-Cos'hai da guardare?
-Niente, passavo da qui, tu cosa fai in terrazzo?
-Ho visto le nuvole, sono uscito a ritirare la roba
stesa, prima che piova e sono rimasto fuori a pensare.
Mi piace osservare il cielo nuvoloso e annusare
l’odore della pioggia che arriva lento e fa abbassare la temperatura. Ma dubito
che lei sappia cosa penso.
-Io so molte cose.
Lo dice dando l’impressione che sappia leggere nella
mia mente. E forse è davvero quello che fa. Da sempre. Poi si accovaccia e
inizia a passarsi la lingua con metodo e precisione, lucidando il pelo della
schiena. Resto sempre sorpreso della capacità dei gatti di ruotare la testa
quasi completamente. Questo, assieme a due grandi occhi rotondi, fa assomigliare
la mia a un gufo.
Anche i gufi sono animali meravigliosi ma volete
mettere un gatto?
Guardo le nuvole farsi sempre più vicine e gonfie.
Mi sbrigo a togliere dalle corde gli ultimi capi, quasi tutti calzini e mutande, per metterli al sicuro dall’imminente precipitazione.
-Appena in tempo. Sussurro.
-Tanto non piove, non stasera, almeno.
-E tu come lo sai, piccolo esserino peloso?
Mi piace inventare nuovi appellativi per la mia micia.
Lei ignora la domanda, si stira ben bene, corredando
il suo interesse per i miei discorsi con uno straordinario sbadiglio.
Invece la gatta riprende, dove avevamo lasciato:
-Lo so sempre quando sta per piovere o quando sta arrivando
un temporale…
Questo è vero, quando il tempo peggiora, la gatta
sparisce e la ritrovo nascosta sotto il copriletto, a formare una gobba
sferica, giusto al centro del letto. Ora è tranquilla, sul terrazzo, a farmi
compagnia mentre guardo le nuvole. Per un po' non penso a niente, poi mi giro a
guardare la micia. Trovo ipnotico il suo fissare immobile qualcosa che non c’è o
forse qualcosa che io solo non posso vedere.
Poi d'improvviso si scuote, insegue rapida un
minuscolo insetto che cerca la fuga tra le piastrelle, lo punta, lo cattura e
con due rapidi movimenti del collo, lo ingoia.
-Che schifo! Dico io.
-Perché? Miagola lei, annoiata.
-Come se non ti dessi da mangiare...
Ora tocca a me ignorare la sua domanda.
-Ti compro scatolette costose al salmone che tu ti
limiti a leccare con sufficienza e tu mangi i moscerini che trovi sul
pavimento…
-Sono un gatto, cosa credi, non posso farne a meno.
Ha ragione, quest’essere di sei chili scarsi ha
ragione da vendere. Tutti seguiamo il nostro istinto, non possiamo impedircelo,
da quando nasciamo a quando smettiamo di respirare. Non possiamo fare altro, a
volte proviamo a inseguire dei sogni, e qualcuno riesce anche ad afferrarli, ma
questo non cambia, restiamo quello che siamo.
La gatta si
limita a guardare dall'altra parte, forse non trovando interessante ciò che
penso.
Mi sbaglio, come sempre.
-Cosa sono io lo so benissimo, mangio le crocchette
e lecco il salmone ma anche i moscerini e i topolini non sono male. Quello che
non so è cosa sei tu.
Ora sono io a non avere niente da dire, nemmeno noi,
penso, a volte sappiamo quello che siamo. Poi faccio una considerazione ad alta
voce:
-Ma poi perché me ne sto qui, sul terrazzo, a
discorrere con te, che sei solo un gatto?
-Se ritiri il “solo" ti rispondo.
-OK, scusa.
-Scuse accettate. Con chi altri puoi parlare, primo:
sei solo, la tua donna si è data alla fuga…
A questo gatto non sfugge niente!
-Secondo, hai dimenticato di prendere le gocce
questa settimana!
Lo dice proprio come farebbe qualunque gatto: privo
di tono accusatorio.
Sono contento che il mio dottore non sappia parlare
con gli animali. O almeno, che non ci provi. Chissà quante altre cose imparerebbe
su di me e quante gliene potrebbe rivelare questa gattina.
E poi questo gatto è fenomenale. Soprattutto per
annunciarmi le condizioni meteo.
Questa sera non scenderà una goccia d'acqua.
E se lo dice lei, fidatevi.
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