domenica 12 gennaio 2025

L'uomo che sapeva le cose

 





Cima sghemba non è il vero nome della montagna, anche se tutti la chiamano così da sempre.

L’ultimo paese, prima che la strada asfaltata si trasformi in una sterrata pietrosa, è costituito da una manciata di case, sparpagliate sul versante come formaggio sulla pasta.

È lì che vive Hidalgo, da sempre stando alla memoria storica dei paesani. Dal dopoguerra raccontano i pochi altri anziani. Nel paese sono quasi tutti anziani ma qualcuno lo è di più.

Hidalgo è una specie di eremita, che si fa portare le scorte di cibo e se le fa lasciare nel capanno del giardino. Paga tramite la banca e sembra non avere contatti, che non siano occasionali, con altri esseri umani da anni. In giro si dice che era un nobile portoghese, scappato dal suo paese durante o poco dopo la guerra per non essere arrestato dopo un duello a fuoco finito male. Per l’altro, ovvio.

Qui in giro è conosciuto come l’uomo che sa le cose.

Seppe dire dove si erano perse le gemelle di sette anni, sottratte alle attenzioni della madre durante una gita nei boschi. Le avevano cercate ovunque ma non dentro la grotta dove si erano nascoste, spaventate dai versi degli animali, e qualcuno era salito alla cascina di Hidalgo pensando che l’uomo potesse indovinare il posto.

Seppe raccontare dove si era rifugiato l’ex assessore, fuggito con il tesoretto del comune, e pensionato temporaneamente con un documento falso, da un affittacamere con pochi scrupoli, sul lago d’Orta. Lo avevano ritrovato i carabinieri mentre si radeva la barba e sperava di attraversare il confine con la Svizzera.

Aveva rivelato che il giovane garzone scomparso da qualche giorno, non era scappato con la fornaia del paese vicino ma si trovava, cadavere, nel canale dietro la falegnameria, cadutoci dopo l’incidente sul lavoro e in cui era morto dissanguato.

Naturalmente gli scettici non credevano alla capacità del vecchio di conoscere le cose ignorate dagli altri e lui non aveva il minimo interesse a fare sì che gli altri credessero.

Un giorno il mio amico Giovanni andò a bussare alla porta di Hidalgo.

Giovanni era triste e disperato. La madre era ammalata e i medici volevano tentare una nuova linea di chemioterapia e chiedevano il consenso. La donna soffriva e lui non sapeva cosa fare.

Sulle prime Hidalgo era restio a far entrate il mio amico, poi decise di ascoltarlo.

La casupola, che sembrava in pessime condizioni vista dall’esterno, dentro era riscaldata da un bellissimo camino. Le pareti erano ricoperte da libri e mappe geografiche. Sul tavolo di legno massiccio c’erano una tazza piena di latte e un pesante tomo di astronomia.

Giovanni restò sorpreso ma opportunamente non fece commenti.

“Sono qui perché mia madre è grave, lei forse non è a conoscenza della cosa.”

“In questo posto sono poche le cose degli altri che non conosciamo.” Rispose Hidalgo tranquillo, riprendendo a sorseggiare il suo latte.

Giovanni prese a raccontare tutte le fasi della malattia che sua madre si portava addosso ormai da più di un anno. Poi gli spiegò quello che avevano proposto gli specialisti dell’ospedale in città.

“Io non voglio che muoia.”

“ Quello che vuoi tu non è importante, quello che vuoi tu non conta più di una cacca di mosca!”

Giovanni sgranò gli occhi per lo stupore, mai si sarebbe aspettato una risposta simile. Poi il vecchio riprese a parlare.

“ Vedi, quello che è importante è la volontà della persona interessata. Gli esseri viventi non possono tollerare, sentono come un’aberrazione, lo stato di malattia. Il corpo fa di tutto pur di liberarsene, finché non ci riesce, mettendo in campo qualunque strategia, utilizzando ogni risorsa. E per liberarsi da una malattia, per quanto grave, ci sono solo due modi: guarire o morire.”

Giovanni ora era atterrito dall’affermazione del portoghese.

“Sì, ma io non voglio, non accetto che mia madre morirà…”

“Quello che tu vuoi, che tu sei in grado o meno di accettare è un problema tuo, che ti suggerisco di affrontare prima e meglio possibile, non suo. Che tu accetti o no non cambierà le cose. Fai in modo di lavorare su te stesso e provvedi a che lei non debba soffrire più del necessario e che il suo ultimo tempo su questa terra sia sereno e agevole.”

“Come?”

“Come non posso dirtelo io, ognuno trova il suo modo. Qualcuno studia, altri parlano con specialisti, chi prega. Tutto quello che ti occorre per vivere nella maniera migliore ogni fase della vita, è ben accetto.”

Hidalgo si mise in piedi.

Giovanni capì che quello era un commiato.

Mentre salutava e usciva dalla casa del portoghese, per non ritornarvi più, era stato pervaso da una sensazione che subito aveva scambiato per delusione.

Questo sarebbe l’uomo che sa tutte le cose? Non mi ha detto molto, anzi non mi ha nemmeno saputo dire se mia madre ce la farà…

Poi la sera ebbe modo di riflettere.

E capì che non era quello il punto.

Avrebbe trovato la forza, da qualche parte avrebbe trovato il coraggio e, grazie alle parole di Hidalgo, avrebbe provato a essere un buon sostegno per la madre malata.

Nessuno poteva sapere tutte le cose. Nemmeno un vecchio portoghese.

Dopo qualche tempo la madre di Giovanni ci lasciò. Qualcuno mi disse che negli ultimi mesi la donna ebbe molte occasioni per sorridere e a volte rise di gusto.

Il mio amico aveva trovato il modo.

Forse il vecchio portoghese non sapeva tutte le cose, ma molto sì. 









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