domenica 17 novembre 2013

Qua è la mia mano.



Pensavo di essere utile.
Con gesti fermi e decisi credevo di trasmettere sicurezza.
Usando un tono di voce caldo e parlando lentamente e tranquillamente credevo di esorcizzare le tue paure. 
Mi rendo conto che tutto questo non basta.
Conosco protocolli e procedure, seguo le linee guida, cerco sempre di lavorare senza lasciare le cose al caso ma dando importanza alle evidenze scientifiche e mi aggiorno ogni volta che ne ho occasione.
Mi rendo conto che anche questo non basta.
Cosa mi chiedi, vorrei sapere, cosa mi stai chiedendo. Di farti stare bene, di insegnarti come si aspira una fiala di farmaco, come si prepara un infusione? Di renderti autonomo il più possibile affinché nella cura tu non debba dipendere totalmente da qualcun altro?
Solo questo mi stai chiedendo?
Mi chiedi di alleviare le tue sofferenze? Di esserci quando hai dolore, freddo, angoscia e ti senti solo e spaventato davanti al mostro che è la tua malattia? 
Mi chiedi di guarirti?
Vorrei essere utile. Vorrei dirti di stare calmo, che presto starai meglio. Vorrei dirti che le cose andranno bene, presto andranno bene.
E te lo dico. 
Andrà tutto bene.
In ogni caso, saremo assieme e faremo andare bene tutte le cose, anzi faremo di più, faremo in modo che tutte le cose che vanno fatte, vissute, siano fatte come si deve. Su questo puoi contarci, non ti sto ingannando. 
Ci credo in questa cosa. Fare bene tutto, vivere appieno ogni istante, non sminuire ma neanche ingigantire gli eventi. Fare bene tutto.
Che si debba guarire oppure no, che si debba vivere o morire qua ci sono io e non ti lascerò.
Qua è la mia mano.



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