mercoledì 4 dicembre 2019

L'appuntamento












Sono le venti e cinquanta.

I lampioni inondano la piazza della loro liquida luce, colorando tutto di arancione.

Gianni sa di essere arrivato con largo anticipo e si è preparato ad aspettare.

L'appuntamento è per le nove e un quarto, davanti alla fontana.


Se ne sta li, con le mani infilate nelle tasche dando le spalle a una vetrina, a guardare un po’ verso destra, in direzione di via del Lavatore, un po’ a sinistra verso via delle Muratte. Il suo vecchio amico non può sbagliare, piazza Fontana di Trevi la conosce tutto il mondo.

A quest’ora la piccola piazza non è ancora affollata ma già i presenti nascondono la vasca con l’acqua alla sua vista. Gianni osserva ammirato quella minuscola ma bellissima rappresentazione del mare, col dio Oceano, imponente e muscoloso, in piedi sul suo cocchio a forma di conchiglia.

Era stato sorprendente e facile allo stesso tempo, ritrovare su Facebook il suo vecchio commilitone Giulio, il suo caro amico, suo fratello di naja.
Gianni aveva riconosciuto la faccia allampanata dell’amico, sotto i capelli che si erano brizzolati e un improbabile quanto sghembo pizzetto sul mento.

Giulio viveva fuori Roma, questo almeno era quanto ricordava Gianni dai tempi della vita in caserma, quasi tre decenni prima, e quando si era ritrovata davanti quella faccia così familiare, era stato come se un fantasma fosse apparso all’improvviso dal passato.

Lo aveva già cercato alcune volte, nei rari momenti di malinconia e nostalgia di un tempo che non esisteva più, ma non era riuscito nell’intento. Era evidente che Giulio si era affacciato di recente sul vanaglorioso mondo dei social, dove tutti vivono vite perfette e sono semidei, perché non vi aveva trovato molte informazioni personali né altre fotografie.

Stare li fermo, a osservare la calca dei turisti via via più caotica, lo faceva sentire in imbarazzo e con un vago e inspiegato senso di colpa.

Sono quasi le nove, Gianni non riesce a trattenersi dal guardare l’orologio e si chiede il perché di questa specie di ansia. E’ presto, l’amico arriverà più tardi, si abbracceranno, torneranno a ricordare stupidi particolari della vita di caserma, andranno a mangiare una pizza e parleranno, ma non troppo, delle loro vite attuali e poi si saluteranno con la promessa illusoria di risentirsi di tanto in tanto. Niente di così speciale o complicato, si rassicura…

Ma il senso d’inquietudine non diminuisce.
Una specie di pena che sa essere legata all’appuntamento.
Ecco cos’è.

Gianni sa che gli appuntamenti non sono una cosa facile. Occorre essere preparati, farsi trovare pronti, esserci.

E gli tornano in mente i momenti in cui non si era preparato o più semplicemente non si era fatto trovare. 

Come con la sua ex che non sentiva di amare ma non aveva il coraggio di parlarle, di essere sincero e aveva mancato una serie d’impegni presi con lei così da costringerla ad allontanarsi e fare in modo che fosse lei, esasperata, a lasciarlo.

Come quando aveva avuto un’opportunità di avanzamento di carriera, ma per pigrizia o per vigliaccheria, aveva ritenuto inutile studiare e prepararsi, lasciando che un altro ottenesse la promozione al posto suo.

Quanti appuntamenti nella vita era stato capace di programmare e poi rispettare? Gianni non riusciva a ricordare, ora che i suoi occhi non vedevano l’acqua della fontana ma erano colmi di lacrime e si sentiva un idiota, fermo lì, con le mani ficcate nelle tasche a guardare la gente che chiacchierava e si divertiva e viveva.

Gli appuntamenti che aveva mancato, gli impegni che aveva disatteso stavano tornando tutti a fargli male, circondandolo e accalcandosi come i turisti attorno a quella fontana.

Ognuno di loro lo toccava, lo spingeva, gli trafiggeva il cuore come ogni persona cercava uno spazio utile per lanciarsi una monetina alle spalle ed esprimere un desiderio.

Avesse potuto esprimerlo, Gianni sarebbe voluto tornare indietro nel tempo per rispettare gli appuntamenti persi, per prepararsi meglio ma comprende l’assurdità della cosa e manda giù l’ennesimo boccone.


Sono le nove e un quarto, si è asciugato gli occhi col fazzoletto e si ripromette di lasciar stare l’orologio. Ora torna a guardare un po’ verso destra, in direzione di via del Lavatore, un po’ a sinistra verso via delle Muratte. La piazza è affollata e tanta gente passeggia nelle diverse direzioni, chiacchiera, ride, fuma e si va a fermare davanti alla vasca.

Gianni ora sa che gli appuntamenti con la vita vanno rispettati, perché altrimenti lei va avanti e non si fa scrupoli ad abbandonarti sul ciglio di una strada deserta.

Ora sa che occorre essere puntuali e preparati.

Con questo pensiero scopre che l’ansia è sparita, il nervosismo provato prima ora non c’è più e ha lasciato il posto a una sorta di serena placidità.


Continua a guardare le persone e gli scappa un sorriso, vedendo un tipo dall’aria familiare che gli viene incontro.









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