Nessuno
è disposto a prendere lezioni.
Quantomeno
tra pari.
Oggigiorno
pochissimi adulti sono abbastanza aperti, abbastanza umili, abbastanza
intelligenti da capire (e accettare) la semplice verità che si può sempre
imparare qualcosa da un'altra persona.
Forse
è per questo che i bambini imparano. Si dice che i bambini siano delle spugne, certo
che è così, è un fatto innegabile ma forse lo sono perché inconsciamente hanno
la contezza che l’insegnante di fronte ne sa di più di loro.
I
bambini sono dei sapienti senza saperlo.
Tra
adulti, questa sapienza ce la siamo persa.
A
tutto questo pensa Giosuè, mentre calpesta le foglie gialle e marce del
vialetto.
In
realtà non si tratta di un vialetto ma di una pista ciclopedonale e a quest’ora
della sera è deserta. Chi uscirebbe per una sgambata o anche una pedalata, una
sera d’inverno, buia e nebbiosa, come stasera che ci saranno due gradi se va
bene.
Ma
Giosuè cammina perché ne ha bisogno, camminare gli fa bene, lo aiuta a
schiarire i pensieri, a ripulirli, soprattutto quelli bui e sporchi.
Non
si cura del freddo né del dolore alla guancia. Dovrà andare dal dentista a
farsi vedere il molare che balla ma non stasera. Stasera per prima cosa deve
sistemare i suoi pensieri.
Certo
che il freddo disturba e un po’ li fa tremare, i pensieri cattivi, anche se tremare,
lo facevano già prima ma di rabbia, di rancore e desiderio di vendetta.
Ma
si può prendere un pugno in piena faccia per avere conteso un parcheggio? Si può
essere così poco umani anzi, per nulla umani?
Le
foglie calpestate sono molli di umidità e Gioele ha la sensazione di camminare
su un tappeto molto morbido e così facendo gli si ammorbidiscono anche i
pensieri, proprio come desiderava.
L’essere
umano tocca vette altissime, pensa Giosuè, e non può fare a meno di sorridere
ricordando quando all’università studiò i filosofi e i grandi della storia,
Russell, Kant, Schopenhauer, Voltaire…
Ma
raggiunge anche abissi spaventosi.
La
supremazia del branco, l’ordine gerarchico, l’affermazione sessuale per la
continuità della specie, la difesa del proprio territorio (anche un parcheggio…),
tutte cose che ereditiamo dal mondo della natura, vero, ma oggi è così rilevante
usare la forza fisica e imporsi sui pari per sopravvivere? Evidentemente per
qualcuno è ancora così e secoli di storia non hanno portato a niente, e non
solo perché non si è stati attenti a scuola!
Perso
nei suoi elevati pensieri, Giosuè non sente arrivare alle spalle un uomo sul
monopattino, che sfreccia ad alta velocità e lo supera. Fatti cinquanta metri
il monopattino slitta sulle foglie e l’uomo ruzzola a terra.
Allora
Giosuè inizia a correre per soccorrere l’uomo e accertarsi che non si sia fatto
nessun danno serio.
Quando
è vicino pochi passi, l’uomo si alza con fatica e solleva le braccia davanti a sé,
gridando brusco:
“Mi
lasci stare, sto bene!”
“Guardi
che io volevo solo essere utile…”
Giosuè
è disorientato dalla reazione assurda dell’uomo, che ora sta spazzando via le
foglie appiccicate alla sua giacca.
L’uomo
bisbiglia qualcosa, sembrano delle scuse poco convinte. Poi disorienta
maggiormente Giosuè, dichiarando:
“Lei
correva. Credevo volesse farmi del male”
Poi
si volta e si allontana sul suo mezzo.
Giosuè
pensa che sia ora di tornare a casa.
E
si rende conto anche un'altra cosa.
È
per questo che attaccano. Per questo che sono così aggressivi.
Hanno
paura.
Lo
fanno per cercare di annullare la loro stessa paura.
E
mentre torna a casa, ha un altro pensiero che lo allieta.
Avrò
anche tanti difetti, chi non ne ha, ma non permetto alle mie paure di impedirmi di vivere.
E
ripercorre il vialetto nel senso opposto con un sentimento di speranza nel
cuore.