domenica 16 dicembre 2012

Mi ricordo che la mia mamma ci svegliava fischiettando o canticchiando qualche motivetto.





Mi ricordo che la mia mamma ci svegliava fischiettando o canticchiando qualche motivetto. Mi ricordo che non aveva una brutta voce. Ricordo il tintinnio del cucchiaino sulla tazza del caffelatte.
Mi ricordo che la mia mamma faceva la sarta, ricordo bene il rumore del pedale della macchina da cucire prima ancora che iniziasse ad usare quella elettrica. Mi piaceva sganciare la cinghia e giocare con quel pedale fino a far vorticare la ruota a velocità folle…
Mi ricordo che sapeva cucire di tutto, oltre che vestiti, giacche e pantaloni. Ha prodotto sacche per aspirapolvere e kimono da karateka, una volta con avanzi di stoffa ci ha fatto una borsa sportiva. Per non parlare dei giacconi in velluto che mettevamo in inverno e dei portapenne in stoffa, di cui un po’ mi vergognavo e di cui ora mi vergogno di essermi vergognato…
Mi ricordo del puntaspilli in stoffa rossa a forma di cuore, perennemente appeso ad un chiodo sulla parete della macchina da cucire, da bambino pensavo: chissà come deve soffrire quel cuore con tutti quegli spilli conficcati, ed ogni tanto ne sfilavo qualcuno.
Mi ricordo che piangeva la mia mamma quando sono partito per fare il militare e dentro di me non lo ritenevo giusto, ero cresciuto ed era giunto il momento che accettasse il mio allontanamento ma oggi che sono genitore a mia volta, credo di capire meglio quelle lacrime.
Mi ricordo che quando cambiava la tinta dei capelli ero sempre un po’ spiazzato ma se piaceva a papà tutto andava bene.
Ricordo che ha abdicato dal suo ruolo nella vita un giorno di quasi dieci anni fa, quando ha perso suo marito. Ed io ho sempre sofferto questa doppia perdita, anche se so che non ha smesso di volerci bene a modo suo.
La settimana prossima la mia mamma compirà ottanta anni ed è ancora bella come quando ne aveva diciotto.

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