Lei lo fissa negli occhi.
Ogni volta è un colpo al cuore.
I loro visi distano pochi centimetri e lei è capace di fissarlo senza imbarazzo, lo fa sempre e ogni volta, a lui sembra la prima volta.
In quegli occhi scuri e grandi, che gli fanno venire in mente un cerbiatto smarrito, Oliviero si è perso tante volte, dalla prima superiore.
E ora che si avvia verso la maturità, ne è completamente, pazzamente innamorato.
Olly è una bestia in matematica, se la cava appena con la fisica ma nelle materie letterarie non ha rivali. Gaia chiede sempre un suo parere quando c’è il tema in classe.
Olly, come lo chiamano a scuola, per un momento ha dimenticato cosa deve dire, prima di baciarla.
Poi si concentra e ritrova la parola.
“Tu sei la forza del mattino, ciò che mi permette di fare il primo passo, tu sei il coraggio del giorno, che doma la mia perenne paura, tu sei il fuoco che riscalda i miei inverni e sei la speranza della sera che socchiude le mie palpebre”.
È fiero Olly di riuscire a dire quelle parole, tenendo lo sguardo in quello di lei. E già sa quale sarà la risposta della giovane donna.
“Tu sei il cavaliere che mi porge gentile la mano, l’uomo che ho scelto per affrontare il mare quando è in tempesta, chi mi circonda di tenerezza e mi fa camminare su un tappeto di sogni”.
Olly sente un calore invadere la sua pancia, un calore piacevole. Lo avverte ogni volta che sente la voce di Gaia pronunciare quelle parole.
Poi fa quello che deve.
Appena lei socchiude gli occhi, si avvicina, chiude gli occhi a sua volta e poggia le labbra su quelle di lei.
Attorno è solo silenzio.
Fuoco e miele, sono le labbra di lei, velluto e petali di rosa. Alito caldo e fragrante come pane appena sfornato.
Il profumo del paradiso.
Un bacio casto che vale mille promesse, consola mille attese.
Poi una voce imperiosa pone fine al sogno e alla magia.
“STOP! Va bene così, Gaia perfetta, Olly meno nervoso se puoi, non siamo al Regio, è solo il teatro della scuola, perdinci! Gli altri ok, di più non si può pretendere. Ora tutti a casa a fare una doccia, puzzate come caproni, stasera si debutta”.
Il docente è stanco, lavorare fuori orario lo snerva ma a sorpresa, qualcosa di buono sta venendo fuori.
Il sipario si chiude, Gaia scappa di corsa, fuori dalla scuola c’è qualcuno che la aspetta.
Lui le afferra una mano, lei lo guarda interrogativa.
Sembra pronunciare una domanda che rimane inespressa.
Lui la fissa, cercando di parlare ma non riesce a emettere suono.
Allora Gaia lo saluta nervosa. Devo andare, ci vediamo stasera, poi si gira e corre via.
I compagni del laboratorio di teatro battono pacche sulle spalle di Olly, sei grande, gli dicono, stasera sarà un successo. Olly non se ne cura, piuttosto cerca di mettersi sulla scia di Gaia e le corre dietro.
Esce dal teatro, la porta sul retro è antipanico e sembra pesare dieci tonnellate.
Esce in strada.
Vede la scena che temeva.
Gaia s’infila un casco integrale che le ha porto il suo “ragazzo”.
Olly ha un brivido di repulsione.
L’altro è diversi anni più adulto. Una montagna di muscoli.
Guida una moto che peserà trecento chili. Ha portato un casco per lei, che Gaia ha indossato.
Poi li vede discutere.
Lei toglie il casco, poi lo indossa di nuovo.
Lui mette in moto, lei sale sul sellino e si volta.
Mentre l’energumeno dà gas facendo un rumore d’inferno lei si gira. E lo guarda.
Sta fissando me, pensa Oliviero, sta guardando me.
Gaia lo osserva intensamente, prima che il ragazzo faccia sgommare la moto in un trionfo di rumore, puzzo di benzina e gomma bruciata.
Olly pensa: Non sa che la sta perdendo.
Ripensa agli occhi di lei, al sapore delle sue labbra, al suo sguardo.
L’ha già persa.
E rientra in teatro.

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