domenica 18 novembre 2018

La cena








LA RIMPATRIATA 


Eccoci qua. 

Dopo quanto, almeno trent’anni, a qualcuno è venuta questa fantastica idea. 

Il pensiero di Camillo si era manifestato pochi secondi dopo un altro, ricorrente degli ultimi giorni: ci vado oppure no, seguito dal più recente: faccio bene a presentarmi o do loro buca? Alla fine aveva deciso e si era presentato, dopotutto che male c’era a partecipare a una cena organizzata da alcuni compagni delle medie, quattro chiacchiere superficiali, una fetta di pizza e tutti a casa a rituffarsi nelle proprie vite e a dimenticarsi di nuovo degli altri. 

Dopo aver deciso di presentarsi, aveva perso tempo per scegliere cosa indossare, mettere un completo buono e magari fare la figura dello snob oppure restare casual e sembrare un pezzente? Preferì una via di mezzo, come sempre, per cercare di tenere un profilo basso e non farsi notare troppo, almeno questo sarebbe stato nelle sue intenzioni ma sfortunatamente era capitata la cosa che più detestava: Camillo era arrivato in ritardo a causa di un ingorgo in tangenziale! 

Sarebbe stato contento di arrivare per tempo, acclimatarsi e scambiare due parole in intimità con i pochi arrivati ma fu così costretto a una specie di passerella lungo la tavolata già completa, subendo i saluti corali dei presenti che avevano già cominciato a bere e schiamazzare. Al centro dell’attenzione, pensò con amarezza Camillo, cominciamo bene. 



E’ arrivato camomillo… la risata sguaiata e inconfondibile di quel cretino di… come si chiama… Girardi, già, ci mancava anche lui, pensò Camillo, al centro dell’attenzione e si ricordano pure il mio soprannome, si comincia proprio bene si disse una seconda volta, poi si sedette alla fine del lungo tavolo, salutando il vicino alla sua sinistra e la donna seduta di fronte. 

Mentre cercava di richiamare i nomi di questi due, alla memoria, pensò, almeno non ho nessuno a destra! 


IL PISCIONE 


La cena non era così male come se l’era aspettata. 

Antipasti scelti con cura, pasta fresca, funghi buonissimi e un filetto che si scioglieva sulla lingua, e vino, un andirivieni di rossi, Barolo, Pinot nero, Cabernet Sauvignon, Camillo pensò che al momento del conto sarebbero stati loro stessi “cotti” a dovere, ma almeno il vino rendeva più facile le chiacchiere e più leggera l’atmosfera. 

A un certo punto, a metà tavolata si alzò Vecchi Salvatore, quello dell’ultima fila con l’attenzione sempre alla finestra. Disse qualcosa del tipo, se non corro in bagno con tutto quello che ho bevuto, me la faccio addosso. Nemmeno un secondo ci mise Girardi a ricordare a tutti che Vecchi era famoso a scuola come “il piscione”. 

Salvatore non la prese bene, mandò uno sguardo velenoso e alzò il medio verso Girardi mentre correva ai servizi. 

Girardi approfittò della sua assenza per ricordare agli ex compagni, l’episodio in palestra, Vecchi era stato colpito da una palla medica sul plesso solare, era svenuto e prima di riprendere i sensi, i pantaloncini, il pavimento della palestra e le scarpe del prof. di ginnastica erano zuppi d’urina. 

Roba preziosa per i bulli della scuola, che non mancarono di innaffiare con le bottigliette d’acqua, i calzoni del povero Vecchi ogni volta che ne avevano occasione fino alla fine dell’anno. 

Quando tornò a sedere, Vecchi Salvatore smise di sorridere e non parlò più con nessuno per il resto della cena, limitandosi a guardare, ogni tanto, quel cretino del Girardi. 


IL VECCHIO AMORE 


Camillo era pensieroso quando si sentì chiamare. 

Caterina! 
Come dici, scusa? Ma Camillo non era bravo a recitare. 
Il mio nome, sono Caterina, Caty, ti stavo davanti in terza, lo so che cercavi di ricordare il mio nome. 
Lei sorrideva. 
A Camillo per poco non andò di traverso un pezzo di porcino. 
Come aveva fatto a dimenticare il nome di Caty! 

Sono cambiata così tanto? Volle sapere Caty, ma Camillo non seppe cosa rispondere limitandosi a tossire con violenza. Come aveva fatto a non riconoscerla, si rimproverò Camillo ma gli bastò una seconda occhiata per capire. 

