L’ansia comincia la sera prima.
Non ne ero consapevole, finché non ho trascorso
la notte a rigirarmi.
Risvegli ripetuti, sogni confusi,
conoscete i sintomi.
Durante la mattina poi, dovendo
lavorare, la concentrazione su altre questioni dissipa ogni attesa, ogni
aspettativa, ogni inquietudine.
Fino al momento di uscire.
Quando arrivo a casa torna l’affanno.
Che cosa metto, magari stampo un
tesserino identificativo da appuntare alla giacca, no, meglio di no, sa troppo
di scuola materna, tu sei dei verdi, noi dei gialli, e così via…
Passo davanti allo specchio e mi
arresto, sto guardando un adolescente al suo primo appuntamento? Un
cinquantenne col cuore di un dodicenne?
In fondo si tratta del Salone
Internazionale del Libro.
L’ennesima edizione, ho perso il conto
di quante ne ho viste.
Ma chi voglio prendere in giro, si
capisce che questa non è un’edizione come le altre.
Oggi ci sarà l’evento che mi permetterà
di conoscere tanti amici, persone unite da una stessa passione.
Viva il Re.
Dunque esco, zaino leggero, acqua e
biglietto.
Il traffico è regolare ma non sopporto
nessuno, le auto davanti vanno troppo piano, intasano rotonde e incroci. Per
fortuna trovo parcheggio quasi subito.
Entro in metropolitana, quanto ci mette?
Non ricordavo che il tragitto fosse così lungo. Conto le fermate.
Arrivo al capolinea, stazione Lingotto,
riemergo alla luce del sole.
Finalmente sono davanti all’ingresso del
Salone con il biglietto in mano.
Dentro è tutto uguale agli anni precedenti.
Almeno così mi sembra.
Dentro è tutto uguale ma è anche tutto differente.
Mi torna l’ansia.
Prendo a vagare tra i padiglioni senza guardare nemmeno un libro.
Mi accorgo che sono arrivato tra gli stand di Sellerio e Feltrinelli senza
nemmeno essermi accorto.
Poi mi dirigo verso la Sala Rossa.
Ci sarà un Re Rosso ad aspettarmi?
Una fila chilometrica attende di entrare.
Cerco volti noti tra la gente ma non riesco a riconoscere nessuno.
Nessuno.
Guardo l’orologio, è presto. Queste persone aspettano un altro evento!
All’improvviso mi sento solo. Le inquietudini della notte tornano a
turbarmi.
E se non incontrerò neppure uno tra i fans? E se non riuscirò a entrare
nella sala? E se… e se…
Basta paranoie! Sono al Salone del Libro.
Andiamo a comprare qualche volume, facciamo incetta.
Mi rilasso un poco, come succede sempre quando accarezzo copertine, annuso
carta, sfoglio pagine, leggo trame.
Non ho tempo per fare una scelta.
È ora di avvicinarsi alla Sala Rossa, ritrovo il percorso, aumento il
passo, quasi corro.
Mentre mi avvicino noto che la coda ha un’altra forma, vicino alla soglia
della sala un gruppo vociante di persone sembra godersela un mondo.
Dalle teste spunta un palloncino bianco.
Per istinto mi avvicino, piano, in punta di piedi.
Il padiglione scompare alla vista, mi trovo davanti a un’enorme libro, con
le pagine aperte che aspettano solo di inghiottirmi.
Come usciti dai racconti del Re, mi appaiono personaggi familiari: vampiri
svolazzanti, cani idrofobi, pagliacci assassini, tizi violenti e alcolizzati,
infermiere psicotiche!
Devo essere stanco…
La visione sfuma e mi accorgo divertito e sollevato che ad accogliermi sono
persone dai volti familiari, conosciuti da anni tramite i post, mediante le
chat, grazie a un social.
E grazie al cielo non sono una visione.
Sono persone vere.
In carne e ossa.
Come sono veri gli abbracci, i saluti, la passione, la gratitudine.
La sensazione di solitudine è sparita, dimenticata.
Ora ci sono solo tanti amici sorridenti attorno. Sono in famiglia.
Le porte della Sala Rossa si aprono.
Entriamo tutti assieme.
Che la festa cominci.
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