domenica 11 settembre 2016

Dico grazie






Dico spesso grazie.




Mi piace ringraziare.

Non è solo questione di educazione.

Trovo che dire grazie faccia stare bene me stesso, prima ancora di colui che mi ascolta.

Dico grazie ogni volta che posso, ogni occasione è imperdibile.

E’ facile però dire grazie a qualcuno se riceviamo un favore, se ci offrono un pasticcino, un calice di vino fresco.

Spesso, al contrario, ci sembra superfluo ringraziare quando riteniamo dovuto quanto riceviamo.

Quando riceviamo quanto ci spetta, l’esatta misura che è nel nostro diritto ricevere, ci sembra che ringraziare sia superfluo. Perché dobbiamo ringraziare per la roba nostra? Perché devo dire grazie a chi mi restituisce semplicemente ciò che è mio?

Perché?




Ci provo, perché non c'è niente che sia mio.

Tutto quello che ho, i miei vestiti, i miei libri, i dischi ma anche la mia famiglia, i miei amici, il mio lavoro... non c'è niente di mio. Tutto ciò che ho mi è stato donato, mi è stato regalato.

La mia vita stessa è un dono.

Ecco perché mi sembra giusto ringraziare.




Quindi dico grazie con gioia per ogni respiro che faccio, per ogni sorriso che ricevo, per ogni persona che incontro.

Grazie per le cose belle di cui è costellata la mia vita, per le prove più difficili da superare, per i momenti duri.

Grazie per l'arte che circonda le nostre città, per i capolavori della pittura, per la meraviglia della musica. Per l’amore che ci riscalda, per gli abbracci degli amici.




Anche questa mattina, durante la solita corsa, mi sentivo di ringraziare per la bella giornata di sole, per il bel panorama, per il silenzio che mi cullava, per il fiume che scorreva placido e mi faceva compagnia.

Ho ringraziato il Signore per tutto questo.




Poi ho guardato il sentiero, le cartacce, l'immondizia, l’auto parcheggiata sul marciapiede, i mozziconi sulla strada, la fontana rotta e con un sorriso sbilenco ho mormorato fra i denti anche un grazie alla madre dei cretini che, come dice il proverbio, essendo sempre gravida, non manca mai di privarci dell'esercito ignorante dei suoi figli.






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