Ho chiuso a chiave il
cuore in un cassetto, perché mi hanno detto che così si deve fare,
e perché spesso, con i
suoi battiti, disturba e non mi permette di lavorare.
Durante il giorno capita
di ascoltare molte persone e affrontare disparate situazioni
ma è necessario non
lasciarsi influenzare e permettere loro di fiaccare le nostre intenzioni.
Senza il cuore, che
distrae, si è leggeri e diventa più facile concentrarsi,
così non è un problema
se si deve fare la scelta che alcuni premia e lascia altri a disperarsi.
Servono occhi buoni e
cervello veloce, solo questo, il cuore può restare nel cassetto,
quando è meglio evitare
errori e si vuole avvicinarsi a essere senza difetto.
Così tra vari problemi
incontrati e le consuete lamentele di tanti,
si può cessare di voler
cambiare il mondo e senza rimorsi si può andare avanti.
Perché è solo in avanti
che si deve andare, che così impone chi siede in alto,
in avanti senza
voltarsi e senza preoccuparsi di chi resta dietro o di chi cade sull’asfalto.
Oggi è un giorno
strano, non mi era ancora successo di lavorare senza il cuore,
e devo dire che sembra
tutto più semplice, sento uno strano silenzio,
un’indefinita assenza di rumore.
Rispondo a tutti, mi
muovo svelto, mi sembra di essere preciso ed efficiente,
non ho emozioni che
rallentano, sentimenti che moderano, pensieri che frenano e tutto è facile,
apparentemente.
Quando il turno finisce
e rientro a casa, apro il cassetto…
e come prima cosa, il
vecchio cuore mi salta in mezzo al petto.
All'improvviso mi sento
imbarazzato e confuso, mi guardo un po' attorno,
e senza capire il
perché, piango tutte le lacrime del giorno.
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