lunedì 6 giugno 2016

Da cinque a cinquanta












Dai cinque ai cinquanta è un attimo.
Dai cinque ai cinquanta è un battito di ciglia, il frullare d'ali di un colibrì.
Uno schioccare tra pollice e medio.
Dai cinque ai cinquanta è questione di poco.
Credetemi. Chi ci è già passato lo sa, chi è prossimo lo comincia a sospettare.
Dai cinque ai cinquant'anni è un soffio di vento.
Dopotutto cosa sono cinquanta anni nella storia dell'universo se non un’infinitesimale, insignificante frazione di secondo tra il Big Bang e la Chiusura dei Giochi?
Certo, dal punto di vista di noi, specie umana, è pur sempre mezzo secolo.
E mezzo secolo fa eravamo molto diversi. Si viveva in un mondo d’immagini in bianco e nero, un mondo in cui si fumava al ristorante e le città erano piene di biciclette. Cominciavamo a spedire le prime sonde verso la superficie della luna. I Beatles suonavano in giro per l'Europa. Persone di diverse etnie faticavano a ottenere pari diritti. Muri e ideologie separavano paesi.
Molte nazioni erano in guerra tra loro e molte persone erano prive della libertà personale.
Si poteva essere arrestati per le proprie idee o solo perché si portavano i capelli lunghi.
I primi calcolatori occupavano intere pareti e i telefoni erano incredibilmente pesanti.
Gli apparecchi televisivi erano veri e propri pezzi di mobilia e riunivano gruppi di persone a osservare la meraviglia delle immagini.
Tante cose sono cambiate radicalmente e tantissime sono rimaste purtroppo le stesse, qualcosa è peggiorato.
In cinquanta anni s’impara a viaggiare nello spazio, si costruiscono computer potentissimi che stanno su una mano, si possono acquistare telefoni e televisori intelligenti, molto più di tante persone.
In cinquanta anni, crescono pance, i capelli intristiscono e imbiancano, quando non sono persi per strada, un reticolo di rughe compare a decorare fronte e occhi, c'è chi non ha particolari problemi di salute e c'è anche chi deve lottare e faticare per mantenerla. Qualcuno vince la gara e qualcuno la perde.

Dunque cosa è questo se non un primo tentativo di bilancio?
Guardo indietro e solo il documento mi convince che, come scrivevo prima, dai cinque ai cinquanta è un attimo. Poi alzo la testa, lo sguardo va sulla parete, dove stanno i ritratti della mia famiglia, i diplomi e gli attestati di studio, poi nell'armadio dove custodisco il cappello da Alpino, le tante scatole contenenti centinaia di foto. Guardo le persone che mi circondano e mi dico che è ancora presto, non ne ho voglia, non è il momento per fare un sunto, una verifica di quanto fatto e quanto vissuto. È ancora prematuro, quindi penso che rimanderò questo lavoro a data da destinarsi.
Poiché dai cinque ai cinquanta è stato un attimo, allora magari lo farò tra altri cinquanta.

Mi aspetto che ci siate tutti.





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