

Così ho capito.

È la scatola.
È in grado di regalarmi ciò che desidero e questo è meraviglioso ma ogni volta si prende qualcosa in cambio.
Sospetto che voglia sempre di più. Molto più di quanto dia, comunque.

Poi è venuto il momento di avere paura.

Due giorni fa mia moglie ha avuto una colica renale ed è stata ricoverata in ospedale.
La prima sera, a casa, il bimbo dormiva nel suo lettino e mi sentivo molto giù di corda.
Per poco non la combinavo grossa.

Avevo come sempre quella maledetta scatola nelle mani.
Per poco non ho desiderato che mia moglie fosse a casa, sana come un pesce.
Poi ho compreso ciò che poteva comportare.
Ho un bimbo che dorme nel lettino, in cameretta.
Ho due genitori anziani.
A chi sarebbe toccata?
Chi sarebbe stato la moneta di scambio?

Così ho preso la decisione.

Con la scatola in mano ho desiderato che chiunque l'avesse portata fosse venuto a riprendersela!

Chiunque fosse il proprietario, da qualunque galassia provenisse, che venisse a riprendersela. Non la volevo.
Non volevo più che i miei desideri si avverassero.

Ora è notte, il mio bimbo dorme nel suo lettino, mia moglie dorme nel suo letto d'ospedale ma l'ho sentita e sta meglio.
Io fisso la mensola, dove la scatola, che ora sembra nera, vibra come un calabrone pronto a pungere.


E insieme attendiamo.






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