domenica 6 marzo 2016

Un posto per tutto, un post per ogni cosa









Scendo in cantina.
Non ne ho voglia ma devo farlo.
Quindi scendo.
Ho deciso che porterò giù un po' di cose che non uso, che non mi servono, che occupano spazio utile.
Abbiamo tutti bisogno, ogni tanto, di liberare le nostre stanze e la nostra vita, di fare pulizia, di rinnovare.
Prima però devo fare spazio in cantina. Farò dunque un carico di oggetti da gettare e un viaggio alla discarica dove è possibile depositare assi di legno, elettrodomestici ingombranti e guasti, vecchi sottovaso pieni di muffa, cose del genere.
Il problema è che facciamo fatica a staccarci dalle cose, come se perdere gli oggetti equivalga a smarrire la memoria che è collegata a essi.
Conservo in un mobiletto in cantina il pettine, comprensivo di custodia, che faceva parte della dotazione del soldato di leva. Ma se lo avessi perso i miei ricordi di quel periodo sarebbero esattamente gli stessi.
Ho un baule pieno zeppo di vecchi fumetti, per lo più Topolino ma anche Alan Ford, alcune copie della Marvel de L'uomo ragno e i Fantastici Quattro. Il fatto di averli conservati non riesce però a riportare alla memoria episodi dimenticati della mia infanzia o dell’adolescenza.
Magari dovrei provare a rileggere qualche copia e vedere cosa succede ma non ne ho il tempo.
Ho conservato, sempre in cantina, i quaderni di praticamente tutti gli anni scolastici, e a cosa mi servono onestamente non lo saprei dire neppure io.
Ciò che so, ciò di cui sono assolutamente consapevole è il percorso che fanno le cose.
Vecchi oggetti, penne, quadretti, portachiavi, scatole di legno, telecomandi e bomboniere, passano da posti di assoluto prestigio, dai centrini in mostra sui nostri mobili, sulle mensole, in bella vista, ai cassetti, da cui è possibile in ogni momento ripescarli in caso di pentimento. Pentimento che se non avviene in tempo utile causa un ulteriore passaggio degli oggetti menzionati, dai cassetti fin dentro una scatola riposta poi in luoghi meno accessibili, come l'ultima mensola in alto nel ripostiglio.
Scatola che passerà un periodo compreso tra qualche mese e alcuni anni a prendere polvere nel ripostiglio ma che alla fine sarà individuata e portata in cantina (oppure in solaio) dove trascorrerà l'ultimo periodo di appartenenza nella nostra vita, prima di lasciarla definitivamente sulla via della discarica.
Gli oggetti che facciamo più fatica a spostare sono quelli che muovono maggiormente i nostri affetti.
Quadretti con le foto dei cari passano da un ripiano in soggiorno a una mensola dell'ingresso, da una parete in cucina su un'altra in camera, in un folle e continuo girotondo.
Sarebbe un sacrilegio, infatti, portare nel ripostiglio, o peggio ancora in cantina, la foto di un figlio, di un genitore, di un nonno, non siete d'accordo?
Ho ancora sul comò una rosa presa a ricordo al funerale di papà, ormai tredici anni fa, che per qualche insondabile miracolo non è marcita, non si è disfatta ma è ancora intatta, solo con un velo di polvere. Prima o poi dovrò disfarmene.  Quando ancora non lo so.
Insomma ciò che voglio dire è che dobbiamo essere forti. Tutti i giorni dobbiamo essere forti per sopravvivere. Questo lo sanno tutti.
Dobbiamo essere forti per sopravvivere agli oggetti che vanno dispersi come foglie al vento e scompaiono per sempre dalla nostra vita come succede anche alle persone.
E riguardo agli oggetti che sopravvivranno a noi, questo per fortuna non sarà un nostro problema!


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