Cima sghemba non è il
vero nome della montagna, anche se tutti la chiamano così da sempre.
L’ultimo paese, prima
che la strada asfaltata si trasformi in una sterrata pietrosa, è costituito da
una manciata di case, sparpagliate sul versante come formaggio sulla pasta.
È lì che vive Hidalgo,
da sempre stando alla memoria storica dei paesani. Dal dopoguerra raccontano i
pochi altri anziani. Nel paese sono quasi tutti anziani ma qualcuno lo è di
più.
Hidalgo è una specie di
eremita, che si fa portare le scorte di cibo e se le fa lasciare nel capanno
del giardino. Paga tramite la banca e sembra non avere contatti, che non siano
occasionali, con altri esseri umani da anni. In giro si dice che era un nobile
portoghese, scappato dal suo paese durante o poco dopo la guerra per non essere
arrestato dopo un duello a fuoco finito male. Per l’altro, ovvio.
Qui in giro è
conosciuto come l’uomo che sa le cose.
Seppe dire dove si
erano perse le gemelle di sette anni, sottratte alle attenzioni della madre
durante una gita nei boschi. Le avevano cercate ovunque ma non dentro la grotta
dove si erano nascoste, spaventate dai versi degli animali, e qualcuno era
salito alla cascina di Hidalgo pensando che l’uomo potesse indovinare il posto.
Seppe raccontare dove
si era rifugiato l’ex assessore, fuggito con il tesoretto del comune, e
pensionato temporaneamente con un documento falso, da un affittacamere con
pochi scrupoli, sul lago d’Orta. Lo avevano ritrovato i carabinieri mentre si
radeva la barba e sperava di attraversare il confine con la Svizzera.
Aveva rivelato che il
giovane garzone scomparso da qualche giorno, non era scappato con la fornaia
del paese vicino ma si trovava, cadavere, nel canale dietro la falegnameria,
cadutoci dopo l’incidente sul lavoro e in cui era morto dissanguato.
Naturalmente gli
scettici non credevano alla capacità del vecchio di conoscere le cose ignorate
dagli altri e lui non aveva il minimo interesse a fare sì che gli altri
credessero.
Un giorno il mio amico
Giovanni andò a bussare alla porta di Hidalgo.
Giovanni era triste e
disperato. La madre era ammalata e i medici volevano tentare una nuova linea di
chemioterapia e chiedevano il consenso. La donna soffriva e lui non sapeva cosa
fare.
Sulle prime Hidalgo era
restio a far entrate il mio amico, poi decise di ascoltarlo.
La casupola, che
sembrava in pessime condizioni vista dall’esterno, dentro era riscaldata da un
bellissimo camino. Le pareti erano ricoperte da libri e mappe geografiche. Sul
tavolo di legno massiccio c’erano una tazza piena di latte e un pesante tomo di
astronomia.
Giovanni restò sorpreso
ma opportunamente non fece commenti.
“Sono qui perché mia
madre è grave, lei forse non è a conoscenza della cosa.”
“In questo posto sono
poche le cose degli altri che non conosciamo.” Rispose Hidalgo tranquillo,
riprendendo a sorseggiare il suo latte.
Giovanni prese a
raccontare tutte le fasi della malattia che sua madre si portava addosso ormai
da più di un anno. Poi gli spiegò quello che avevano proposto gli specialisti
dell’ospedale in città.
“Io non voglio che
muoia.”
“ Quello che vuoi tu
non è importante, quello che vuoi tu non conta più di una cacca di mosca!”
Giovanni sgranò gli
occhi per lo stupore, mai si sarebbe aspettato una risposta simile. Poi il
vecchio riprese a parlare.
“ Vedi, quello che è
importante è la volontà della persona interessata. Gli esseri viventi non
possono tollerare, sentono come un’aberrazione, lo stato di malattia. Il corpo
fa di tutto pur di liberarsene, finché non ci riesce, mettendo in campo
qualunque strategia, utilizzando ogni risorsa. E per liberarsi da una malattia,
per quanto grave, ci sono solo due modi: guarire o morire.”
Giovanni ora era
atterrito dall’affermazione del portoghese.
“Sì, ma io non voglio,
non accetto che mia madre morirà…”
“Quello che tu vuoi,
che tu sei in grado o meno di accettare è un problema tuo, che ti suggerisco di
affrontare prima e meglio possibile, non suo. Che tu accetti o no non cambierà
le cose. Fai in modo di lavorare su te stesso e provvedi a che lei non debba
soffrire più del necessario e che il suo ultimo tempo su questa terra sia
sereno e agevole.”
“Come?”
“Come non posso dirtelo
io, ognuno trova il suo modo. Qualcuno studia, altri parlano con specialisti,
chi prega. Tutto quello che ti occorre per vivere nella maniera migliore ogni
fase della vita, è ben accetto.”
Hidalgo si mise in
piedi.
Giovanni capì che
quello era un commiato.
Mentre salutava e
usciva dalla casa del portoghese, per non ritornarvi più, era stato pervaso da
una sensazione che subito aveva scambiato per delusione.
Questo sarebbe l’uomo
che sa tutte le cose? Non mi ha detto molto, anzi non mi ha nemmeno saputo dire
se mia madre ce la farà…
Poi la sera ebbe modo
di riflettere.
E capì che non era
quello il punto.
Avrebbe trovato la forza,
da qualche parte avrebbe trovato il coraggio e, grazie alle parole di Hidalgo, avrebbe
provato a essere un buon sostegno per la madre malata.
Nessuno poteva sapere
tutte le cose. Nemmeno un vecchio portoghese.
Dopo qualche tempo la
madre di Giovanni ci lasciò. Qualcuno mi disse che negli ultimi mesi la donna
ebbe molte occasioni per sorridere e a volte rise di gusto.
Il mio amico aveva trovato
il modo.
Forse il vecchio
portoghese non sapeva tutte le cose, ma molto sì.
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