lunedì 12 aprile 2021

Dialogo con un felino e altre considerazioni

 






-Cos'hai da guardare?

-Niente, passavo da qui, tu cosa fai in terrazzo?

-Ho visto le nuvole, sono uscito a ritirare la roba stesa, prima che piova e sono rimasto fuori a pensare.

Mi piace osservare il cielo nuvoloso e annusare l’odore della pioggia che arriva lento e fa abbassare la temperatura. Ma dubito che lei sappia cosa penso.

-Io so molte cose.

Lo dice dando l’impressione che sappia leggere nella mia mente. E forse è davvero quello che fa. Da sempre. Poi si accovaccia e inizia a passarsi la lingua con metodo e precisione, lucidando il pelo della schiena. Resto sempre sorpreso della capacità dei gatti di ruotare la testa quasi completamente. Questo, assieme a due grandi occhi rotondi, fa assomigliare la mia a un gufo.

Anche i gufi sono animali meravigliosi ma volete mettere un gatto?

Guardo le nuvole farsi sempre più vicine e gonfie. Mi sbrigo a togliere dalle corde gli ultimi capi, quasi tutti calzini e mutande, per metterli al sicuro dall’imminente precipitazione.

-Appena in tempo. Sussurro.

-Tanto non piove, non stasera, almeno.

-E tu come lo sai, piccolo esserino peloso?

Mi piace inventare nuovi appellativi per la mia micia.

Lei ignora la domanda, si stira ben bene, corredando il suo interesse per i miei discorsi con uno straordinario sbadiglio.

Invece la gatta riprende, dove avevamo lasciato:

-Lo so sempre quando sta per piovere o quando sta arrivando un temporale…

Questo è vero, quando il tempo peggiora, la gatta sparisce e la ritrovo nascosta sotto il copriletto, a formare una gobba sferica, giusto al centro del letto. Ora è tranquilla, sul terrazzo, a farmi compagnia mentre guardo le nuvole. Per un po' non penso a niente, poi mi giro a guardare la micia. Trovo ipnotico il suo fissare immobile qualcosa che non c’è o forse qualcosa che io solo non posso vedere.

Poi d'improvviso si scuote, insegue rapida un minuscolo insetto che cerca la fuga tra le piastrelle, lo punta, lo cattura e con due rapidi movimenti del collo, lo ingoia.

-Che schifo! Dico io.

-Perché? Miagola lei, annoiata.

-Come se non ti dessi da mangiare...

Ora tocca a me ignorare la sua domanda.

-Ti compro scatolette costose al salmone che tu ti limiti a leccare con sufficienza e tu mangi i moscerini che trovi sul pavimento…

-Sono un gatto, cosa credi, non posso farne a meno.

Ha ragione, quest’essere di sei chili scarsi ha ragione da vendere. Tutti seguiamo il nostro istinto, non possiamo impedircelo, da quando nasciamo a quando smettiamo di respirare. Non possiamo fare altro, a volte proviamo a inseguire dei sogni, e qualcuno riesce anche ad afferrarli, ma questo non cambia, restiamo quello che siamo.

 La gatta si limita a guardare dall'altra parte, forse non trovando interessante ciò che penso.

Mi sbaglio, come sempre.

-Cosa sono io lo so benissimo, mangio le crocchette e lecco il salmone ma anche i moscerini e i topolini non sono male. Quello che non so è cosa sei tu.

Ora sono io a non avere niente da dire, nemmeno noi, penso, a volte sappiamo quello che siamo. Poi faccio una considerazione ad alta voce:

-Ma poi perché me ne sto qui, sul terrazzo, a discorrere con te, che sei solo un gatto?

-Se ritiri il “solo" ti rispondo.

-OK, scusa.

-Scuse accettate. Con chi altri puoi parlare, primo: sei solo, la tua donna si è data alla fuga…

A questo gatto non sfugge niente!

-Secondo, hai dimenticato di prendere le gocce questa settimana!

Lo dice proprio come farebbe qualunque gatto: privo di tono accusatorio.

Sono contento che il mio dottore non sappia parlare con gli animali. O almeno, che non ci provi. Chissà quante altre cose imparerebbe su di me e quante gliene potrebbe rivelare questa gattina.

E poi questo gatto è fenomenale. Soprattutto per annunciarmi le condizioni meteo.

Questa sera non scenderà una goccia d'acqua.

E se lo dice lei, fidatevi.

 

 





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