In terza media c'era, seduta in prima fila, una ragazzina magra e vivace, con lunghe trecce biondo chiaro e tante efelidi sul naso. 

Caty era spesso richiamata dagli insegnanti perché stava girata a rimirare il suo bello. Aveva un debole per Camillo, alto, carino e con lo sguardo maturo. Ma com'è ovvio lui non se n'era accorto e dopo settimane di vana attesa lei si era sfogata piangendo sulla spalla di Mariarita, la sua migliore amica. 

Mariarita alla prima occasione riempì d’insulti e parolacce un inconsapevole Camillo, colpevole solo di ottusità sentimentale. Tutte le ragazze della classe avevano intuito il dramma, i maschi seguitarono, nella loro beata ignoranza, una vita condita da ormoni e calcio. 

Ora Camillo si trovava davanti una signora profumata di quasi cinquant'anni, un po’ troppo appesantita, ben vestita e con capelli curati, molto corti, gioielli costosi e un trucco pesante. 

Tranquillo, lo volle rassicurare lei, comprendo di essere cambiata… ma lo sai che in terza mi piacevi? Avevo una cotta per lo spilungone seduto nella fila dietro…, lei lo confessò dando una veloce carezza sulla mano di Camillo, ma non farti illusioni, ora sono felicemente sposata e mio marito è un uomo molto forte e di successo! 

Camillo, che continuava a sentirsi ottuso, si chiese perché la donna si fosse sentita in dovere di rivelare tutti quei particolari non richiesti, soprattutto quella precisazione sul marito… poi, benché ottuso, siccome ci vedeva bene, notò un’ombra sullo zigomo destro che sembrava un’occhiaia, nascosta dal trucco e con poca discrezione, le chiese se si fosse fatta male indicando l'occhio con l’indice. 

Lei disse di aver battuto contro uno stipite al buio e per il resto della cena rimase piuttosto mutacica. 

Camillo capì che se la cotta c’era stata non aveva lasciato nessuna traccia. 


PARTICOLARI 


Camillo, come abbiamo visto, era un buon osservatore ma non aveva a portata tutti i partecipanti alla cena, per questo si perse molti particolari. 

Girardi, per esempio non aveva perso l’attitudine a bullizzare i vecchi compagni. Interveniva in ogni discorso, s’intrometteva in qualunque dialogo, sempre con un volume troppo alto di voce e un tono poco appropriato alle regole di civile convivenza. Dopotutto lui era il classico tuttologo che poco tollera le opinioni altrui. Ben presto, non spaventando più nessuno, fu lasciato solo a parlare col proprio cellulare. 

Vecchi era rimasto timido e introverso ma, restando con i pantaloni asciutti, dimostrava di essere a suo agio tra persone che non si erano viste da quasi tre decenni. 

Lombardi Attilio, che a scuola millantava di avere una famiglia ricchissima, si era presentato con un macchinone, un automobile d’epoca che gli era stata prestata dall’amico carrozziere, ma il colletto della camicia era liso e vissuto e il Daytona al polso destro era un falso neppure fatto tanto bene. 

Il sorriso del piacione Giovannini, quello che a scuola era stato sospeso perché si divertiva a raccontare storielle razziste e non proprio “politically correct” era falso tanto quanto il Rolex di Lombardi. Durante la cena pochi ebbero voglia di ascoltare le sue vecchie storielle e nessuno lo incoraggiò a raccontarle. 

Lombardi e Girardi litigarono al momento del conto perché a dire del primo qualcuno, si era scolata da solo qualche bottiglia molto costosa e avrebbe dovuto pagarla in proprio. 

Camillo riuscì a mandare un cenno a Vecchi e quest’ultimo gli mostrò il pollice, non avevano avuto tempo di parlarsi molto ma forse ora ci sarebbe stata un’altra occasione. 


TORNANDO A CASA 


Molti particolari non sono raccontati per mancanza di tempo ma ciò che rimase a Camillo mentre passeggiava verso casa e cercava di tenere a bada un principio di pirosi gastrica, fu la sensazione che nessuno di loro fosse cresciuto veramente. 

Gli intelligenti si erano confermati e gli stolti erano peggiorati. 

Forse il fatto di diventare saggi invecchiando, era tutto un mito! 

Camillo pensò chiaramente che gli anziani saggi fossero così già da giovani mentre ai cretini non rimaneva altro che invecchiare cretini. 

Non appena a casa prese un antiacido, si mise a letto e si addormentò pensando alle trecce bionde della ragazzina della prima fila. 






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