lunedì 26 novembre 2018

La magia dietro un vetro









La classica triste e piovosa mattina di fine novembre.

Valentina passa due dita sul vetro della finestra e, togliendo la condensa, si diverte a sentire il tipico suono utilizzato per la pubblicità dei detergenti per piatti.

BRRRRRRRRRRRRRRR

Valentina guarda fuori. Il tempo è così da quasi una settimana. 
Il cielo è una pesante coperta grigia, gonfia d’acqua e tutto appare dello stesso colore delle vecchie foto di famiglia, scattate tanti anni fa.
Valentina è stanca di leggere il suo libro, ancora di più di guardare programmi tv vuoti, con personaggi vuoti il cui unico scopo è mantenere vuota anche la mente.
Seduta alla finestra non può fare altro che osservare il prato sempre più zuppo d’acqua e ascoltare l’ipnotico gocciolio della grondaia spiovente, all’ingresso.

Plink, plink, plink!

Ogni tanto, sulla strada poco distante dalla casa, passa un’auto sollevando un’ondata d’acqua.

Scroshhhhhhhhh

Valentina è rapita e tutto quello che fa, è passare ogni tanto due dita sul vetro per continuare a guardare fuori.

Valentina osserva la pioggia scendere come lacrime sul vetro e una leggera malinconia le pesa sulle palpebre come un sonno leggero, poi si accorge che le gocce hanno smesso di picchiettare sulla finestra.

Plik... plik... plik……...

É il momento di uscire, pensa.

L'erba bagnata le solletica i piedi nudi e le trasmette una magnifica sensazione di freddo. La lunga camicia da notte si sporcherà e chissà se sua madre la prenderà bene, ma ora non importa.
Il prato è lucido e scivoloso e il riverbero della luce sulla strada bagnata le ferisce per un momento gli occhi.
Valentina ha un brivido ma i suoi passi non si arrestano.
Il prato davanti casa è cosparso di fiori e a poco meno di un metro dal viso della ragazzina, una farfalla si posa su uno di questi.
Fiori in novembre? Si chiede Valentina. Ma la farfalla è così bella, ha ali rosso ruggine screziate di nero e sembrano velluto. Non le permettono altri pensieri.
Poco oltre un piccolo bruco verde sta risalendo il ramo di un cespuglio. Chissà se è imparentato con la farfalla, che nel frattempo è volata via. Valentina non ha grande conoscenza di entomologia ma è felice dell'universo pieno di vita che esiste a pochi passi, fuori dalla sua porta.

Si guarda i piedi e le gambe bagnate e schizzate di fango. Le viene da ridere.

La pioggia ricomincia leggera e la ragazzina alza il viso per accoglierla. Poi apre gli occhi e si accorge che si è formato un arcobaleno dietro alla collina al fondo del paese.
Come mi piacerebbe andare a vedere dove finisce quell’arco colorato e se davvero c'è una pentola d'oro sepolta, pensa Valentina e non riesce a spostare gli occhi da quel miracolo della natura.
La pioggia aumenta d'intensità e Valentina decide che è arrivato il momento di rientrare in casa.

Peccato, la sensazione di freddo solletico che le da l'erba sotto le piante dei piedi, tra le dita e sulle caviglie nude è meravigliosa ma adesso Valentina è scossa dai brividi. Rientra con il viso e i capelli bagnati d'acqua e il cuore gonfio di felicità. 

Poco dopo è dietro la finestra, al suo posto.

Osserva la pioggia che è tornata a suonare il suo ritmo sul vetro.
Lei accompagna una musica immaginaria battendo a tempo due dita sullo stipite. Poi guarda in basso. 

Si accorge che il piede destro è scivolato giù dal predellino e ora penzola come un'inutile appendice. La ciabatta è fuori dalla sua portata ma ci penserà come sempre la sua mamma quando rientrerà. 

Si afferra con entrambe le mani, la gamba insensibile e la rimette a posto.

Poi Valentina risistema meglio la sua sedia a rotelle e torna a guardare fuori.








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