-Cos’hai oggi? Mi
sembri giù di corda.
Iacopo guarda l’amico
attraverso il calice di Spritz e
ghiaccio e si diverte un poco a vederlo colorato di arancio. Anche di quel
colore all’amico non sfugge niente, pensa.
-Hai finito di
osservare il mondo attraverso il bicchiere e mi racconti cosa non va?
Iacopo apprezza i modi sbrigativi
dell’amico, lui non è mai riuscito a essere così diretto, così incisivo. Lui è
uno che la prende larga, che riflette. È sempre stato quello che pesa le
parole, che predilige la diplomazia. Ha bisogno di qualcuno che ogni tanto gli
dia una pungolata e non stia troppo a tergiversare.
-Solite cose, problemi
di lavoro…
-Iacopo finiscila, i
problemi di lavoro non esistono!
-Che cosa stai dicendo Willies!
Non è così bravo Iacopo a recitare la parte del fratellino Arnold nella famosa
sit-com americana ma ci prova ugualmente.
-Semplice, dico che sul
lavoro si cercano le soluzioni. Quando queste si trovano, il problema scompare.
Quando non si trovano, si continua a lavorare su ipotesi risolutive finché non
è dimostrato che la soluzione non esiste e allora si passa a qualcos’altro e
quel problema scompare.
-Mi sembra molto
orientale la tua filosofia…
L’amico ignora Iacopo e
continua.
-L’unico problema che
esiste nelle organizzazioni lavorative è quello che nasce dalle relazioni
umane, dai rapporti tra le persone. Invidie, gelosie, comunicazioni distorte o
ambigue, leader ufficiosi, capi inadeguati, dispetti puerili, relazioni
sentimentali, molestie e altre amenità del genere.
-Mi sembra che tu stia
semplificando troppo…
-Certo, mica abbiamo
tutto il giorno, dopotutto ho quasi finito il mio Spritz, quindi o ne ordiniamo
un secondo o la discussione termina qua.
Compare dal nulla il
cameriere e ordinano il secondo giro.
I due giovani gustano e
sorseggiano in un silenzio che parla di approvazione. Forse una gradazione
alcolica eccessiva ma nessuno dei due si lamenta.
Iacopo si sforza di
spiegare.
-Mi sembra che si vada
a diverse velocità. Ho la sensazione, anzi la certezza, che si siano formati
sottogruppi che non comunicano tra loro e che questo generi contrasti interni.
Iacopo guarda l’amico
finché questo non si decide a parlare.
-Non crederai davvero
di poter risolvere da solo tutti i problemi di un’organizzazione? Fammi il
piacere, finisci il tuo aperitivo e non ci pensare. Sarebbe più facile
travasare il mar Ligure nel bacino Adriatico usando un bicchierino di carta!
-Tu quindi, come la
vedi?
-Hai presente i gruppi
di cammino?
-Noi siamo andati tante
volte a camminare off road…
-No, Iacopo, stammi a
sentire. I gruppi di cammino sono un'altra cosa, deve esserci un leader aiutato
almeno da altri due facilitatori. Il leader si mette in testa e tiene il passo
adeguandolo a quelli più allenati e veloci, il secondo sta nel mezzo a
controllare il passo di chi segue e il terzo chiude il gruppo prestando
attenzione che non si perda nessuno lungo il cammino...
Iacopo sembra
perplesso.
-Questo però non
impedisce al gruppo di disgregarsi e frammentarsi.
-Vedi Iacopo, il leader
deve tenere presente due cose. Per primo: che chi resta nel gruppo di mezzo non
si senta secondo e meno importante di quelli che guidano e sono più veloci e
resistenti e che quelli nel gruppetto di coda non si sentano mai abbandonati.
Secondo: è fondamentale che tutti conoscano in anticipo il percorso che si
vuole fare e la meta da raggiungere, in questo modo nessuno ha bisogno di
vedere chi è davanti per trovare la strada. Inoltre ha dietro un facilitatore
che lo incoraggia a proseguire fino all’arrivo andando alla sua velocità che,
anche se è lenta, per qualsiasi ragione, è quanto di meglio possa fare.
Iacopo guarda l’amico
come se lo vedesse per la prima volta.
-Mi stai dicendo che
non è un problema se si va avanti a diverse velocità?
-No ma solo se tutti
sanno bene e hanno condiviso dove si sta andando. E per di più, a mano a mano
che il gruppo cammina assieme, quelli che sono più veloci e che in un primo
momento tendevano a voler primeggiare, finiscono per senso di responsabilità, ad
aiutare chi va più lentamente.
Iacopo ora sorride,
mentre continua a osservare il cielo arancione dietro il vetro del proprio
bicchiere.
-A cosa pensi ora,
Iacopo?
- Che forse hai
ragione, non c’è niente di male a procedere ognuno alla velocità che si vuole
quando è chiara la meta.
Finiscono l’ultimo
sorso.
-E ora, cosa pensi di
fare?
-Penso che continuerò a
procedere come ho sempre fatto, a passo lento e misurato.
I due si salutano, si
alzano e lasciano le loro sedie e Iacopo si dirige verso casa.
Come sempre.
A passo lento.