Gigi l’ottimista rientra a casa, trafelato.
Ha i minuti contati, deve fare una doccia, cambiarsi, uscire da casa,
comprare dei fiori e arrivare puntuale all'appuntamento.
Sa già che ci riuscirà, fedele al soprannome.
Apre l’acqua, prepara gli asciugamani, entra nel box e lancia un urlo degno
di Tarzan della giungla!
Mi dimentico sempre di accendere lo scaldabagno elettrico… ma ormai non c’è
tempo, meglio avrò una pelle migliore…
Esce dalla doccia e si asciuga in preda ai brividi.
Cerca la camicia bianca con i fiorellini, quella che gli cade così bene,
non la trova. Rovista l’armadio, guarda nei cassetti ma niente. Poi tornando in
bagno, scalzo, centra con il mignolo del piede destro il cesto della biancheria
sporca e lo rovescia! Mentre ulula come un lupo scorticato è colto da
un’illuminazione: la camicia usata è rotolata sul pavimento.
Zoppicando torna in camera e si cerca una più modesta maglietta, consapevole
che così sembrerà meno vanitoso!
Torna in cucina sentendo un rumore sospetto. Si ricorda di avere lasciato le
ultime venti pagine del manoscritto stampato sul tavolo. Gigi prova da anni a terminare
un romanzo cominciato secoli prima e ora ha stampato un finale che gli sembra
buono… ma non ha considerato l’amore che Billi ha sempre dimostrato verso la
letteratura. Billi è un cocker incrociato con qualcos’altro a quattro zampe e
fin da cucciolo ha sempre masticato volentieri la produzione letteraria a tiro
di mandibole. Volumi rilegati ma anche manuali, dimostrando di essere
democratico nelle preferenze e ingurgitando pesanti opere russe quanto sottili tascabili
di fantascienza. Ora Billi, che si chiama come un certo drammaturgo Inglese,
mastica felice i fogli che ha trovato sul tavolo e questo riempie Gigi di
orgoglio.
Bene, scriverò un finale migliore ma non oggi.
Si sta facendo tardi, Gigi guarda l’orologio, le
tre meno un quarto, sa che deve essere veloce.
Ha un appuntamento con l’impiegata del secondo piano, una contabile sempre
seria, con spessi occhiali e una treccia tipo Pippi Calzelunghe, maniaca della
matematica, dei numeri e della puntualità.
Esce di corsa e appena fuori si scontra con il meccanico che abita al piano
terra, un tipaccio che ha un glorioso passato nelle patrie galere, uno con
delle mani sempre unte di grasso e grandi come elenchi telefonici, che oggi
deve essere di buon umore perché non lo uccide ma gli permette di continuare a
vivere anche se con ditate di olio motore sulla guancia e con uno squarcio nei
pantaloni!
Gigi si scusa balbettando qualcosa che l’orco in tuta da lavoro non capisce
e mentre questi si acciglia, lui scappa via correndo.
Deve comprare dei fiori, non ci si presenta a un appuntamento senza fiori!
Nel suo quartiere manca un fioraio, a due chilometri c’è la bancarella
dell’ambulante davanti al cimitero, poi Gigi ha un'idea: il supermercato sul
corso. Li hanno di sicuro dei fiori o una pianta.
Cinque minuti dopo è in coda alla cassa con un fascio di tulipani che
sembrano di plastica, felice come un bambino.
La cassiera è stata assunta il giorno prima e non toglie la fascetta
antitaccheggio e non consegna lo scontrino ma Gigi è troppo felice e troppo
ottimista per farsi smontare da queste inezie.
Purtroppo, quando suona l’allarme, la guardia armata non la prende tanto
bene e Gigi ci mette dieci minuti per convincerlo che si tratta di un errore.
“Non si faccia più vedere qui dentro”, sono le parole che quella specie di Robocop
gli tuona contro!
Peccato che il mazzo di fiori rimanga impigliato nella porta a vetro e metà
dei tulipani è decapitata…
Effettivamente erano troppi, conclude Gigi buttando via alcuni gambi
recisi.
Poi guarda l’orologio, le tre meno un quarto… mi
sa che si è fermato, e si dirige a passo claudicante verso il luogo
dell’appuntamento.
Per arrivare sul luogo
convenuto Gigi ci arriva… zoppicante, la faccia sporca di olio motore, i
pantaloni strappati, mezzo mazzo di tulipani freschi di supermercato. Guarda
l’ora, le tre meno un quarto!
La contabile non c’è,
Gigi pensa, poco male, non sembravamo una coppia molto affiatata.
Vorrebbe gettare i
fiori nel cestino che ha visto dall’altra parte della strada.
Appena messo un piede
in strada, una frenata stridula rompe il silenzio della sera.
Da un’auto sgangherata
esce una tipa magra, con una maglietta unta di olio motore, la gonna strappata
sul fianco, lei zoppica appena e balbetta verso Gigi delle scuse poco convinte.
I suoi occhialetti sono adorabili. Dall’auto un cagnone non smette di abbaiare
stringendo tra le zampe un volume masticato e semi digerito di tragedie di
Shakespeare.
Lei si avvicina a Gigi,
lo osserva e sussurra: Giornata difficile?
Lui si avvicina a lei,
le sorride ottimista e risponde: Non abbastanza, potrebbe andare peggio,
potrebbe piovere.
E in questo momento il
primo gocciolone di un temporale epocale, cade fra i loro piedi.
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