sabato 23 maggio 2015

Fai il bravo!







Cresci sentendo una frase più di tutte le altre: fai il bravo.
La senti dai tempi dell'asilo, quando mamma ti allacciava le scarpe e ti sistemava il grembiulino, lasciandoti nelle mani di una maestra o di una suora e ti ammoniva: mi raccomando, fai il bravo.
La sentivi durante i lunghi anni della scuola elementare, senza gite, senza essere né carne né pesce, prima di salire i gradini, ecco che echeggiava la stessa frase, fai il bravo a scuola.
E tu facevi il bravo, non tanto perché credevi nel valore della bontà, facevi il bravo perché la maestra ti ripeteva instancabile la stessa cosa, ma il suono era come una minaccia, state bravi. Lei si rivolgeva a tutti ma allo stesso tempo a tutti rivolgeva un occhiata inequivocabile. E tu stavi bravo perché non avevi altra scelta.
Poi gli anni sono rotolati sempre più veloci e inarrestabili come una slavina che travolge e ricopre il passato e hai continuato a fare il bravo, durante i lunghi mesi passati a scontare le scuole superiori, dove avevi presto imparato che conveniva fare il bravo, che chi si esponeva, chi manifestava le proprie idee soprattutto se queste erano in contrasto con quelle dei docenti, chi cercava di alzare la testa dal gruppo degli anonimi, non aveva vita facile. C'era da giocarsi l'anno.
Allora tu hai continuato a fare il bravo.
E così , rimanendo per scelta nel gruppo degli anonimi, arrivarvi al diploma dimostrando a tutti di essere davvero bravo.
Poi la leva, un tempo obbligatoria, contribuiva a inculcare l'importanza di essere bravo, con valori come l'obbedienza agli ordini, la disciplina, l'ordine e la pulizia.
Per tutto un lungo anno, riuscivi a salvarti e a sopravvivere facendo il bravo, evitando cioè di farti punire, di farti cancellare i permessi, prendendo una licenza premio ambita da tutti e raggiunta da pochi.
E il congedo cancellava in un attimo quello strano mondo e ti spalancava il cancello verso la vita di adulto, vita in cui tutti ti avevano visto crescere prima come un bravo bambino, poi come un bravo ragazzino, in fine come un bravo giovanotto.
Il figlio che tutti vorrebbero avere, il perfetto vicino di casa, il braccio al quale tutte le vecchiette vorrebbero reggersi prima di attraversare la strada.
E con questa pesante reputazione ti sei apprestato a vivere la tua vita di adulto.

Ma qui sono cominciati i problemi.
Certo, era facile fare i bravi in alcune occasioni, essendo gentile con tutti, rispettando le scadenze dell'affitto di casa per esempio, tenendo una condotta esemplare sul lavoro dove era semplice fare le cose che tutti si aspettavano da te, ma il giorno che ti era capitato di dover scegliere, di dover decidere in autonomia cosa fare e come farlo ti sei trovato davanti alla dura realtà. A qualcuno non è piaciuta la tua condotta e così, improvvisamente hai smesso per un momento di essere bravo.
Ti è capitato di appassionarti di politica, hai letto giornali e libri e ti sembrava di capirci qualcosa, poi è arrivato qualcuno che non la pensava come te e non capivi come potesse esistere qualcuno così palesemente cieco verso quella che ti sembrava una verità lampante.
Candidamente avevi dissentito e allo stesso tempo avevi smesso di fare il bravo.
Era stato per te un grande momento di crescita personale e ciò che ti faceva stare più male era la realizzazione di non essere più considerato bravo da tutti gli altri.
E così avevi capito.
Anche per gli altri valeva questa cosa.
Chi non era, ai tuoi occhi, mai sembrato molto bravo, forse aveva solo pensieri diversi dai tuoi, una condotta di vita diversa dalla tua, dei valori che non erano i tuoi.
Forse costui non era poi così cattivo.
E finalmente questa scoperta ti ha liberato da una prigione.
Non dovevi più vivere una vita da "bravo".
Eri finalmente libero di esprimere le tue idee, libero di non piacere, libero di creare malumori. Ti era permesso fare la tua vita senza l'assillo di essere a tutti i costi dalla parte dei giusti. Libero di seguire le tue inclinazioni, di aderire alla tua morale, di scrivere una tua propria etica.
Certo, sei diventato improvvisamente antipatico a molta gente. Qualcuno ti ha tolto il saluto ma non è stata una perdita grave.
E alla fine hai, per fortuna, smesso di ascoltare i vecchi corvi che al tuo passaggio non mancavano di mormorare:
"Da piccolo era proprio un bravo bambino".
Ora che sei libero vai per la tua strada e mi raccomando... fai il bravo!




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