sabato 15 giugno 2019

La forza nelle nuvole








Il bimotore sta rullando sulla pista.


Sarà una giornata calda, alle sei del mattino ci sono già ventidue gradi.

Cielo terso, qualche batuffolo bianco di nuvole rade, vento al suolo: assente.

Condizioni ideali per volare.


Il pilota sorride mentre scalda i motori. Lentamente porta il velivolo sulla runway. Per il suo mezzo, così leggero, la corsa di decollo è relativamente breve.

È molto giovane e dimostra anche meno anni di quelli che ha ma ore di volo, quelle sono tante, diciamo abbastanza. E poi è abituato agli sguardi perplessi e preoccupati dei clienti quando lo conoscono di persona.

Ma stamattina è diverso. Questa donna non è perplessa né preoccupata.

Lei non vede l'ora di salire, vuole solo salire.

Si accomoda di fianco al pilota, allaccia la cintura di sicurezza come se non avesse mai fatto altro nella vita.

Lui comunica qualcosa nel microfono e qualcuno dalla torre di controllo, una specie di baracca in mezzo alla sterpaglia secca, gli risponde. I giri dei motori salgono riempiendo l’abitacolo del loro rumore.




La donna ripensa al primo ragazzo. Diciotto anni entrambi, solo loro due e il mondo fuori, innamorata persa e ricambiata con sincerità.

Poi lui aveva cominciato ad essere premuroso. Troppo. Aveva preso l’abitudine di sostituirsi nelle incombenze, negli impegni. Devi stare tranquilla, le ripeteva, non devi preoccuparti, penso a tutto io.

Subito non era stato un problema, ma col passare dei mesi lei aveva scoperto di non avere la libertà di prendere un'iniziativa.

Lui anticipava ogni mossa, ogni decisione, organizzava, pianificava… soffocava!

Lei lo aveva lasciato scoprendo così quanto lui potesse essere cattivo e volgare e ringraziando per averlo potuto scoprire prima che la loro storia potesse andare troppo avanti.




Il ragazzo impugna la cloche con un’espressione decisa, che gli riesce solo in assenza di venti trasversali, conduce il bimotore alla velocità prevista perché la portanza faccia il resto e sollevi tutto il peso di metallo, motori, carburante, vetro ed esseri umani. L’aereo si stacca repentino dalla pista e con un salto nello stomaco punta in alto verso il blu.




Per un momento il beccheggio costringe lei a stringere le nocche attorno al sedile di pelle consumata da anni di passeggeri terrorizzati, poi l’aereo si assesta e lei rilassa mani e tutto il resto.




Anna si era sposata molto giovane, attratta dal desiderio di una vita felice e dall’illusione che il marito fosse la persona giusta. Si accorse subito di quanto lei fosse in errore. I continui litigi, frasi come: non ne fai una giusta, sei un incapace… venivano camuffate e nascoste da repentine scuse, fiori e galanterie ma erano state capaci di scalfire la personalità di lei come una goccia d’acqua buca la roccia. E Anna era tutto tranne che una roccia.

Negli anni di matrimonio era stata accusata di tante cose, non essere una persona matura, non avere fascino né personalità, essere incapace di eseguire le cose più semplici, cose che ogni donna era in grado di fare, come la spesa, gestire la casa, organizzare un viaggio. Alla fine l’accusa che più l’aveva ferita, quella di non essere stata nemmeno all’altezza di concepire un figlio…

Tornata a casa dai genitori, Anna aveva scoperto, sgomenta, che loro la pensavano come lui, e che sopportavano la sua presenza sono in quanto loro figlia.




Ora non le rimaneva niente.

Si era come risvegliata da una vita di torpore.

Chi non ha niente non ha nemmeno niente da perdere, si era detta.

E aveva deciso di vivere una nuova vita.




Da dove prendere il coraggio, non lo sapeva ancora neppure lei. Poi si era detta che lo avrebbe preso dal cielo. Da sopra le nuvole avrebbe avuto una nuova prospettiva della vita.




Ed era accaduto. Una volta sarebbe stata preda del panico solo al pensiero di decollare.

Ora si era scelta un ragazzino come pilota e niente avrebbe potuto fermarla.




Pensava di poter trovare la forza nelle nuvole del cielo anche se in realtà quelle stesse nuvole non erano mai state attraversate da un essere così potente, quanto quella donna.


Questo è ora il suo posto. In alto, nel blu, in mezzo alle nuvole. Il posto che le compete, che le spetta, non in basso, al suolo dove fino a ieri l'hanno incatenata uomini piccoli e meschini.
Anna lo ha capito.

Guarda le nuvole, si sente forte e sorride.








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