Scendo in cantina.
Non ne ho voglia ma devo farlo.
Quindi scendo.
Ho deciso che porterò giù un po'
di cose che non uso, che non mi servono, che occupano spazio utile.
Abbiamo tutti bisogno, ogni
tanto, di liberare le nostre stanze e la nostra vita, di fare pulizia, di
rinnovare.
Prima però devo fare spazio in
cantina. Farò dunque un carico di oggetti da gettare e un viaggio alla
discarica dove è possibile depositare assi di legno, elettrodomestici
ingombranti e guasti, vecchi sottovaso pieni di muffa, cose del genere.
Il problema è che facciamo fatica
a staccarci dalle cose, come se perdere gli oggetti equivalga a smarrire la
memoria che è collegata a essi.
Conservo in un mobiletto in
cantina il pettine, comprensivo di custodia, che faceva parte della dotazione
del soldato di leva. Ma se lo avessi perso i miei ricordi di quel periodo
sarebbero esattamente gli stessi.
Ho un baule pieno zeppo di vecchi
fumetti, per lo più Topolino ma anche
Alan Ford, alcune copie della Marvel
de L'uomo ragno e i Fantastici Quattro. Il fatto di averli
conservati non riesce però a riportare alla memoria episodi dimenticati della
mia infanzia o dell’adolescenza.
Magari dovrei provare a rileggere
qualche copia e vedere cosa succede ma non ne ho il tempo.
Ho conservato, sempre in cantina,
i quaderni di praticamente tutti gli anni scolastici, e a cosa mi servono
onestamente non lo saprei dire neppure io.
Ciò che so, ciò di cui sono
assolutamente consapevole è il percorso che fanno le cose.
Vecchi oggetti, penne, quadretti,
portachiavi, scatole di legno, telecomandi e bomboniere, passano da posti di
assoluto prestigio, dai centrini in mostra sui nostri mobili, sulle mensole, in
bella vista, ai cassetti, da cui è possibile in ogni momento ripescarli in caso
di pentimento. Pentimento che se non avviene in tempo utile causa un ulteriore
passaggio degli oggetti menzionati, dai cassetti fin dentro una scatola riposta
poi in luoghi meno accessibili, come l'ultima mensola in alto nel ripostiglio.
Scatola che passerà un periodo
compreso tra qualche mese e alcuni anni a prendere polvere nel ripostiglio ma
che alla fine sarà individuata e portata in cantina (oppure in solaio) dove
trascorrerà l'ultimo periodo di appartenenza nella nostra vita, prima di
lasciarla definitivamente sulla via della discarica.
Gli oggetti che facciamo più
fatica a spostare sono quelli che muovono maggiormente i nostri affetti.
Quadretti con le foto dei cari
passano da un ripiano in soggiorno a una mensola dell'ingresso, da una parete
in cucina su un'altra in camera, in un folle e continuo girotondo.
Sarebbe un sacrilegio, infatti,
portare nel ripostiglio, o peggio ancora in cantina, la foto di un figlio, di
un genitore, di un nonno, non siete d'accordo?
Ho ancora sul comò una rosa presa
a ricordo al funerale di papà, ormai tredici anni fa, che per qualche
insondabile miracolo non è marcita, non si è disfatta ma è ancora intatta, solo
con un velo di polvere. Prima o poi dovrò disfarmene. Quando ancora non lo so.
Insomma ciò che voglio dire è che
dobbiamo essere forti. Tutti i giorni dobbiamo essere forti per sopravvivere.
Questo lo sanno tutti.
Dobbiamo essere forti per
sopravvivere agli oggetti che vanno dispersi come foglie al vento e scompaiono
per sempre dalla nostra vita come succede anche alle persone.
E riguardo agli oggetti che
sopravvivranno a noi, questo per fortuna non sarà un nostro problema!
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