Visti dalla copertina,
tutti i libri felici si assomigliano. Quando si aprono e si legge l’incipit,
ognuno è felice o meno a modo suo.
Questo, senza voler
mancare di rispetto al celebre Tolstoj, rende ogni libro unico.
La prima pagina è la
più difficile. La più complicata. La più ostica.
La prima pagina è il
terrore di ogni scrittore. Nessuno è immune, non esistono vaccini che
proteggano dal terribile morbo chiamato blocco.
La mia giornata è una
pagina bianca.
Ogni sera, quando gli
occhi si chiudono per la stanchezza, comprendo di avere attraversato un luogo
mai visitato prima. Ogni giorno è nuovo, è diverso. È una foresta fitta e
oscura, un mare a volte burrascoso e nero, un’isola misteriosa, con un tesoro
al termine di un arcobaleno.
Ogni giorno è una
pagina da riempire con creatività, con fantasia, con pazienza…
Il lavoro da fare è
molto, ponti da costruire, strade da riparare, luci da accendere. Ci sono
persone da connettere e riconnettere, argomenti da spiegare, libri da leggere e
amici da ascoltare.
La sera la pagina è
piena. Ci troviamo errori cancellature, è vero, ma ci sono anche frasi riuscite
meglio, parole eleganti e appropriate, piene di amore e di speranza.
Attraversiamo le nostre
giornate come si valicano luoghi insoliti, col cuore pieno di timore e
incertezza ma anche colmo di curiosità e gratitudine per i doni che ogni giorno
la vita ci regala.
Così, spaventato,
incerto ma grato chiudo gli occhi sereno e attendo il domani.
Per scrivere la pagina
successiva.
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