giovedì 21 novembre 2024

Lezioni d'autunno

 





Nessuno è disposto a prendere lezioni.

Quantomeno tra pari.

Oggigiorno pochissimi adulti sono abbastanza aperti, abbastanza umili, abbastanza intelligenti da capire (e accettare) la semplice verità che si può sempre imparare qualcosa da un'altra persona.

Forse è per questo che i bambini imparano. Si dice che i bambini siano delle spugne, certo che è così, è un fatto innegabile ma forse lo sono perché inconsciamente hanno la contezza che l’insegnante di fronte ne sa di più di loro.

I bambini sono dei sapienti senza saperlo.

Tra adulti, questa sapienza ce la siamo persa.

A tutto questo pensa Giosuè, mentre calpesta le foglie gialle e marce del vialetto.

In realtà non si tratta di un vialetto ma di una pista ciclopedonale e a quest’ora della sera è deserta. Chi uscirebbe per una sgambata o anche una pedalata, una sera d’inverno, buia e nebbiosa, come stasera che ci saranno due gradi se va bene.

Ma Giosuè cammina perché ne ha bisogno, camminare gli fa bene, lo aiuta a schiarire i pensieri, a ripulirli, soprattutto quelli bui e sporchi.

Non si cura del freddo né del dolore alla guancia. Dovrà andare dal dentista a farsi vedere il molare che balla ma non stasera. Stasera per prima cosa deve sistemare i suoi pensieri.

Certo che il freddo disturba e un po’ li fa tremare, i pensieri cattivi, anche se tremare, lo facevano già prima ma di rabbia, di rancore e desiderio di vendetta.

Ma si può prendere un pugno in piena faccia per avere conteso un parcheggio? Si può essere così poco umani anzi, per nulla umani?

Le foglie calpestate sono molli di umidità e Gioele ha la sensazione di camminare su un tappeto molto morbido e così facendo gli si ammorbidiscono anche i pensieri, proprio come desiderava.

L’essere umano tocca vette altissime, pensa Giosuè, e non può fare a meno di sorridere ricordando quando all’università studiò i filosofi e i grandi della storia, Russell, Kant, Schopenhauer, Voltaire…

Ma raggiunge anche abissi spaventosi.

La supremazia del branco, l’ordine gerarchico, l’affermazione sessuale per la continuità della specie, la difesa del proprio territorio (anche un parcheggio…), tutte cose che ereditiamo dal mondo della natura, vero, ma oggi è così rilevante usare la forza fisica e imporsi sui pari per sopravvivere? Evidentemente per qualcuno è ancora così e secoli di storia non hanno portato a niente, e non solo perché non si è stati attenti a scuola!

Perso nei suoi elevati pensieri, Giosuè non sente arrivare alle spalle un uomo sul monopattino, che sfreccia ad alta velocità e lo supera. Fatti cinquanta metri il monopattino slitta sulle foglie e l’uomo ruzzola a terra.

Allora Giosuè inizia a correre per soccorrere l’uomo e accertarsi che non si sia fatto nessun danno serio.

Quando è vicino pochi passi, l’uomo si alza con fatica e solleva le braccia davanti a sé, gridando brusco:

“Mi lasci stare, sto bene!”

“Guardi che io volevo solo essere utile…”

Giosuè è disorientato dalla reazione assurda dell’uomo, che ora sta spazzando via le foglie appiccicate alla sua giacca.

L’uomo bisbiglia qualcosa, sembrano delle scuse poco convinte. Poi disorienta maggiormente Giosuè, dichiarando:

“Lei correva. Credevo volesse farmi del male”

Poi si volta e si allontana sul suo mezzo.

Giosuè pensa che sia ora di tornare a casa.

E si rende conto anche un'altra cosa.

È per questo che attaccano. Per questo che sono così aggressivi.

Hanno paura.

Lo fanno per cercare di annullare la loro stessa paura.

E mentre torna a casa, ha un altro pensiero che lo allieta.

Avrò anche tanti difetti, chi non ne ha, ma non permetto alle mie paure di impedirmi di vivere.

E ripercorre il vialetto nel senso opposto con un sentimento di speranza nel cuore.

 

 

 




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