martedì 31 dicembre 2024

Ti auguro...

 





Ti auguro tante cose,

una giornata di sole quando hai voglia di stare fuori,

una coperta calda quando tremi di freddo,

la voce di un amico se ti senti solo,

il pieno fatto e l’autostrada libera,

che arrivi l’intuizione quando ti manca la parola,

che la tua ironia non sia irriguardosa, che non manchi mai la sensibilità,

che un estraneo ti mantenga aperta la porta, che le auto si fermino quando sei sulle strisce,

che un bimbo sconosciuto e distratto ti prenda la mano per poi scappare imbarazzato dalla mamma appena si accorge,

che tu possa cantare a squarciagola sotto la doccia, ululare alla luna come fanno i cani o i matti,

che una persona mai vista prima ti sorrida, libera e senza alcun altro fine,

che il vento ti porti profumo di fiori, che la pioggia incoraggi il tuo raccoglimento,

che tu non smetta di stupirti ogni volta che rivedi il mare,

che tu possa sentire il canto delle cose invisibili e che la sua melodia t’inviti a restare in contatto con l’universo,

che ti offrano un caffè quando ne hai più voglia, che una canzone ti carezzi l’anima, che le tue lacrime siano di gioia,

che ti possa inebriare il suono di un pianoforte,

che gli amori passati ti schiudano un sorriso, quelli attuali ti colmino la vita e quelli futuri ti strapazzino il cuore, che tu sappia riconoscere il bello che la vita ti concede,

che ti sia facile dire grazie e dire scusa, che tu possa prendere sonno come fanno i bambini.

Tutte queste cose ti auguro e auguro a me stesso.

Non tutte assieme, che non portino il caos, ma un po’ per volta, un giorno dopo l’altro, proprio com’è abituata a fare la vita anche quando siamo distratti e non ce ne accorgiamo.

Che torniamo a essere in grado di accorgerci delle cose buone che ogni giorno riempiono i nostri minuti.

Ecco il mio augurio,

non perché è un anno nuovo ma perché è sempre un nuovo giorno.






Giorgio P.


martedì 24 dicembre 2024

Cos'è il Natale?

 

 



Siamo arrivati al 24 dicembre.

Come ogni anno ci arriviamo pieni di frenesia, con il timore di avere dimenticato qualche regalo, e abbiamo paura che non ce la faremo a digerire antipasti, lasagne al forno, arrosti e panettoni.

Ma al di là delle nostre paure e dei nostri timori credo sia un bene ricordare una cosa.

Il Natale è stato, è e resterà, una festa religiosa.

Con buona pace dello stato laico. Con buona pace di chiunque non ricordi o peggio, non accetti questa particolare visione. Presi dagli acquisti, rapiti dalle luci colorate e dai babbi natale (sia quelli vivi che girano per le strade, sia i pupazzi appesi ai balconi), con la carie che incombe per il troppo torrone e il colesterolo ai massimi livelli per le besciamelle e gli zabaglioni.

 

 Il Natale resta una festa religiosa per chi la vuole trascorrere così, lontano dai rumori delle canzoni celebrative e dalle file nei supermercati, in silenzio e in raccoglimento, non per forza dentro le mura di una chiesa ma anche o soprattutto, in meditazione con se stesso, ascoltando il silenzio eloquente che come sempre proviene senza interruzione dalle cose invisibili.

Resta l'occasione, questa per tutti, di sperimentare che si può provare a essere persone migliori, che si può tendere al bene qualunque sia la credenza, qualunque sia la religione, qualunque sia la propensione alla spiritualità che ci spinge a vedere le cose in un modo piuttosto che in un altro.

Resta un momento di particolare atmosfera, qualcuno la chiama magia, in realtà è la volontà diffusa di provare a essere brave persone, cosa ammirevole in questo periodo natalizio, ancora di più tutti i giorni dell'anno.

Buon Natale a tutti.

25 dicembre 2024