lunedì 18 marzo 2024

Quattro amici

 





Eravamo quattro amici al bar… Giuseppe canticchia la vecchia canzone.

Chi mi passa il menù… chiama a gran voce Ennio.

Tanto ordini sempre la solita diavola… scherza Donato.

Stasera mi tracanno una media… il colmo della trasgressione di Loris.

Quattro amici seduti al tavolo di una pizzeria. La scena tra le più comuni del venerdì sera, pensa la ragazza preposta ai tavoli.

La graziosa biondina, avrà massimo ventidue anni, si avvicina col sorriso ammaliante della venditrice e propone variazioni al menù, anzi si sforza di aiutare quelle cariatidi, che senza dubbio dimenticheranno tutto quello che dice, appena lei avrà terminato la frase, portando loro una lavagnetta. Carpaccio di pesce, polpo scottato, tagliata di vitello, lasagne e carbonara.

Troppo complicato per i vecchietti e, infatti, scelgono quattro pizze. Vabbè, sono taccagni, alla mancia neanche ci spera, prende le ordinazioni a memoria e si allontana un po’ delusa.

Belli i pantaloni aderenti della ragazza, osserva Donato da gran marpione.

Ma se ha l’età di tua figlia… lo rimprovera divertito Giuseppe.

Anche il pizzaiolo ha due bei bicipiti… osserva con malizia Ennio.

Non facciamo tardi che domani mi alzerò presto, chiede Loris, già sapendo che non sarà ascoltato.

Già ci hai trascinati in pizzeria prima delle venti, non si può sentire, a quest’ora hanno appena acceso il forno… si lamenta Ennio.

La prossima volta il locale lo scelgo io, conosco un posto che ha anche i privé… Donato non scherza, è stato frequentatore di locali trasgressivi.

Io non ho tanti soldi da buttare, va bene la pizza… si accontenta Giuseppe, dicendo tra l’altro, la verità.

Cosa ci fanno questi quattro assieme, si chiede la cameriera, notando senza particolare fastidio come uno dei quattro le abbia studiato a lungo il culo. Porta da bere, le solite due medie rosse, un litro di vino e una frizzante, almeno uno dei quattro è sobrio.

Dovrebbero essere tutti sobri e a dieta, pensa la ragazza, un paio si avvicineranno ai cinquanta e gli altri due li hanno superati abbondantemente…

E, infatti, la chiacchierata volge rapidamente su argomenti di salute, così cari alle persone di una certa età.

Tranquilli. Io trombo ancora con regolarità. Il problema è il menisco, non posso metterci il peso e mi tocca farlo su una gamba sola… recita Donato.

Sei un buffone, non lo farai da sei mesi! Lo rimbrotta Giuseppe.

Guarda, anche ieri sera, ti posso raccontare dei numeri…

Beato te, io con la mia prostata… aggiunge laconico Loris.

Senza contare che con trecento di colesterolo sei più vicino all’infarto che all’orgasmo! Lo sfotte, Ennio.

E poi, cose se non bastasse, mi sono trovato un urologo con delle enormi mani da zappatore… Mandiamoci Ennio che lo facciamo felice! Aggiunge Donato.

Sì, ragazze, vi prego, datemi il numero che prenoto… termina Ennio.

Quattro tipi che più diversi non si può, tuttavia al tavolo regna allegria e anche la giovane cameriera si avvicina volentieri a chiedere come va.

Continuano a prendersi poco sul serio, a sfottersi e sanno che il gioco funziona perché l’equilibrio è forte come la voglia di passare assieme una serata leggera.

Qualcuno ha creato un gruppo di chat per l’occasione e poco prima di trovarsi al tavolo hanno già condiviso centinaia di messaggi ambigui, barzellette osé e vignette sconce. Le birre medie sono rinnovate e il vino scorre così come scorre lieve la serata.

Quattro dolci? Ma certo tesoro, risponde lesto Donato che ancora sbava verso il posteriore della ragazza, che ci facciamo negare il meglio?

Tutti prendono il dolce e pagano un conto salato ma escono soddisfatti e sazi.

Prima di separarsi nel parcheggio però, notano un oggetto.

Tra i tavoli di un dehor c’è un biliardino o calcio balilla, che dir si voglia!

Poiché i nostri cinquantenni, il ventennio non l’hanno vissuto, fortuna loro, il nome è indifferente. Ciò che conta è trovare le monete per la gettoniera.

Da una parte Ennio e Loris e dall’altra Giuseppe e Donato.

La strategia è semplice, stai in porta tu che io lì sono una pippa!

Il gioco è frenetico, la fascinazione per quel gioco li rapisce e li sposta indietro nel tempo.

Ecco quattro dodicenni che non hanno altro interesse che veder entrare la pallina nella porta avversaria.

Prendi questa stangata, femminuccia!

Ehi, il gancio non vale!

Ma tu prima hai rullato…

Goool!

È tutto un volare d’imprecazioni, grida, esultanze e gioia!

Passa una famiglia e i bambini si voltano a guardare quei quattro strambi che vociano e s’insultano senza ritegno attorno a quel vecchio gioco.

Giuseppe pensa davvero di avere dodici anni e per un momento si sente felice.

Poi le palline finiscono, c’è un mescolarsi di manate e abbracci.

Ci si vede stronzi, grida Donato emettendo un rutto al gusto di vino.

Ciao bambine, ci prova come sempre Ennio, cercando di portarseli dalla sua parte.

Si è fatto tardi, si lamenta il sonnolento Loris che vorrebbe essere andato a dormire almeno un’ora fa.

È stata una bella serata, dice Giuseppe, grato a quella strana compagnia per averlo fatto sentire un ragazzino, anche se per pochi minuti. Dobbiamo ripetere.

Vanno ognuno verso la propria auto e spariscono presto, inghiottiti dal buio della notte ma lievi e spensierati.

Si ritroveranno, certo, ma chissà se li aspetterà un oggetto magico, capace di farli viaggiare nel tempo, come quello di stasera.

 

 




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