lunedì 26 ottobre 2020

Lo scemo del villaggio. Errori di valutazione

 








Come ho già detto in precedenza, da noi non esiste lo scemo del villaggio. 

Almeno, non ce n’è uno fisso. 

Abbiamo una certa flessibilità nel coprire il ruolo. 

E non lo facciamo a tempo indeterminato, perché non appena qualcuno sale sul podio per avere commesso un’idiozia, arriva qualcun altro a occupargli il posto per averne combinata una ancora più clamorosa. 

Come quando il maestro elementare Filippo Bauli, detto Pippo Baudo perché si presenta in classe in doppiopetto e cravatta e gli incontri genitori-insegnanti con lui sembrano delle presentazioni di Festival canori, portò la classe in gita sul monte Bianco, tutti infilati in spesse tute antigelo e attrezzati di ciaspole e slittini, peccato che fosse primavera e c’erano venticinque gradi. Gli slittini si ostinavano a non scivolare tra le margherite e i bambini tornarono sul bus sudati marci, puzzolenti e piangenti perché per fare un pupazzo di neve avevano trovato soltanto del letame. 

Come quando il ragionier Guido Pestalozzi, gran brava persona, astemio e integerrimo frequentatore di chiese, fu invitato dal vicino all’addio al celibato del figlio e fu fatto bere smodatamente. Il ragioniere che non reggeva nemmeno il vin brûlé, dovette trangugiare una sfilza di shottini di vodka, un paio di pinte di birra scura non fermentata, qualche whiskey singolo malto e alla fine tre o quattro giri di un Calvados pregiato delle colline atlantiche della Francia. Lui che aveva sempre detestato i tatuaggi era stato ingaggiato nella festa da un tatuatore pessimo, privo di scrupoli e di etica del lavoro, che aveva imparato l’arte durante un soggiorno coatto alle spese dello stato, e si era risvegliato con un appariscente e orribile disegno tribale sullo zigomo destro e una serie di scritte oscene dietro il collo che lo costrinsero a girare con la sciarpa anche in piena estate e con gli occhiali da sole pure di sera a costo di picchiare la fronte sui lampioni del vialetto di casa. 

Come quando la vedova Agnolotti Agnese, che millantava un passato da cantante lirica, era stata cacciata dal coro da don Lurio nel bel mezzo della funzione Pasquale, perché era stonata come una campana e i chierici si premevano le mani sulle orecchie e non smettevano di ridere e lei per vendicarsi la domenica successiva aveva versato la colla di pesce nelle acquasantiere e i fedeli erano rimasti con le mani appiccicate nello scambiare il segno di pace… 

Come quando il mio vicino, Antoniuzzi Baldo detto Braccobaldo, che non è cintura nera di simpatia ma si vanta di avere alte conoscenze d’informatica e di essere stato il primo nel paese a utilizzare il computer per fare acquisti on line, pensò di comprare del burro pregiato ma al posto di digitare quattro pezzi aggiunse, chissà perché, quattro zeri e si ritrovò quattromila mattoncini di burro di montagna che dapprima provò a rimandare in dietro e poi vendette a metà prezzo improvvisando un banchetto davanti casa. Che io sappia sta ancora facendo la cura per il colesterolo alto. 



Errori di valutazione. 

Può succedere a tutti, chi non sbaglia mai? 

E poi, come ho detto, fare lo scemo del villaggio è una vocazione ma siamo in tanti ad averla… 



Pippo Baudo, scusate, volevo dire il maestro Bauli, intimoriva i bambini col suo doppiopetto e così fu promosso preside e fu chiuso in un ufficio, dove non poteva fare grossi danni. 

Il Pestalozzi smise di fare il ragioniere e aprì un bar in una periferia urbana, una zona disastrata e degradata, dove fu molto apprezzato e rispettato per i suoi tatuaggi e la sua recente competenza in fatto di alcolici. 

La vedova Agnolotti si fece perdonare da don Lurio e come penitenza usò la colla di pesce rimasta per preparare dodici buonissime cheesecake (fatte anche col burro comprato a metà prezzo) per il goloso sacerdote. A ogni buon conto, per preservare le orecchie dei fedeli, non fu reintegrata nel coro. 

Braccobaldo vendette un migliaio di confezioni di burro, le altre dovette mangiarle oppure regalarle alle associazioni benefiche, ai ristoratori della valle e al vicinato. Si fece molti amici e fonti sicure affermano che ora è diventato vegano e mangia solo insalata scondita. 



Tutti facciamo errori e commettiamo stranezze. 

Siamo sbadati oppure adottiamo comportamenti bizzarri. 

Si fa presto a puntare il dito ma attenti, domani potrebbe capitare a voi. 

In questo periodo non abbiamo nessuno sul podio. 

Non abbiate timore, fatevi avanti… 






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