-A che ora è la riunione?
-Alle sedici.
-Ma sono le quattro e cinque…
-Appunto!
Mai che s’inizi in orario, pensa
Piercarlo, che cavolo. Anche oggi mi tocca uscire alle ore beate… Entra nella
stanza riunioni, nota che ci sono ancora diverse sedie vuote. A colpo d’occhio
valuta dove sistemarsi, vicino a Riberti
no, ha l’alito pesante, Aurora è carina ma è una rompicoglioni, finisce per
fare mille domande e a starci seduto vicino avrei tutti gli sguardi addosso.
Vicino Pasquale, il collega più anziano, c’è un posto libero. E si fionda.
Pasquale lo saluta con un cenno
della mano. E’ uno taciturno e se apre bocca, di norma, è per dire qualcosa di
sensato.
Il dottor Guidi gli lancia un’occhiataccia,
di certo un rimprovero muto per il ritardo. Piercarlo lo ignora. Anzi, gli
sorride ironico.
Guidi conta quanto il due di
picche, anche se gioca a fare la star.
-Ci siamo quasi tutti, due minuti e iniziamo.
Esclama Guidi dall’alto della sua
gloria.
Il brusio latente, sale di
volume, come a scaricare le ultime chiacchiere futili prima della riunione.
Entrano la Patty e la Gabry, due
specie di veline di serie B, un po’ in avanti con gli anni ma molto
appariscenti, probabile che l’azienda le tenga solo per compiacere i clienti, è
il pensiero cattivo di Piercarlo.
-Patrizia e Gabriella aspettano sempre di essere le ultime, per fare un
ingresso scenico.
Mi sussurra Pasquale in un
orecchio.
Sorrido, mentre Guidi apre
ufficialmente la riunione.
-So che sarebbe stato opportuno mandare a tutti i presenti la scaletta
dell’ordine del giorno, via mail, ma ci sono stati problemi …
Intanto potresti salutare, l’educazione
non s’insegna ai piani alti, poi quali problemi, siete incompetenti, pensa
Piercarlo. Guidi prosegue, col suo tono mellifluo da imbonitore televisivo.
Tutti sanno che è l’unica caratteristica che spieghi il suo successo e la sua
posizione in azienda. Lentamente si addentra in questioni tecniche, di vendita
dei prodotti e di logistica commerciale. La prima mano alzata dopo trentasei
secondi è quella dell’Aurora. Ci avrei scommesso lo stipendio. Pasquale m’indirizza
un cenno che dice: ho scommesso anch’io!
Guidi si irrita ma finisce la
frase e le cede la parola. Come sempre la domanda di Aurora è retorica e inutile
ma permette a Guidi di esibire una delle sue frasi modello:
-Chiarisco il concetto…
“Chiarisco il concetto”, può sembrare
una frase innocua ma come la dice lui appare proprio uguale a: siete un branco
di capre e devo sempre spiegare la stessa cosa due volte.
Guidi non finisce di chiarire il
suo concetto che Aurora ha di nuovo la mano alzata.
Non vorrei sembrare pedante ma…
Signorina Aurora, mi lasci almeno l’opportunità di finire di spiegare…
Le schermaglie dureranno per tutta
la durata della riunione, un’ora e quaranta.
In un’ora e quaranta la signorina
Aurora è capace di alzare la mano sedici volte, pensa matematico Piercarlo.
Pasquale si guarda la punta delle scarpe, poi guarda il soffitto, dopodiché
guarda di nuovo le sue scarpe, infine guarda me, sconsolato.
Aurora guarda Guidi, il dottor
Guidi esibisce nuovamente la sua elegante locuzione. Chiarisco il concetto.
La prossima volta che lo dice gli
tiro la stilografica in faccia. Pasquale si avvicina e mi sussurra un:
-Stai calmo.
Forse sa leggere il pensiero.
I maschi del reparto vendite sono
divisi in due gruppi. Il primo osserva le cosce della Patty, il secondo le
tette della Gabry. Tutti sono concentrati come se ascoltassero una conferenza
sulla fisica quantistica.
All’ennesima mano alzata della
signorina Aurora, il dottor Guidi si arrende ed è costretto a dichiarare la
resa.
-Data l’ora, cara signorina,
terrei presente la sua questione, all’ordine del giorno della prossima
riunione, la tenga a mente o mi mandi un memo.
Guidi ama le abbreviazioni.
La riunione è aggiornata, come
sempre non abbiamo preso decisioni definitive, non si sono trovate soluzioni
temporanee, non si è giunti a conclusioni provvisorie. La Patty e la Gabry
sfoggiano scollature e sorrisi, i colleghi si stringono attorno alle miss.
Aurora sbatte il taccuino sulla sedia e si allontana scontenta, Guidi studia il
suo Rolex per non dover salutare i sottoposti che peraltro escono senza nemmeno
guardarlo.
Pasquale si alza dalla sedia, mi
stringe la mano e nel congedarsi bisbiglia:
-Ci vediamo alla prossima riunione ma se hai qualche buona idea passa
in ufficio da me, la porta è aperta.
-Magari passo, oppure ci vediamo in area relax, davanti alla macchina
del caffè.
-Si, è meglio, lo sanno tutti che le idee e i cambiamenti nascono
sempre davanti alla macchina del caffè.
Lo guardo allontanarsi.
Forse la riunione non è stata del
tutto inutile.
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