sabato 4 gennaio 2020

Fermo al semaforo











Imbocco il viale quando il semaforo laggiù è ancora verde. 

So già che non ce la farò, e mentre penso questo, infatti, scatta il giallo. 

Il viale è lungo ed io, come di consueto, guido senza fretta. Anche se questa sera avverto, sfumata come una leggera pellicola di sudore sul collo, l’ansia di tornare a casa. 

Proprio mentre arrivo in prossimità dell'incrocio, scatta il rosso. 

Mi fermo. 

Dall'altra parte non passa nessuno. In questi giorni del dopo festa, il traffico è quasi nullo. 

Guardo verso l’orizzonte, il profilo della basilica di Superga, tanto familiare a noi che viviamo nella cintura di Torino, si staglia contro il cielo sereno, velato di rosso. Non è mai stata così bella. 

Tutto mi sembra più bello oggi, l’orizzonte, il viale, perfino il semaforo rosso. 

Faccio fatica a mantenere lo sguardo a fuoco, ho le guance umide di pianto ma non temete, sono lacrime di gioia, di felicità. 

Penso a te, bimba mia, a quando eri piccola e ti tenevo in braccio come la cosa più preziosa al mondo, quale eri per me. 

Ricordo quando ti legavo la cinghietta sul sedile della bici con cui ti portavo all’asilo e ti fissavo i piedini alle staffe, sai, è la bici che uso ancora. Mi viene da sorridere perché già allora vedevo apparire in te una forza, una vitalità, un senso di autonomia e libertà che non ti hanno mai lasciato, che hanno accompagnato i nostri anni, resa allegra la tua infanzia, difficile la tua adolescenza, bellissima la tua maturità. 

Ricordo quando mi hai presentato quel ragazzo dai capelli biondi, preoccupata perché non sapevi come avrei reagito e ridevi nervosa. 

Mi tornano alla mente tante immagini e cerco di ricacciarle giù inghiottendo le lacrime perché non mi accechino. Mi ricordo che sto guidando e non posso permettermi distrazioni. 

Il semaforo è ancora rosso ma non sono infastidito, perché oggi sono felice, ci hai annunciato che state per sposarvi e non ho motivo per non esserlo. 

Guardo la luce rossa e non posso fare a meno di nutrirmi della vostra felicità, della gioia che ho letto nei vostri occhi. 

Passa un tizio sulla bici, non so chi sia né dove vada, ma so che per quanto possa essere felice, non lo sarà mai come lo sono io in questo momento. 

Non posso dire di essere rimasto sorpreso dalla vostra decisione, so come funziona la vita e posso affermare di essermi aspettato la notizia. Forse non ora e di certo mi avete sorpreso di quelle sorprese belle che solo i regali più azzeccati e meravigliosi possono suscitare. 

E’ così bello questo tramonto, questo silenzio nell'abitacolo. 

Guido con la radio spenta, non lo faccio mai, mai. 

Volevo rimanere ad ascoltare i miei pensieri e darmi il tempo di far asciugare le lacrime sulla faccia. 

Ma non c’è più tempo, la decisione è presa, la notizia è data, il tempo corre e ci sono tante cose da fare. 

Intanto il semaforo è passato al verde e già quello dietro mi sta suonando. 

Ma non importa, perché ora partirò. 

Ingrano la prima e mi muovo e sono felice come poche volte mi era successo. 



La sera non è mai stata così bella.










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