domenica 15 ottobre 2017

Vorrei morire in primavera





“Non voglio morire…”
“Non morirà!”
“Non essere sciocco, tutti dobbiamo morire.”

Il vecchio trema come una foglia, nonostante questo pomeriggio autunnale sembri un’estensione delle calde giornate estive che ci hanno lasciato da un pezzo.

“Volevo dire, non morirà adesso, non oggi…”

Sono confuso, non so più cosa dire. Il pallore sembra peggiorato, e la chiazza di sangue sul suolo è più larga di prima.

Il vecchio sembra sofferente, non prova più ad alzarsi, forse non ce la fa… quando l’ho visto per terra e sono accorso era agitato, ho dovuto tenerlo fermo e coprirlo con la mia giacca, ora sembra non avere più forze.

“Vorrei morire in primavera.” Dice con voce leggera.

“Stia tranquillo, non pensi a morire, le fa male qualcosa?” Provo a interrogare.

“Allora giovanotto, lei non ascolta. E se non ascolta come può pensare di aiutarmi?”

Sono allibito! Mi ha appena rimproverato!
Poi chiude gli occhi, e sempre tremando riprende a parlare.

“Non vorrei morire adesso, siamo in autunno, mi sembrerebbe di morire alla fine del giorno, quando arriva il buio e la giornata non lascia ore alle cose ancora da fare. Mi sembrerebbe di fare un torto alle persone che abbandono perché le abbandono col buio e il buio fa paura.
Il buio aumenta la disperazione…”

Fa un sospiro, sembra molto stanco.
Io non capisco se si sia sentito male prima della caduta o se il delirio sia una conseguenza di questa. Cambierà qualcosa? Non ho saputo spiegarlo all’operatore del servizio di emergenza che comunque mi ha promesso un mezzo di soccorso.

“Stia tranquillo, adesso arriva un’ambulanza, la cureranno e non morirà…”

“Di nuovo questa ingenuità, lei è giovane, è normale che pensi di essere immortale. Ma io ho la mia età e alla morte ci penso spesso. Ogni occasione è buona, soprattutto ai funerali…”

Prova a sorridere ma si blocca a metà, deve soffrire molto.
Poi riprende a parlare.

“Vorrei morire in primavera. La primavera può essere il momento giusto. Magari di mattino. Quando i campi sono pieni di rugiada e tutto fiorisce. Quando un dolore si può lenire con la gioia della vita che riprende.”

“Non si stanchi adesso con questi discorsi…”

“Ma lei proprio non vuole capire! Mi parla di ambulanze e di cure quando io le sto spiegando di vita e di morte. Mi faccia un favore, prenda il mio telefono dalla tasca e chiami mio figlio. Andrete d'accordo voi due, anche lui è uno pratico, non vuole mai ascoltarmi quando faccio certi discorsi. Non vuole ascoltare. Dice che gli sembra di avere davanti un vecchio pazzo che vaneggia.”

Il tremore si è trasformato in scosse che lo fanno sussultare con violenza. Non ho altro da mettergli addosso.

“Vorrei morire in primavera, verso le otto del mattino, dopo una notte di riposo e sogni dolci. E lasciare a chi rimane il giorno per continuare a respirare il profumo dei fiori e la luce del sole che scaldi la tristezza.”

“Credo che lei abbia ragione…” provo a rispondere.

Funziona, perché il vecchio apre gli occhi e mi guarda. Il suo sguardo sembra un abbraccio carico di riconoscenza, di consolazione.

“Lei è un bravo giovane. Prenda il mio telefono e faccia ciò che le ho chiesto.”

Il suono della sirena si fa più forte. Il vecchio mi afferra un braccio, stringe forte, non credevo che potesse riuscirci.

“Non mi lasci solo.” Riesce a dire.

I soccorritori sono dei professionisti efficienti, non perdono tempo, lo imbragano e lo fissano alla lettiga.
Sento il bip ripetuto, ma una volta in vettura si fermano, qualcosa li blocca. Il suono sta rallentando. Io mi affaccio al mezzo e gli grido:

“Non abbia paura, oggi è una bellissima giornata. È una primavera perfetta!”

Un infermiere mi guarda come si guarda un mentecatto. Vedo il vecchio che alza la mano. Mi ha sentito!
Io non sento più il bip.
Riesco a chiedere la destinazione all’autista, mentre questo si tuffa sul sedile.
Poi il mezzo parte.

Resto in piedi sulla strada.
Mi accorgo di avere il telefono del vecchio in mano.
Ora chiamerò il figlio.

Mi chiedo come lo dirò, come lo convincerò che non siamo a ottobre.
Come affermerò che il suo anziano padre è andato via in un mattino profumato di fiori.






Nessun commento:

Posta un commento