sabato 21 gennaio 2023

Beatrice sulla montagna

 






Eh… uno, eh… due, eh… tre, respirate, mantenete la posizione, eh… cinque,

Dici bene tu, pensa Beatrice, mentre suda e cerca di non tremare troppo. Devo smettere di buttare giù tutti quei dolci, pensa anche osservando i propri fianchi. Guardala, l’insegnante, col suo fisico perfetto, che conta e parla come se niente fosse, mentre esegue perfettamente l’esercizio.

Non che Beatrice lo faccia male, ci mancherebbe, in fondo è la più giovane del corso.

La media delle altre donne, lei esclusa, sarà sui sessantasei a essere generosi.

E Becka, come si fa chiamare la giovane allenatrice è lì che non suda nemmeno e sembra sempre avvolta da un manto di grazia e leggerezza profumata.

Le altre donne la adorano e anche Beatrice un poco ma l’invidia pure…

Becka si percorre dodici chilometri di curve, a cavallo della sua Yamaha 250, e come si deve divertire a fare quelle curve, perché arriva sempre con i capelli scompigliati dal casco e un sorriso radioso.

Almeno lei, finita la lezione, se ne ritorna giù con la sua moto, pensa Beatrice con amarezza, ed io rimango qua su questa montagna…

La montagna di Beatrice è in verità un’altura di cinquecento metri, un paesino di millequattrocento abitanti, case antiche circondate da vigneti e terreni agricoli, in gran parte abbandonati.

Stava per lasciarlo quel paesino, qualcosa come nove anni prima, in un'altra vita, poi a essere lasciata era stata lei stessa, dal fidanzato storico che aveva scelto di andare via senza di lei.

Forse si era trovata una col fisico di Becka o si era sposato con una di città, ma queste cose non la riguardavano più.

Beatrice aveva ventitré anni all'epoca, e sognava un matrimonio e una bella casetta ma si era ritrovata con i suoi genitori che l’avevano riempita di affetto e attenzioni e via via che passava il tempo anche di lavoro e bisogni.

I bisogni dei genitori, sempre più anziani, le avevano fatto dimenticare la delusione sentimentale e ora le occupavano quasi interamente le giornate, sempre più pesanti, sempre uguali.

Beatrice non si era sentita di lasciare soli suo padre, ormai completamente sordo, e la sua mamma, dopo che questa aveva avuto l’ictus e ora si ritrovava a cucinare per loro, ad aiutarli a vestirsi e a lavarsi e a farsi mettere a letto la sera, come se fossero i suoi bambini.

Per di più il paese, oltre all’enorme chiesa barocca, sulla sporgenza più alta della collina, col grande piazzale soleggiato, ritrovo delle chiacchiere e dei pettegolezzi domenicali, a un agriturismo che portava un po’ di vita dei fine settimana, a un paio di bar con rivendita di giornali e un piccolo bazar, altro non offriva.

La corriera delle diciannove e trenta portava in città i pochi giovani che non avevano ancora la patente e quella di mezzanotte e trenta li riportava nelle loro camerette, moderni cenerentoli che presto avrebbero irrobustito le ali e spiccato il volo verso altri lidi.

Beatrice ogni tanto sognava di incontrare uno sconosciuto, arrivato sulla montagna per amore dell’avventura, che l’avrebbe vista e incantato, le avrebbe proposto di seguirla per il mondo, poi sentiva un rumore da basso e smetteva di sognare a occhi aperti per correre giù e controllare che i vecchi non si fossero fatti male.

Al termine della lezione Becka si avvicina e le chiede:

-Cosa ti succede oggi, Bea? Sei stata tutto il tempo da un'altra parte.

-Niente, Becka, solo un po’ di stanchezza…

La giovane trainer le sorride. Vorrebbe entrare in confidenza con quella donna, ma Beatrice è una montagna che non si lascia scalare facilmente.

Poi Beatrice si gira e per una volta si lascia andare:

-Sai, è da tempo che vorrei chiederti una cosa…

Becka appare lieta di quell’apertura.

-Cosa, cara?

Beatrice non è sicura di quello che sta per dire, non è vero che è una richiesta maturata da qualche tempo, le è venuta solo alla fine di questa lezione.

-Non so se posso… mi porteresti a fare un giro in moto?

Lo dice mentre arrossisce, ma ormai è cosa fatta. Il bisogno di correre con il vento sulla faccia, di provare quel brivido di libertà che la giovane deve conoscere così bene, le ha fatto superare l’imbarazzo.

Becka le sorride e le offre di portarla a mangiare qualcosa giù in città. Poi la riaccompagnerà a casa dopo pranzo.

Beatrice sa che dovrà sistemare i suoi genitori prima del solito ma a loro non darà fastidio e così accetta, frenando a stento l’eccitazione.

Certo, dopo tornerà alla sua montagna ma almeno per oggi avrà provato un momento di gioia, un brivido di nuova vita che non si concede da tanto.

-Allora ci vediamo tra un’ora, la saluta l’insegnante di ginnastica che ora è diventata anche la sua amica.

Beatrice torna a casa per le sue incombenze.

Ma oggi, diversamente dal solito, si trattiene a stento dal mettersi a correre.

 





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