sabato 8 marzo 2014

Scrivere un libro è un gioco.





Scrivere un libro è un gioco.
E' un gioco che non si smetterebbe mai di giocare. E' faticoso come una concitata partita di calcio in cortile, è duro come scalare una parete montana, è vertiginoso come il rafting insomma è tante cose.
La vita reale che scorre nei  ritagli, tra l'interruzione e la ripresa della scrittura non ha più importanza, tutto diventa relativo e banale, le persone sfocate o nella migliore delle ipotesi non forti e definite come i personaggi sulle pagine. 
Quando scrivete un libro non potete starne lontani a lungo. E se lo fate è come se il protagonista vi chiami dal computer, come quando veniva l'amichetto a suonare alla porta ed alla mamma timidamente chiedeva: scusi signora,Giorgio può venire a giocare in cortile?
Quando scrivete un libro riuscite a fatica a leggere quelli degli altri.
Quando scrivete un libro non riuscite quasi a scrivere altro e se lo fate, come me ora, lo fate di nascosto.
Ora vado, devo tornare al mio libro, mi stanno chiamando. Spero solo che non abbiano scoperto il blog...

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