Ti auguro tante cose,
una giornata di sole quando hai voglia di stare fuori,
una coperta calda quando tremi di freddo,
la voce di un amico se ti senti solo,
il pieno fatto e l’autostrada libera,
che arrivi l’intuizione quando ti manca la parola,
che la tua ironia non sia irriguardosa, che non manchi mai
la sensibilità,
che un estraneo ti mantenga aperta la porta, che le auto si
fermino quando sei sulle strisce,
che un bimbo sconosciuto e distratto ti prenda la mano per
poi scappare imbarazzato dalla mamma appena si accorge,
che tu possa cantare a squarciagola sotto la doccia, ululare
alla luna come fanno i cani o i matti,
che una persona mai vista prima ti sorrida, libera e senza alcun
altro fine,
che il vento ti porti profumo di fiori, che la pioggia incoraggi
il tuo raccoglimento,
che tu non smetta di stupirti ogni volta che rivedi il mare,
che tu possa sentire il canto delle cose invisibili e che la
sua melodia t’inviti a restare in contatto con l’universo,
che ti offrano un caffè quando ne hai più voglia, che una
canzone ti carezzi l’anima, che le tue lacrime siano di gioia,
che ti possa inebriare il suono di un pianoforte,
che gli amori passati ti schiudano un sorriso, quelli attuali ti colmino la vita e quelli
futuri ti strapazzino il cuore, che tu sappia riconoscere il bello che la vita
ti concede,
che ti sia facile dire grazie e dire scusa, che tu possa
prendere sonno come fanno i bambini.
Tutte queste cose ti auguro e auguro a me stesso.
Non tutte assieme, che non portino il caos, ma un po’ per
volta, un giorno dopo l’altro, proprio com’è abituata a fare la vita anche
quando siamo distratti e non ce ne accorgiamo.
Che torniamo a essere in grado di accorgerci delle cose
buone che ogni giorno riempiono i nostri minuti.
Ecco il mio augurio,
non perché è un anno nuovo ma perché è sempre un nuovo
giorno.
Giorgio P.